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Pre-order, croce e delizia - editoriale

Da buona a cattiva idea: ecco come uscirne, per il bene di tutti.

Qualche giorno fa è uscita una notizia sulla situazione dei pre-order nel mercato inglese. Stando a un'indagine di mercato commissionata da un sito britannico, gli appassionati della terra di Albione hanno drasticamente ridotto le loro prenotazioni di videogiochi negli ultimi dodici mesi. Un 9% dichiara di aver diminuito il numero dei titoli prenotati mentre un 11% addirittura non si è fatto mettere da parte nulla, al contrario degli anni precedenti.

A questo va aggiunto un 49% che dice di non aver mai prenotato nulla prima e di non continuare a farlo ora: quindi abbiamo un 60% che non prenota, un 9% che prenota di meno. Come sempre le statistiche lasciano il tempo che trovano, soprattutto senza conoscere la dimensione e la composizione del campione degli intervistati, ma il trend pare comunque abbastanza chiaro.

Del resto, la questione pre-order è una delle più discusse da una decina d'anni a questa parte. Ha davvero senso prenotare un gioco che sarà tranquillamente disponibile al day one in praticamente tutti i negozi? La risposta per l'acquirente è un ovvio "no", ma visto che per i publisher e/o i distributori le prenotazioni sono un elemento importante per capire come il pubblico veda il prodotto che stanno spingendo, e di conseguenza regolare le campagne promozionali o addirittura parte dello sviluppo rimasto, sono nati tutti quegli incentivi che oggi conosciamo.

Anche per un capolavoro annunciato come The Witcher 3 resta il dubbio: perché prenotarlo se poi sarà disponibile ovunque?

Così ecco le skin per il personaggio principale, armi speciali da sfoggiare nelle sfide online, mappe esclusive e chi più ne ha, più ne metta. Il che di per sé, almeno inizialmente, non era nemmeno male: se qualcuno proprio voleva un titolo, lo prenotava e sapeva che così avrebbe avuto la sua copia al day one. Di più: per il solo fatto di prenotare un gioco che avrebbe comunque comprato, riceveva in omaggio qualcosa di speciale che si poteva conservare! Spesso erano pure oggetti fisici come magliette, adesivi o altro ancora. All'inizio, come detto, complice anche l'effetto novità, i pre-order vennero accolti con entusiasmo.

Se non che col passare degli anni questo strumento è stato sfruttato all'inverosimile, ben oltre il limite del buon senso. Per questo ci fanno credere che ogni gioco dev'essere prenotato, pena il rischio di non trovarlo il giorno del lancio! Non sia mai che ci si ritrovi senza e con l'orrenda prospettiva di aspettare altre 48 ore per inserire il nuovo FIFA nella propria console!

A peggiorare ulteriormente il tutto, anche i rivenditori hanno voluto dire la loro e così sono nati i bonus speciali o esclusivi: quindi se si prenota da Amazon si ottiene una skin, da GameStop un'arma, al Media World la colonna sonora su CD, eccetera. Così facendo, però, si è progressivamente fatto infuriare anche il videogiocatore più devoto: possibile che uno decida di dare dei soldi in anticipo e alla cieca e debba poi trovarsi con nemmeno tutti i contenuti realizzati?

Sempre più spesso ogni grande catena di negozi ha bonus dei pre-order esclusivi. Un ulteriore danno per gli utenti che così devono scegliere non solo cosa comprare, ma anche dove.

A furia di tirare, la corda della pazienza si è rotta e sempre più gente ha deciso di smettere di commettere questo atto di cieca fede e ha abbandonato i pre-order. Ma non è di certo questa l'unica ragione che ha portato al vistoso calo registrato dall'indagine.

Sicuramente un peso importante l'ha avuto la crisi economica che ha tolto i soldi dalle tasche di moltissime persone. Se hai pochi soldi li vuoi spendere bene, e di sicuro non ti metti a darli per prenotare qualcosa che sarà disponibile il giorno dell'uscita. E che, soprattutto, ancora non sai come sarà.

E questo è un altro punto fondamentale: questa generazione di console si sta rivelando estremamente critica per quanto riguarda la qualità dei giochi al momento del loro lancio. Per un GTA V che esce senza problemi, ci sono decine di casi di titoli di fascia alta che sono stati rilasciati con un numero infinito di bug, spesso anche molto seri o quantomeno fastidiosi.

I videogiocatori sono fan appassionati e quindi tendenzialmente disposti a perdonare qualche errore di gioventù, ma non sono stupidi e hanno ben presto capito che c'è qualche problema di fondo. Quindi perché non solo prenotare, ma persino comprare un gioco al day one se non si è certi che non ci saranno problemi?

Del resto se persino titoli importanti e con budget faraonici come Assassin's Creed: Unity, la Halo Collection o DriveClub sono stati afflitti da decine di problemi, perché rischiare per un Batman o un The Witcher 3 a caso? Non si fa prima a leggere prima le recensioni e i pareri degli utenti, e solo dopo acquistare con tutta calma?

Chi ha prenotato DriveClub si è trovato in mano al day one un gioco pieno di problemi che, chi l'ha comprato mesi dopo, non ha mai conosciuto.

Se manca la fiducia nella qualità del prodotto, anche quello più famoso e pompato, non c'è campagna di marketing che tenga, non c'è video virale od ondate di tweet che possano far cambiare idea all'acquirente.

Ci sono infine altri due motivi che stanno portando sempre più persone a non fare il pre-order. Il primo è il prezzo dei giochi, sempre più cari all'uscita ma anche mai come ora veloci a crollare nel giro di pochi mesi (a volte persino poche settimane). Ha davvero senso pagare 70 euro oggi una cosa che tra 30 giorni si troverà a 50? Per molte persone no, anche perché tutti noi abbiamo un nutrito numero di giochi arretrati da smaltire, quindi, salvo in rari casi di titoli veramente forti, non c'è una vera necessità di avere la nuova uscita al day one.

L'ultimo motivo è poi l'eccessivo uso dei DLC che le software house stanno facendo, unito alle sempre più frequenti "game of the year edition". Perché pagare al day one 70 euro per un gioco che sarà poi arricchito da varie espansioni, alcune delle quali anche sostanziose (come successo per esempio nei vari Borderlands) per qualità, quantità e prezzo, quando tra un anno troverò a meno del prezzo originale il gioco completo di tutti i DLC? Chi ragiona in questo modo è sicuramente dotato di grande pazienza ma poi viene premiato da giochi completi, già ampiamente testati e quindi con tutti i vari bugfix del caso. E a un costo nettamente inferiore.

Eppure, se tutti ignorassero i giochi al momento del lancio il mercato ne risentirebbe pesantemente; non prenotarli e aspettare i giorni successivi al day one, può essere invece una pratica molto più salubre. Ragioniamo quindi col cervello acceso e il portafoglio in mano, stando bene attenti a premiare gli sviluppatori che hanno fatto bene il loro lavoro e comprando il loro gioco, magari a prezzo pieno. Nel farlo, renderemo più solido il settore, garantendo l'uscita di altri titoli di qualità nei prossimi anni.