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Fallout 3: The Pitt

Bethesda aggiusta il tiro dopo i problemi di Operation Anchorage.

Da un altro punto di vista, l’aggiunta di nuove armi garantisce l’introduzione di alcune novità rispetto ai contenuti già disponibili. Tra queste dobbiamo segnalare in particolare l’Infiltratore, un fucile d’assalto con silenziatore che si rivelerà molto utile in varie situazioni, ma soprattutto l’AutoAxe, una pesante arma dotata di un’affilata lama rotante che si manovra a meraviglia tra i possenti arti mutanti, tutti da segare. Altri simpatici arnesi come un revolver da consumato pistolero, un guanto speciale e alcune nuove tipologie d’armatura riempiono la già estesa lista di armi disponibili nel gioco, anche se per quanto riguarda le tipologie di nemico, questa espansione aggiunge una sola categoria a quelle già presenti nella campagna principale.

La strutturazione delle missioni è più interessante rispetto a quanto visto in Operation Anchorage, offrendo una maggiore variazione, un’esplorazione non lineare e in generale un più riuscito coinvolgimento del giocatore all’interno della vicenda. Detto questo, bisogna comunque riconoscere che si tratta di un’esperienza non omogenea, che cattura con un’interessante introduzione ma spinge il giocatore ad affrontare nemici sempre uguali e non particolarmente stimolanti per la relativa facilità che si ha nel metterli fuori causa, specialmente se si fa uso di un personaggio già ottimamente sviluppato.

Bell’aspetto, non c’è che dire, sarà meglio fargli comprendere chi è che comanda..!

Ancora una volta il viaggio è sorretto da un filo conduttore basato su scelte di tipo morale. Non si tratta di una semplice alternativa tra il bene e il male, ma soprattutto della scelta tra qualcosa di cattivo e qualcos’altro di terribilmente vile, situazione in cui anche la scelta valutabile come la migliore può apparire come un’opzione terribile e meschina. Ma del resto è proprio in questo che Fallout 3 e gli altri titoli di Bethesda hanno sempre riscosso un enorme successo, a causa della curiosità che riescono a generare nei giocatori, e alle situazioni all’interno delle quali si è chiamati a scegliere.

Il prezzo ancora una volta è di 800 Microsoft Points (circa 9.60 Euro), cifra tutto sommato ragionevole rispetto a quanto offerto dal suo predecessore, dal momento che garantisce all’incirca quattro ore di gioco, a cui se ne possono aggiungere un altro paio nel caso si voglia esplorare a fondo ogni singolo angolo dell’ambientazione, cercando di ottenere tutti i cento lingotti, con un utile premio da incassare ogni dieci pezzi incamerati. Insomma dopo il passo falso iniziale sembra che Bethesda si stia muovendo adeguatamente, offrendo del materiale capace di tenere ancora viva l’attenzione dei fan verso questo prodotto, ormai disponibile nei negozi da svariati mesi. In arrivo al più presto la recensione di Broken Steel, nuovo add-on disponibile per il download dalla scorsa settimana.

7 / 10