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Warhammer 40.000: Space Marine

Relic lancia la sfida a Gears of War.

In particolare, gli Psykers rappresentano un gradevole cambiamento al ritmo dello scontro. Crepitanti di malevoli incantesimi che si alimentano con il Warp, possono sfuggire alle vostre attenzioni grazie al teletrasporto, evocando nel frattempo ondate di nemici e costringendovi ad adottare uno stile di gioco più veloce e nervoso. Avrete infatti pochi secondi per individuare la posizione dello Psyker e sparargli contro, prima di rivolgere le vostre attenzioni all'ondata di nemici che è stata evocata da chissà quale abisso del Chaos.

Oltre alla maniacale e apprezzatissima ricostruzione dell'universo di Warhammer, l'ottima reputazione di cui Relic gode quando si tratta di far doppiare i suoi personaggi si esprime al massimo in Space Marines. Gli Orki sono ovviamente dotati di voci grezze, ai limiti dello stupido, che li caratterizzano perfettamente, e che abbiamo già potuto apprezzare negli altri titoli che lo sviluppatore ha dedicato alla saga.

Datemi cento Space Marine. Se non potete datemi diecimila soldati di un altro tipo.

Il forte accento inglese di Mark Strong, invece, dona al Capitano Titus il tono nobile, deciso e vagamente snob che ogni Marine duro e votato alla morte per la gloria dell'umanità dovrebbe avere. Una piacevole novità rispetto al brontolio tutto whisky e sigarette che esce dalla bocca di Marcus Fenix e dei suoi compari. Nei momenti più drammatici il tono è così teatrale da creare uno strano contrasto.

Immaginate un bestione pieno di cicatrici che indossa un esoscheletro potenziato, sporco di sangue e budella, in grado di radere al suolo interi quartieri al minimo segno di eresia, ma che sfoggia una recitazione degna di Shakespeare. Prima o poi ti aspetti che si metta a fumare la pipa con aria pensosa, ricaricandosi da una giornata di massacri con due dita di Sherry ed una sbirciatina al Financial Times.

Tornando un attimo nel vivo dell'azione, l'ultima scena di gioco è ambientata nuovamente in un complesso industriale, pieno di colonne e corrimano adornati di teschi metallici. Questa volta dovremo imparar ad utilizzare il sistema di schivata, per avere ragione di un Orko armato di zaino a razzo che ci lancia contro cariche esplosive. Vista la sua lentezza nel muoversi, ma la velocità con cui vi spara contro le granate, è fondamentale prendere il tempo giusto per evitare le esplosioni e beccarlo a mezz'aria, quando è vulnerabile, così da ripagarlo con la sua stessa moneta.

Space Marine ha tutte le potenzialità per diventare un piccolo capolavoro. Da una parte può contare su un tipo di gameplay conosciuto, esplosivo, violento, tanto brutale da togliere il fiato. Dall'altra ha il coraggio e l'abilità di distaccarsi dai cliché del genere, che vogliono i veterani induriti da mille battaglie e gli eroi di guerra come personaggi monodimensionali, privi della benché minima profondità

Se gli sviluppatori continueranno a migliorare e raffinare il gameplay, mantenendo vivo il ritmo del gioco, questa storia di sopravvivenza e sterminio potrà tranquillamente convivere, più che competere, con i suoi compagni di genere. Non resta che aspettare questa estate, quando il gioco verrà distribuito, per un agosto in cui non ci saranno sole e mare, ma soltanto guerra.