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Tactics Ogre: Reborn, il provato

Abbiamo provato in anteprima il ritorno dello storico RPG tattico di Square Enix!

Square Enix sembra essere decisamente “on fire”, tanto per citare un trend particolarmente in voga negli ultimi tempi, e la conferma ci viene dal corposissimo numero di uscite che la casa giapponese ha in serbo per l’autunno/inverno 2022. Nell’arco di pochissime settimane, difatti, i player di tutto il globo potranno (ed hanno già potuto) mettere le mani su di un discreto numero di lavori che, tra riproposizioni, new entry e graditi quanto inaspettati ritorni, difficilmente potranno lasciare del tutto indifferenti gli amanti delle produzioni di matrice nipponica (e non).

E proprio all’ultima categoria citata appartiene Tactics Ogre: Reborn, gioco che segna il ritorno di una storica produzione legata allo sterminato portfolio del publisher. Annunciato non troppo a sorpresa a causa dei consueti leak nel corso dell’ultimo Tokyo Game Show, il titolo in questione ha l’arduo compito di riportare in auge un lavoro che affonda le proprie radici nell’epoca dello SNES, nonostante il suo effettivo sdoganamento presso il grande pubblico sia da ricondurre alla versione riveduta e corretta uscita su PS1 e, soprattutto, al suo porting per PSP.

Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di testare il primo capitolo di questa ennesima release che, pur non potendo fregiarsi dell’appellativo di remake a tuttotondo, non ha lesinato una buona dose di ammodernamenti ed inedite implementazioni ludico/tecniche.

L’impostazione di gioco è quella di un classico RPG tattico a caselle.

Allo stato attuale delle cose, vista l’esigua durata del provato a nostra disposizione, è quanto mai superfluo andare ad approfondire il substrato narrativo che accompagnerà l’azione di Tactics Ogre: Reborn. Giusto per dare una piccola infarinatura a chi non ha avuto modo di gustarsi il tutto in una delle sue precedenti incarnazioni, possiamo solo dire che ci troviamo al cospetto della classica storia a base di guerra e giochi di potere.

Gli eventi saranno visti, e plasmati, attraverso gli occhi di Denam, un giovane membro della resistenza che, al comando di un manipolo di ribelli, sarà chiamato a decidere le sorti del conflitto che sta devastando il regno di Valeria. Sebbene in apparenza molto scontata e prevedibile, l’avventura del ragazzo si presterà, già in questo primo capitolo, a un discreto numero di colpi di scena, oltre a garantire un buon tasso di rigiocabilità, grazie ad alcuni snodi narrativi in grado di far vivere il tutto sotto un differente punto di vista.

Lasciando alla recensione il giusto spazio per la disamina definitiva della sceneggiatura, ci prendiamo un po’ di tempo per illustrare brevemente le meccaniche di gioco che regoleranno Tactics Ogre: Reborn, sebbene anche in questo caso il provato non abbia permesso di sviscerarle nella loro interezza. Il titolo si presenta come un gioco di ruolo tattico di stampo molto classico (stiamo pur sempre parlando di una produzione datata 1995), in cui controlleremo le nostre truppe lungo le canoniche mappe a quadretti, secondo una scansione a turni. Al comando di un manipolo di guerrieri, pertanto, dovremo farci strada attraverso un corposo set di scenari, potendo contare su letali attacchi all’arma bianca, numerose magie e skill uniche, oltre ad un nutrito set di classi, giocabili e scambiabili a loro piacimento.

I bivi narrativi garantiscono una buona dose di rigiocabilità.

Sebbene si tratti di una porzione di giocato puramente introduttiva, il primo capitolo delle avventure di Denam è servito ugualmente a fornirci una prima panoramica in merito alle novità introdotte dal team di sviluppo in questa nuova release. La prima va ad impattare il levelling system dei vari personaggi che, a differenza del passato, non sarà più legato alle classi bensì al singolo personaggio, elemento che rende molto più lineare e meno schizofrenica la crescita dei vari componenti del nostro gruppo.

Il sistema di sviluppo, inoltre, ha subito un ulteriore ribilanciamento dato che al livello dei vari protagonisti si è andato ad accompagnare quello del party: tale situazione, in soldoni, va ad impostare un level cap, che progredirà man mano che andremo avanti lungo la storia, così da evitare l’abuso del grinding e garantire un tasso di sfida sempre adeguato alle varie situazioni.

A dare una mano in occasione degli scontri più tosti, pertanto, ecco che interviene un sistema di potenziamento sul campo, che si manifesterà per mezzo di speciali buff card, che compariranno in maniera randomica sul terreno di gioco, e permetteranno di beneficiare di boost temporanei. Si tratta di un’introduzione quanto mai piacevole che, seppur non certo in grado di rivoluzionare a 360° la natura dei combattimenti, riesce a condirli di quel pizzico di imprevedibilità in più, a cui si accompagna un’acuita necessità di leggere al meglio le varie mappe, così da massimizzare le nostre mosse.

La mappa di Valeria in tutto il suo splendore.

Non manca inoltre un restyling di alcuni elementi accessori in grado di migliorare la quality of life del giocatore, e che si traducono in una rivisitazione estetica dei vari menu di gioco, ora sicuramente più leggibili e ricchi di informazioni rispetto al passato. A voler muovere una piccola critica preliminare si potrebbe avere qualcosa da ridire in merito alla gestione dei negozi presenti nel mondo di gioco, ancora un po’ troppo ingessati e fiaccati da qualche sottomenu di troppo.

Naturalmente, pur senza raggiungere il peso degli interventi visti, ad esempio, nel recente ritorno di Live A Live, anche il comparto grafico è stato oggetto di qualche piccolo lavoro di pulizia, pur mantenendo del tutto inalterata l’impostazione estetica originale: la pixel art vista in passato, difatti, ha subito unicamente un piccolo lifting, risultando ora leggermente più definita, anche se in tal senso degli sforzi aggiuntivi sarebbero stati quanto mai graditi.

Le modifiche maggiori, pertanto, sono da ricondurre all’interno dell’aspetto sonoro di Tactics Ogre: Reborn, che figura ora un completo doppiaggio dual audio giapponese/inglese, oltre a poter contare sul completo riarrangiamento della colonna sonora originale. Peccato continuino a mancare i sottotitoli in italiano che, data la presenza di un inglese un po’ più complesso del solito, potrebbe allontanare una buona fetta di giocatori.

I menu di gioco hanno subito un gradevole restyling.

Manca ancora poco meno di un mese al debutto ufficiale di Tactics Ogre: Reborn ma il provato preliminare che ci siamo potuti gustare ci rende assai fiduciosi in merito al ritorno di questa storica produzione. Sebbene non certo impattato da un corposo restyling di natura tecnica, il titolo firmato Square Enix si presenta all’appello mantenendo inalterato tutto il suo fascino d’antan, grazie anche a quello che si prospetta come un intelligente lavoro di ribilanciamento generale dell’esperienza utente.

Pur essendocelo giù goduto in occasione dei suoi precedenti approdi sul mercato, pertanto, siamo davvero ansiosi di mettere le mani su questa quarta incarnazione del gioco che fu di Quest Corporation, anche solo per capire, in maniera più precisa, se il viaggio di Denam e compagnia sia riuscito a superare indenne i quasi tre decenni che lo separano dalla sua comparsa sugli schermi.