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StarCraft 2: Heart Of The Swarm - review

La Regina delle lame è tornata.

Quando si parla di StarCraft, non si può proprio dire che Blizzard sia un'azienda che faccia le cose in fretta e furia. Tra il primo capitolo e il seguito sottotitolato Wings of Liberty sono infatti passati undici anni: in mezzo, un successo planetario che ha consacrato lo strategico in tempo reale di Blizzard come il più rifinito e meglio bilanciato di sempre.

In pochi si sono sorpresi del fatto che siano passati quasi tre anni a separare la pubblicazione di Wings of Liberty dalla prima espansione ufficiale, intitolata StarCraft 2: Heart Of The Swarm. In omaggio alla consueta tradizione che vede l'azienda americana pubblicare un gioco solo quando è effettivamente pronto, ecco dunque l'espansione che tutti stavano aspettando acquistabile solo se già si possiede una copia fisica o digitale di StarCraft II.

La storia riparte da dove si era interrotta, un paio d'anni dopo le vicende che avevano visto le tre razze darsele di santa ragione per il possesso di una serie di nuovi artefatti comparsi nella zona di spazio contesa tra il Dominio terrestre, i Ribelli di Jim Raynor, i Protoss di Zeratul e gli Zerg al comando di Sarah Kerrigan. Proprio questo ex-ghost infestato sarà centrale nello sviluppo della trama di Heart of the Swarm visto che, dopo i Terran di Wings of Liberty, l'espansione è infatti quasi completamente dedicata agli Zerg. Come annunciato da Blizzard stessa, dovremo invece aspettare almeno un altro paio d'anni per mettere le mani sulla campagna Protoss, intitolata Legacy of the Void.

Kerrigan sarà sotto il nostro comando per quasi tutta la campagna singleplayer.

La struttura di gioco singleplayer segue le solite linee guida impostate da Blizzard per la saga di StarCraft: una collezione di missioni con scenari predefiniti in cui si affrontano missioni scriptate con personaggi specifici, unità limitate e mappe appositamente pensate per dare l'impressione di una trama che si sviluppi a seconda delle circostanze contingenti. Come detto la protagonista della trama è Sarah Kerrigan, e a differenza di quanto accaduto in Wings of Liberty la crescita dei suoi poteri è centrale nello sviluppo delle missioni.

Col passare del tempo è possibile controllare un numero sempre maggiore di Zerg ma anche acquisire poteri attivi e passivi che la rendono sempre più potente, al punto da condizionare le sorti di scontri anche in pesante inferiorità. In questo senso i richiami agli eroi di Warcraft III e alle loro abilità sono evidenti, solo che stavolta il numero di truppe gestite rientra nei canoni del centinaio di unità invece che delle poche decine dell'RTS fantasy pubblicato ormai dieci anni fa. L'altro aspetto interessante del singleplayer riguarda la possibilità, in determinati punti della storia, di evolvere alcune unità dello sciame modificandone le caratteristiche essenziali e scegliendo una tra le due mutazioni proposte, che verrà poi portata fino alla fine della campagna singleplayer.

"I richiami agli eroi di Warcraft III e alle loro abilità sono evidenti"

Prima di effettuare la scelta si possono sperimentare sul campo le mutazioni proposte che cambiano drasticamente capacità di attacco, difesa e movimento di quasi tutta la fanteria e l'aviazione Zerg tramite brevi missioni di tutorial. Si tratta di uno stratagemma interessante messo in atto da Blizzard per non rendere il singleplayer troppo simile al multiplayer, operazione confermata dal fatto che nei menu di intermezzo tra una missione e l'altra è possibile cambiare temporaneamente anche le abilità di tutte le unità Zerg per adattarle al proprio stile di gioco a seconda della missione proposta.

Questa componente RPG si innesta comunque sul gameplay più tradizionale, che vede il giocatore alle prese con la classica struttura multiplayer in cui il compimento della missione è condizionato dalla gestione delle risorse e delle truppe prodotte estraendo cristalli e gas vespene, mentre viene chiamato a raggiungere determinati obiettivi come la conquista di locazioni particolari, l'uccisione di personaggi specifici o impedire che gli avversari raggiungano i loro, spesso anche con un tempo limite.

I filmati in FMV sono come sempre eccellenti e superiori in numero a quelli di Wings of Liberty.

Giocare le venti missioni proposte non solo permette di avanzare nella trama apprezzando i dialoghi tra i personaggi coinvolti grazie a un eccellente doppiaggio, ma anche di fare pratica con le nuove unità Zerg utilizzabili online (o di trovarsi contro quelle nemiche) di cui parleremo nella seconda parte della recensione. Da notare che alcune unità originariamente apparse nella beta multiplayer e poi depennate dalla release, fanno la loro comparsa in alcune missioni della storia aggiungendo ulteriore varietà alle situazioni da affrontare.

"La campagna singleplayer promette una quindicina di ore di gioco"

Alla luce di tutti questi aspetti, il livello qualitativo della campagna singleplayer proposta è sicuramente alto sotto il profilo del puro game design, e promette una quindicina di ore di gioco, anche grazie al buon numero di filmati che accompagnano la trama. Come potete vedere dai video a corredo della recensione, sono tutti eccellenti dal punto di vista tecnico e ottimamente localizzati in Italiano, oltre che superiori a quelli di Wings of Liberty per numero e qualità della narrazione. Del resto, sulla bravura di Blizzard di creare storie e personaggi dando loro un volto e un contesto virtuale di altissimo livello, non avevamo dubbi.

Come accade da sempre, della qualità dei filmati molti si dimenticheranno piuttosto alla svelta visto che la percentuale di ore giocate si sposterà essenzialmente sul multiplayer grazie alle novità proposte con questa nuova espansione che prevedono, oltre a 26 nuove mappe multiplayer, anche sette nuove unità distribuite tra le fazioni presenti nel gioco.

La schermata di progressione dei poteri di Kerrigan: dopo opportune evoluzioni, le sue abilità diverranno decisive negli scontri più impegnativi.

L'installazione di Heart of the Swarm ha delle ovvie conseguenze sulla gestione del servizio di Battle.net. Trattandosi infatti di un'espansione che s'innesta sul servizio preesistente, le ladder e le partite amichevoli vengono create per due comunità distinte tra chi gioca a Wings of Liberty e chi ad Heart of the Swarm. Questo all'atto pratico significa che la comunità multigiocatore si dividerà in due, anche se è molto probabile che la stragrande maggioranza della fanbase di StarCraft II migrerà in massa sui campi di battaglia della nuova espansione.

Per quanto concerne le nuove unità introdotte non ci sono state grosse novità rispetto a quanto visto nella open beta dello scorso autunno/inverno, salvo fini aggiustamenti sulle statistiche di base. Le sette unità inedite ricalcano fedelmente quanto avevamo spiegato nell'anteprima dedicata alla beta multiplayer dello scorso ottobre, a cui vi rimandiamo per una descrizione più approfondita di abilità e caratteristiche. In questa sede vale la pena sintetizzare i tratti salienti che vedono i Protoss come la razza più rimaneggiata.

La fazione psionica per eccellenza è stata infatti oggetto di tre nuovi ingressi, mirati essenzialmente a dare migliore flessibilità nel combattimento nella fase centrale e finale di una partita, quando l'economia permette la realizzazione di flotte aeree imponenti in grado di contrastare efficacemente la massa critica di unità terrestri che normalmente scorazzano per la mappa. In questo senso è abbastanza curioso notare che le novità introdotte per i Protoss riguardano essenzialmente l'aviazione.

"Per quanto concerne le nuove unità introdotte non ci sono state grosse novità rispetto a quanto visto nella open beta"

L'Oracolo è un incursore fragile ma veloce e carico di abilità che permettono di controllare con grande efficacia il campo di battaglia in termini di sorveglianza e rallentamento delle truppe nemiche. All'Oracolo si accompagna la corazzata Tempesta, un incrociatore in grado di colpire da molto lontano e di colmare una storica carenza dei Protoss da questo punto di vista. Buon ultimo troviamo il Nucleo della nave madre, altra unità aerea ma con funzioni prettamente difensive e di teletrasporto, disponibile già nelle fasi iniziali e centrali della partita.

Le missioni singleplayer si ispirano a quelle dei Warcraft III. Kerrigan si accompagna spesso ad altri personaggi di rilievo della serie.

Anche gli Zerg sono stati potenziati sul fronte dell'aviazione con la Vipera: dal punto di vista concettuale si pone nella stessa categoria dell'Oracolo, ovvero di controllo del campo di battaglia grazie alle sue abilità particolari che le permettono di rigenerarsi a danno delle strutture avversarie, impedire l'uso di armi dalla distanza grazie a una nebbia verdastra e rapire, letteralmente, le unità più forti strappandole ai ranghi dello schieramento avversario.

Per quanto riguarda il terreno, molto particolare è l'Ospite dello sciame: è privo di attacchi diretti ma quando rintanato genera locuste in continuazione e senza dispendio di risorse. Le locuste sono deboli ma la loro gratuità e il numero permettono di usarle efficacemente per presidiare giacimenti non sfruttati, assediare il perimetro delle zone nemiche o come unità sacrificabili negli assalti di massa in cui il giocatore ha il tempo materiale per preparare un attacco.

"StarCraft 2: Heart Of The Swarm riesce a rendere il gameplay multiplayer più vario"

Buon ultimi abbiamo i Terran, la fazione meno aggiornata in questa espansione, probabilmente in virtù della sua già elevata complessità e flessibilità. Troviamo una sola nuova unità nel senso stretto del termine, l'Hellbat, che altri non è se non un'evoluzione dell'Hellion in grado di trasformarsi in un mech dotato di un lanciafiamme devastante a corto raggio contro unità ammassate e di piccole dimensioni. Similmente all'Ospite dello sciame, i Terran sono stati dotati della Mina Widow, una piattaforma meccanizzata in grado di sotterrarsi per controllare il territorio e capace, al momento dell'attivazione, di infliggere parecchi danni ai nemici ammassati grazie a dei missili ad attivazione automatica o esplodendo all'avvicinarsi di fanteria o aviazione.

I Protoss sono la razza che ha ricevuto le maggiori attenzioni per quanto riguarda il multiplayer, in particolare per quanto riguarda l'aviazione.

Posto quindi che il gameplay nella gestione delle unità e nelle caratteristiche di base delle tre fazioni è rimasto immutato, StarCraft 2: Heart Of The Swarm riesce a rendere il gameplay multiplayer più vario rispetto a quanto consolidato negli ultimi tre anni. Il tutto senza sbilanciare in modo eclatante i delicati equilibri che il gameplay di tre razze così diverse impongono dal punto di vista dell'economia, dell'evoluzione durante le fasi di una partita e dell'interpretazione delle tattiche d'attacco o la difesa.

La conferma dell'attenzione posta a mantenere il gameplay sempre fruibile è confermata dai lunghi mesi di open beta occorsi per decidere quali unità e abilità introdurre nel gioco. Heart of the Swarm nella sua componente singleplayer era infatti già pronto durante l'estate del 2012, ma è trascorso almeno un anno tra open e closed beta per arrivare a questa incarnazione del multiplayer che, con ogni probabilità, subirà ulteriori micro rifiniture una volta passata al banco di prova della comunità giocante.

Oltre alle novità in termini di giocato online e offline, Heart of the Swarm presenta anche interessanti miglioramenti sotto il profilo dell'interfaccia di gioco che si traducono in un Battle.net ancora migliore di quanto già non fosse sotto il profilo della funzionalità e della socialità. In concomitanza con un tutorial migliorato per tutte e tre le razze che rende l'approccio maggiormente indolore per i novizi, è stato introdotto un sistema di livellamento del giocatore in base alla bravura dimostrata in multiplayer con le varie razze, che prevede venti livelli da scalare in base alle statistiche di gioco. La somma di questi valori può arrivare a un massimo di sessanta a indicare l'effettiva proficienza con l'intero trittico di fazioni.

"Heart of the Swarm presenta anche interessanti miglioramenti sotto il profilo dell'interfaccia di gioco"

Molto apprezzata sarà la possibilità di formare clan, visionare replay con altri giocatori per studiare tattiche in gruppo e persino ripristinare da un punto qualsiasi del replay una partita interrotta da un punto specifico in caso di caduta della connessione di uno o più giocatori. Chi si diverte in skirmish giocando in squadra con l'IA (di cui sono stati introdotti nuovi livelli di abilità) potrà anche impartire semplici ordini alle fazioni alleate, aumentando così la complessità delle partite d'allenamento prima di affrontare le ladder su Battle.net, ma questa funzione sarà comune a tutti i possessori di StarCraft 2, visto che la patch immediatamente precedente al gioco estende questa funzionalità anche a Wings of Liberty.

Una collezione di spezzoni dedicati alle nuove unità multiplayer. Qui vedete i Protoss e gli Zerg in azione.

Non poteva mancare anche il supporto al modding con l'opzione Arcade che, dal menu principale, permette di accedere a mappe realizzate dalla community, nuove modalità di gioco e tutta una serie di contenuti artigianali che nei prossimi mesi invaderanno la rete. Peccato per il mancato supporto alla creazione di partite in LAN, ma era lecito aspettarselo visto che questa espansione non cambia la filosofia di fondo di StarCraft II: una connessione sempre attiva al proprio account di Battle.net è necessaria per utilizzare una qualsiasi funzione multiplayer.

"Non poteva mancare anche il supporto al modding con l'opzione Arcade"

Sotto l'aspetto puramente tecnico non ci sono particolari sorprese se non la normale rifinitura di un gioco bello da vedere nel 2010 che non ha perso nulla in termini di definizione degli artwork, fluidità e cura nel dettaglio degli effetti implementati. L'unica novità degna di nota è la fisica migliorata dei frammenti delle unità colpite che, in alcune mappe piene di dislivelli, permette di notare il rotolamento "a valle" dei poveri resti.

Anche la presenza di nuovi tileset garantisce una maggiore varietà delle ambientazioni evidente dagli scenari proposti in singleplayer e multiplayer, tutti molto azzeccati ed utilizzabili nella nuova versione dell'editor pubblicata in concomitanza col lancio dell'espansione. Le differenze tuttavia non sono sostanziali: tutti i PC capaci di gestire Wings of Liberty (e si parla di un'ampia fascia di computer di fascia medio-bassa) non avranno alcuna difficoltà a gestire Heart of the Swarm.

Le Vipere Zerg in azione: occorre essere molto abili per usare questo genere di unità in grado di condizionare non poco il campo di battaglia.

Giunti in zona consigli per gli acquisti, occorre fare alcune considerazioni sul valore complessivo di questa espansione che, data l'importanza del marchio in questione, vanno oltre la semplice analisi qualitativa. Heart of the Swarm è un add-on dalle indubbie qualità tecniche e di gameplay, pensato sia per gli e-sportivi patiti del multiplayer sia gli appassionati della storia. I primi salteranno a piè pari il singleplayer per dedicarsi fin da subito a scoprire le minuzie dietro alle unità implementate, mentre i secondi apprezzeranno l'evoluzione di una trama in movimento da ormai quindici anni.

Il pregio più importante riguarda comunque il multiplayer, ora leggermente più vario rispetto a Wings of Liberty, soprattutto nelle fasi centrali e finali di una partita, pur senza alterare sostanzialmente i delicati equilibri che fanno di StarCraft uno strategico bilanciato e complesso. Questa è la diretta conseguenza di della volontà di Blizzard di non voler derogare al dettaglio e alla qualità dello sviluppo, anche quando ne conseguono tempi di lavorazione biblici. A ciò vanno aggiunte le migliorie che abbiamo citato a livello di interfaccia, gestione della lobby, matchmaking e replay, che ovviamente troveranno ampia applicazione presso l'utenza e in ambito competitivo, dove StarCraft II è a tutt'oggi considerato l'RTS per antonomasia.

A fronte di questa eccellenza è presente tuttavia un rovescio della medaglia che vale la pena analizzare, soprattutto per un titolo di questa caratura. Le novità proposte non sono sconvolgenti, visto che a livello concettuale Blizzard ripropone un'espansione quasi identica nella struttura a StarCraft: Broodwar. Per questo la sensazione piuttosto netta è che Heart of the Swarm venderà bene ma che difficilmente porterà nuovi utenti sui server di gioco.

"A livello concettuale Blizzard ripropone un'espansione quasi identica nella struttura a StarCraft: Broodwar"

Soprattutto, difficilmente riguadagnerà alla causa di Blizzard chi aveva giocato StarCraft alla morte e si aspettava dal secondo capitolo una rivoluzione capace di andare oltre un eventuale Broodwar 2, qual è essenzialmente questo StarCraft 2: Heart Of The Swarm. Il cuore del gameplay è rimasto essenzialmente lo stesso dal 1998 e probabilmente solo l'introduzione di una nuova razza avrebbe reso StarCraft II un acquisto obbligato per chi, dopo dodici anni, si aspettava qualcosa di più sostanzioso da parte di Morhaime e soci.

Zerg e Terran alle prese con le nuove unità.

Alla luce di tutto questo, la conclusione è semplice: i fan della serie acquistino senza esitazioni Heart of the Swarm, il cui prezzo di trentanove euro è peraltro giustificato dalla consueta qualità made in Blizzard in grado di garantire parecchio divertimento a breve e lungo termine. Chi invece ha lasciato perdere Wings of Liberty perché non convinto dall'offerta iniziale o perché si è stancato sul lungo periodo, difficilmente cambierà idea grazie a questa espansione.

8 / 10

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Matteo Lorenzetti

Contributor

Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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