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Maestia: Rise of Keledus - review

Un MMO free to play. Un altro!?

Come potete evincere dal sottotitolo in apertura, il mondo dei MMORPG free to play sta vivendo una fase storica alquanto inflazionata, con tutta una serie di titoli che si stanno presentando sul mercato forti di un budget più o meno nutrito e di una serie di caratteristiche che a parole sembrano essere la rivoluzione copernicana, ma che a conti fatti raramente spostano l'ago della bilancia.

All'interno del gruppo, forte di un modello di gameplay definibile di "vecchia maniera", troviamo questo Maestia: Rise of Keledus, il cui sviluppo è cominciato oltre due anni orsono e che ora, dopo la sostanziale iniezione di capitali ricevuta dall'acquisizione da parte di alaplaya, si presenta sui vostri PC in una versione riveduta e corretta, nel non troppo velato tentativo di assorbire la vostra vita sociale.

Questa scena di gruppo ci permette di intuire la grafica del gioco, non purtroppo all'altezza degli standard attuali.

Il se e il come riuscirà in questa impresa dipenderà in gran parte da voi e il perché è presto detto: come premesso, infatti, Maestia: Rise of Keledus gioca tutto il suo appeal nel proporre al giocatore una serie di caratteristiche mutuate da titoli di maggior successo e riproposte qui, dopo una cura agli steroidi, senza offrire niente di innovativo, se non una conclamata solidità di fondo. Basterà a convincervi?

Iniziando dalla creazione del personaggio si evince fin da subito che il tentativo degli sviluppatori è di coinvolgere i giocatori proponendo loro un numero elevato di opzioni piuttosto che provando qualcosa di inedito: la customizzazione del proprio avatar per esempio raggiunge livelli quasi maniacali, con la possibilità di intervenire su numerosi parametri, ma tutto quello che è presente impatta perlopiù sul lato estetico.

Delineata poi la vostra fisionomia dovrete scegliere a quale delle due fazioni presenti appartenere, ovvero Superion Guardians o Temple Knights, per poi decidere di interpretare una delle quattro classi a disposizione ovvero guerrieri, maghi, ranger o chierici.

Il design delle armature non sembra eccezionalmente ispirato, ma si fa comunque apprezzare.

Immediatamente emerge che le possibili scelte su quest'ultimo punto non denotano un approccio particolarmente originale: sia che preferiate essere picchiatori senza un domani sia che optiate per impersonare dei maghi che sfruttano la distanza per attaccare senza esporsi direttamente, non troverete infatti molte possibilità per poter variare il vostro modo di affrontare le sfide che vi verranno via via proposte.

"Maestia ripropone delle caratteristiche mutuate dai titoli di maggior successo senza offrire niente di innovativo"

La crescita del giocatore si svilupperà poi sue tre diversi fronti: il primo, consueto, riguarda la semplice esperienza, mentre gli altri due si basano sull'utilizzo di gemme da recuperare e incastonare negli abiti e sui punti divinità, recuperabili soddisfacendo le richieste degli dei del mondo di gioco, e utili per potenziare le proprie skill.

Anche la storia, pur sorretta da un numero considerevole di quest (le press parlano di oltre mille) non riesce di certo a fornire un ambiente meritorio di ricordo, facendo da sfondo alla consueta e abusata epica lotta contro il male che incombe sulle terre dove il vostro eroe si troverà a scorrazzare. Di positivo c'è comunque il fatto che il narrato non annoia, ma che anzi il suo sviluppo con numerosi approcci con i vari NPC risulta uno dei punti di forza di Maestia.

All'interno di un contesto tanto piatto bisogna inoltre render merito agli sviluppatori di non aver certo lesinato sforzi nel proporre quante più caratteristiche secondarie (leggasi accessori) possibili: troviamo così gli ormai onnipresenti pet, un numero di armi quasi infinito con relative caratteristiche generate a random, un sistema di gilde adeguatamente strutturato e, in generale, la sensazione di trovarsi di fronte ad un titolo ben bilanciato e ricco di sfaccettature.

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Due gli aspetti degni di nota: il primo, che definiremo per comodità come "dei mercenari", prevede la possibilità di lasciare in affitto il proprio avatar mentre non si sta giocando, così da guadagnare dell'oro contribuendo allo stesso tempo ad aiutare il player di turno. Il secondo, ovvero "maestro/allievo", permette al primo (raggiunto il livello 60) di favorire lo sviluppo del secondo semplicemente prendendolo sotto la propria ala protettiva, favorendo così l'aiuto mutualistico fra player.

"Simpatica l'idea di mostrare i giocatori più virtuosi degli ultimi sette giorni, esponendone il ritratto nella capitale"

Per la serie "non dimentichiamo proprio nulla", anche il sistema di gilde citato poc'anzi è stato poi recentemente rivisto poco prima dell'uscita del gioco, con una distribuzione maggiormente integrata delle risorse e dei punti divinità all'interno di ogni gruppo di giocatori e contestualmente tutta una serie di bonus ai singoli, volti a favorire lo sviluppo del proprio avatar.

Come ormai da tradizione, maggiori i centimetri quadrati di pelle esposta, maggiore è la protezione dell'armatura...

Simpatica infine l'idea di mostrare al mondo i giocatori più virtuosi degli ultimi sette giorni, con l'esposizione del loro ritratto nella capitale del gioco, Superion, così da rendere realtà il sogno di bullarsi per quanto siete stati bravi nella settimana trascorsa.

Passando oltre il buon PvE, si giunge a un triste PvP, probabilmente la parte attualmente meno riuscita del gioco: in pratica questa "modalità"consiste semplicemente nell'essere catapultati in un'arena dallo scialbo sapore estetico per partecipare ad un massacro di gruppo e totalizzare il più alto numero di uccisioni nel tempo stabilito. Destino simile anche per la RvR, tuttavia decisamente più accattivante grazie al numero di giocatori coinvolti.

Personalmente ritengo che qualcuno potrà anche godere nel mostrare i muscoli e la potenza del proprio personaggio costruito con cura nel tempo, ma ho trovato comunque l'impostazione generale di questi aspetti alquanto abbozzata, tanto da portarmi ad abbandonarla dopo poche partite per favorire l'esplorazione di una mappa decisamente più accattivante.

L'anzianità di servizio di Maestia: Rise of Keledus si riscontra poi nell'impianto grafico, visivamente non al passo con i più recenti titoli del genere; detto questo, va anche detto che l'enorme varietà di scenari (l'avreste mai detto?) e di personalizzazioni possibili per il proprio personaggio, mitigano in parte l'impatto negativo iniziale.

Fra armi e pietre, il rischio di un mal di testa è sempre dietro l'angolo...

Inoltre, la recente acquisizione che menzionavo in apertura sta dirottando diverse risorse su questo aspetto, tanto che rispetto anche a soli sei mesi addietro è possibile riscontrare diversi miglioramenti e, in generale, una maggiore varietà nelle texture utilizzate, cosa che fa ben sperare anche per il futuro.

"In generale il gameplay di Maestia pare particolarmente orientato verso il farming"

In conclusione, avendo provato il titolo sia con un player partito dal livello 0 che con uno di alto livello, ho avuto l'impressione di trovarmi davanti un gioco dove per raggiungere l'end game sia necessario passare diverso tempo (se non si vuole sborsare denaro allo shop di turno, peraltro ben strutturato) e che in generale premia una tipologia di gameplay particolarmente orientata verso il farming.

Maestia: Rise of Keledus quindi, pur non portando niente di realmente nuovo nell'affollato mondo dei giochi di ruolo di massa, risulta esserer il classico titolo che ama giocare sul sicuro, dove dinamiche collaudate e una struttura solida permettono di ambientarsi velocemente in realtà pronte a fornire una buona dose di divertimento.

Il giudizio finale riflette pertanto queste considerazioni, nella consapevolezza che sebbene non ci siano reali motivi per installare Maestia rispetto ad uno dei numerosi concorrenti presenti sul mercato, il gioco si difende bene e non mancherà di divertire chi vorrà dirigersi verso le sue immense terre.

6 / 10