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Tomb Raider: Definitive Edition - review

La consacrazione definitiva di Lara Croft.

C'è chi l'ha subito bollata come una furba mossa commerciale, chi invece ha accolto l'annuncio delle versioni PlayStation 4 e Xbox One come l'occasione di giocare l'ultimo Tomb Raider nella sua forma migliore. Ora è giunto il momento di scoprire quale dei due schieramenti aveva ragione.

Che quest'ultimo capitolo della serie, iniziata nell'ormai lontano 1996, fosse un'eccellente reboot, era già chiaro dopo la recensione delle versioni Xbox 360 e PS3 di Tomb Raider uscite lo scorso anno. Crystal Dynamics è riuscita infatti nella difficile impresa di svecchiare il gameplay di una saga che troppo spesso aveva prestato il fianco ad aspre critiche. Ora che Lara si presenta a noi in versione console next-gen, possiamo senza ombra di dubbio dire che il limite della perfezione è stato quasi raggiunto.

A fronte di un gameplay rimasto inalterato e quindi bilanciato in maniera sublime e abbastanza vario da accontentare i palati più esigenti (sì, anche quelli di chi lo ha giocato pensando che fosse un clone di Uncharted), la versione PlayStation 4 si presenta con un comparto tecnico pressoché inappuntabile, capace di rivaleggiare con l'edizione PC e di far brillare gli occhi anche ai più schizzinosi.

Proprio in questi giorni si è fatto un gran parlare dei famigerati 60 fps della versione PS4 e della presunta impossibilità da parte della rivale Xbox One di raggiungere questa quota. Non sono qui per fare un confronto diretto, che lascio volentieri al Digital Foundry pubblicato ieri sera, ma posso tranquillamente affermare che la nuova console di Sony può sfoderare una fluidità nettamente superiore a quella delle macchine old-gen, seppur con qualche occasionale tentennamento.

La qualità del modello poligonale di Lara è sensibilmente superiore a quella vista nelle edizioni PS3 e Xbox 360 del gioco.

Piccoli scatti e lievi cali di fluidità confermano che i "frames per second" della Definitive Edition PS4 non sono così stabili ma si tratta comunque di incertezze sporadiche, dipendenti più che altro dalla quantità di effetti presenti su schermo, che non minano in alcun modo un'esperienza di gioco incredibilmente fluida e appagante.

"Senza Lara Croft probabilmente il buon Nathan Drake non sarebbe mai esistito"

Tale esperienza, per chi non avesse avuto il piacere di goderla con le versioni uscite lo scorso anno, è un po' diversa da quella offerta finora dalla saga ideata dall'ormai defunta Core Design. Giocandoci per la prima volta potreste essere portati a pensare che si tratti di un clone di Uncharted, ma in realtà è l'esatto contrario, perché senza Lara Croft probabilmente il buon Nathan Drake non sarebbe mai esistito.

A differenza dei primi capitoli, nei quali le parti action ed esplorative si sposavano con una struttura piuttosto lineare, questo reboot di Tomb Raider presenta un gameplay più vicino a quello di un'avventura con elementi GDR. Gli scenari in cui la protagonista si muove sono totalmente aperti ed esplorabili fin dall'inizio, anche se le mappe non sono particolarmente ampie.

Nel corso della sua avventura, Lara guadagna esperienza che le consente di sbloccare nuove abilità e armi più potenti. Fortunatamente questa caratteristica è stata sviluppata in modo nettamente migliore rispetto a quella inserita a suo tempo nell'orrido Angel of Darkness e mai, in nessun momento, risulta invasiva.

La routine con cui la pelle della protagonista si sporcherà di sangue e fango o si imperlerà di sudore durante l'avventura, è mutuata dall'edizione PC.

L'elemento "survival" è rappresentato dalla necessità di cacciare animali e reperire munizioni in giro per gli scenari. Detto tra noi, queste ultime non sono mai presenti in quantità scarsa, quindi non dovrete preoccuparvi più di tanto degli approviggionamenti. Dovrete invece fare attenzione agli scontri a fuoco. In passato questi erano un tallone d'Achille della serie ma in questo capitolo (anche grazie al suddetto Uncharted) sono un elemento importante e divertente del gameplay.

"La Lara con cui avrete a che fare è ben lungi dall'essere l'eroina indistruttibile delle due precedenti imprese"

La Lara con cui avrete a che fare è ben lungi dall'essere l'eroina indistruttibile delle due precedenti imprese. In questo suo nuovo esordio è debole, a volte lenta e impacciata nei movimenti a causa delle molte ferite riportate, e dovrete fare attenzione a muovervi con circospezione. I nemici sono gestiti da una intelligenza non certo impeccabile, ma spesso ve ne troverete di fronte un numero notevole e fare i Rambo della situazione porterà solo a una morte prematura.

Se la missione principale può essere completata in una decina di ore, questo Tomb Raider è farcito anche di sfide secondarie che aumentano non poco la longevità generale. Oggetti e reliquie da trovare, altari nascosti da scovare e tombe opzionali da visitare vi consentiranno di aumentare più velocemente il vostro bottino di XP e quindi di rendervi più facile la vita nella main quest.

Per quanto riguarda il multiplayer, questa Definitive Edition non aggiunge nulla di significativo in termini di gameplay a quanto già visto nel gioco originale. Ci si trova di fronte a un classico sparatutto in terza persona nel quale si possono vestire i panni di alcuni dei personaggi dell'avventura principale. Le opzioni a disposizione sono piuttosto standard e vanno dal classico Deathmatch ad altre varianti che ricalcano comunque la formula "noi contro di voi".

Vediamo in azione la tecnologia TressFX Hair che muove i capelli di Lara.

Tali varianti possono consistere nell'attivazione di "n" trasmettitori radio sparsi nelle mappe prima della squadra avversaria o nel dover uccidere un determinato numero di avversari prima che scada il tempo. La più interessante di queste è sicuramente la modalità Rescue (Salvataggio), che ricorda vagamente il multiplayer di The Last of Us. Le due fazioni in lotta hanno obiettivi differenti in questo caso, una deve recuperare degli approvvigionamenti medici, mentre l'altra deve cercare di ostacolare questa operazione. Da questo punto di vista il team Crystal Dynamics sembra aver guardato (e giocato) il pluri-citato Uncharted e altri titoli simili, inserendo un upgrade system molto simile che a fronte degli XP guadagnati in multiplayer permette di sbloccare nuove armi e abilità. Nel caso ve lo state chiedendo, la risposta è "no"... non è possibile portare l'Esperienza raggranellata in single-player nella porzione "multi" di Tomb Raider.

Tornando al discorso principale, ovvero alle caratteristiche che differenziano questa versione da quelle uscite in precedenza, non si può non parlare del modello di Lara che avrete il piacere di accompagnare nell'avventura. Questo risulta poligonalmente molto più raffinato e può vantare ora una serie di effetti applicati in precedenza appannaggio esclusivo dell'edizione PC. Tra questi il più noto è quel TressFX che dona ai capelli della protagonista un movimento molto più naturale e fluido: non siamo ai livelli della famosa pubblicità "Perché io valgo", ma poco ci manca.

Un tocco di classe è rappresentato dalla fisica applicata all'equipaggiamento. Arco, frecce e piccone ondeggiano realisticamente in base ai movimenti di Lara.

Nettamente migliorati anche gli effetti che fanno imperlare la pelle di Lara con sudore, sporcizia e sangue, ma il corpo della bella archeologa non è stata l'unica cosa a beneficiare del trattamento di bellezza operato in questa Definitive Edition. Anche il volto di Miss Croft è stato "ristrutturato" e presenta ora tratti più maturi e ancora meno caricaturali, oltre che un'espressività a tratti incredibilmente realistica.

"I 1080p di questa edizione consentono di godere del gioco nella maniera migliore possibile"

Si potrebbe proseguire parlando di nuovi shader e termini tecnici complicatissimi e astrusi, ma ciò che conta è sapere che la nativa risoluzione di 1080p di questa edizione consente di godere del gioco nella maniera migliore possibile, come finora era possibile solo su PC. È possibile notare particolari in precedenza totalmente assenti o impercettibili, dagli effetti particellari quali vapore, scintille e fuoco (che si propaga ora in modo molto più realistico), all'illuminazione in tempo reale, ancora più convincente e precisa.

I più attenti di voi noteranno inoltre una maggiore interattività degli scenari rispetto alle "vecchie" versioni. Si muovono quasi tutti gli arbusti, i cespugli e il fogliame con cui Lara viene a contatto e anche la nebbia volumetrica subisce piccole variazioni in base al vento. Molti di questi dettagli possono passare inosservati, specie nelle fasi più intense del gioco, ma nell'insieme la differenza si vede eccome.

Tomb Raider: Definitive Edition su PS4 presenta inoltre alcune novità nel sistema di controllo, riconducibili all'utilizzo del Dual Shock 4. Il touchpad può essere utilizzato per semplici azioni come l'accensione di una torcia o la navigazione della mappa, mentre la cassa interna al controller simula molto efficacemente le comunicazioni radio tra Lara e i co-protagonisti del gioco.

Purtroppo il lavoro svolto per questa Definitive Edition non ha migliorato il multiplayer di Tomb Raider, la parte più debole dell'intera produzione.

L'impugnatura molto più comoda del DS4, inoltre, rende l'intera esperienza decisamente più confortevole. Per finire, la light bar del controller è stata sincronizzata in modo da riprodurre più o meno fedelmente i colori dominanti del gioco nelle varie situazioni: lampeggiante durante gli scontri a fuoco, rosso in caso di ferite gravi, arancio quando si usa una torcia.

"Miglioramenti tecnici a parte, la Definitive Edition può vantare una serie di contenuti extra non trascurabili"

Tra le novità viene annoverato anche il supporto ai comandi vocali, nel caso si possegga la PlayStation Camera, ma nel corso del test questi si sono rivelati a dir poco superflui e in alcuni casi non hanno risposto con la prontezza richiesta da "feature" del genere. In ambienti troppo rumorosi, inoltre, i comandi possono essere mal interpretati: immaginate di trovarvi nel bel mezzo di un intenso scontro a fuoco e improvvisamente Lara decide di mollare il suo fucile a pompa passando all'arco solo perché vostra madre vi ha appena detto che la pasta è quasi cotta. Detto in parole povere? Disattivate i comandi vocali e godetevi il gioco in maniera tradizionale.

Miglioramenti tecnici a parte, la Definitive Edition di Tomb Raider può vantare una serie di contenuti extra non trascurabili, specialmente per i fan più sfegatati della serie. Tra i menù di gioco è possibile godere dell'edizione digitale del fumetto Dark Horse dedicato alla nuova Lara, ma anche di un artbook con contenuti esclusivi e di tutti gli episodi del web-document "The Final Hours", nel quale i ragazzi Crystal Dynamics raccontano le varie fasi della creazione del gioco. La ciliegina sulla torta della sezione Extra è rappresentata dall'inclusione dei DLC, che aumentano il numero di mappe multiplayer disponibili e aggiungono una nuova tomba opzionale da visitare.

Ci troviamo quindi di fronte alla migliore versione possibile del gioco, in cui i (pochi) punti deboli delle edizioni console "old-gen" sono stati eliminati e le caratteristiche tecniche del prodotto sono state portate allo stesso livello dell'edizione PC. A distanza di mesi dall'uscita originale, questa Definitive Edition serve inoltre a capire ancora più chiaramente l'ottimo lavoro svolto dal team di Crystal Dynamics... ma vale la pena acquistarlo visto il prezzo (quasi) pieno a cui viene venduto?

Il trailer italiano di Tomb Raider: Definitive Edition.

Se non avete giocato Tomb Raider su Xbox 360 o PS3 e possedete ancora una di queste due console, attualmente potete acquistare le rispettive versioni a un prezzo che si aggira tra i 20 e i 30 euro. I contenuti della Definitive Edition da soli non giustificano infatti un ulteriore esborso da parte di chi abbia già completato l'avventura una volta. Se però fate parte di questa categoria e volete la versione pressoché perfetta di uno dei migliori action dello scorso anno, allora potete lasciare da parte ogni dubbio e investire i vostri sudati risparmi natalizi.

9 / 10