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Fallen Legion+ - recensione

Button mashing forsennato.

Fallen Legion è un brand già approdato su Play Station 4 e su PS Vita, che quest'anno si accinge ad arrivare anche su Nintendo Switch. Alle sue già numerose incarnazioni per console si aggiunge la versione per PC, chiamata Fallen Legion+, che accorpa in un unico titolo due avventure che differiscono essenzialmente per il loro protagonista. Che decidiate di giocare nei panni della principessa Cecille o del coraggioso Leandur, infatti, l'esperienza di gioco non cambia molto. Ma bando ai preamboli e scopriamo subito cos'ha da offrire questa avventura bidimensionale dalla grafica accattivante.

Il titolo propone un comparto narrativo fantasy abbastanza standard: il regno di Fenumia è in subbuglio a causa di un terribile conflitto e la dipartita dell'imperatore non fa che esacerbare ulteriormente la situazione. A noi spetta quindi l'ingrato compito di porre fine al conflitto e di riportare la pace nel reame. Come detto poche righe fa l'avventura può essere giocata sia nelle vesti della figlia dell'ormai scomparso regnante, la principessa Cecille, oppure di Laendur, un brillante stratega il cui regno è stato conquistato dall'impero anni fa. A fare da comprimario ai due protagonisti vi è un misterioso grimorio parlante, in grado di conferire immensi poteri di evocazione ma anche incline a pratiche che ben presto entrano in conflitto con i principi morali dei nostri alter ego.

Seppur i due canovacci narrativi viaggino su binari diversi (ma nemmeno così tanto), l'esperienza di gioco rimane praticamente identica, indipendentemente da chi decidiamo di impersonare. Gli alleati che incontriamo sul nostro cammino sono gli stessi, anche se faremo la loro conoscenza in momenti differenti, così come le loro abilità in battaglia. Questa mancanza di differenziazione uniforma fin troppo le due campagne, che tendono ad assomigliarsi così tanto da rischiare che la noia prenda il sopravvento prima di averle portate entrambe a compimento.

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La storia si suddivide in varie missioni, inframmezzate da una logorroica serie di dialoghi totalmente in Inglese. La grande mole di testi, tra l'altro di una qualità che oscilla tra il medio e il mediocre, appesantisce la narrazione e diluisce il gameplay con momenti morti in cui non ci sono scelte morali da effettuare o risposte a scelta multipla, ma bisogna solo leggere fin troppe righe di testo. Una volta preso atto delle vicende in cui siamo coinvolti giunge però il momento di menare le mani e buttarsi a capofitto in una delle innumerevoli missioni di cui è composta la campagna.

Il gameplay vede noi e la nostra squadra, composta da un massimo di tre elementi, correre ostinatamente verso destra in una serie di livelli bidimensionali. Ogni volta che si incontrano dei nemici il gruppo si ferma e ha inizio la battaglia. Ognuno dei membri del team è assegnato ad un tasto del pad, alla pressione del quale l'interessato attacca automaticamente il nemico più vicino. Come è ovvio non è possibile sferrare attacchi a profusione, e dopo ogni offensiva bisogna attendere il relativo cooldown prima che sia di possibile attaccare nuovamente.

Se i nostri alleati stanno in prima linea, il nostro personaggio preferisce invece tenersi nelle retrovie e scagliare potenti incantesimi da una posizione sicura. Questi si rendono disponibili solo dopo aver messo a segno un numero variabile di attacchi e hanno diversi usi in battaglia, che vanno dalle classiche cure o salve di proiettili infuocati, fino al riportare in vita i compagni caduti. In caso di dipartita dell'intero team basterà però un singolo colpo incassato dal protagonista per mettere fine alla partita.

La resa grafica bidimensionale degli eroi, così come quella dei nemici, è davvero soddisfacente.

Il gameplay si traduce quindi in un button mashing forsennato, atto ad infliggere il maggior numero possibile di attacchi non appena disponibili, inframmezzato da qualche sortilegio dagli effetti devastanti. Un'altra meccanica che permette di prevalere durante gli scontri è la parata, valida per tutti i personaggi in contemporanea, e che rimanda l'attacco al mittente se utilizzata col giusto tempismo.

Gli scontri quindi divengono dopo pochissimo ripetitivi e privi di mordente, con il giocatore che si può limitare a premere convulsamente i tasti offensivi aggiungendo di tanto in tanto qualche parry con la speranza di azzeccare il tempo giusto. Questa eventualità è stemperata dal perenne caos generato dagli effetti visivi degli attacchi che molto spesso rendono ostico scegliere il momento giusto per alzare la guardia.

Tra un combattimento e l'altro si palesano alcuni eventi che possono essere risolti scegliendo fra diverse soluzioni abbinate a della carte. La scelta di una piuttosto che dell'altra conferisce dei buff ai personaggi o consegna al giocatore artefatti ad uso singolo che possono ribaltare l'esito dello scontro. Finita la missione spesso si guadagnano delle gemme che, equipaggiate in un massimo di tre slot, potenziano ulteriormente i nostri alleati o ne cambiano l'utilità sul campo di battaglia.

La scelta della carta conferisce bonus ai personaggi ma può anche fornire potenti artefatti che si consumano una volta utilizzati.

Dal punto di vista tecnico ci troviamo di fronte ad un lavoro ammirevole per quanto riguarda la realizzazione dei modelli di personaggi e fondali. Seppur si tratti sempre di stereotipi fantasy, la resa visiva è molto gradevole e in generale l'occhio è appagato. Un vero peccato che lo stesso non si possa dire di alcune altre finezze, come ad esempio la specifica dei tasti durante le fasi di tutorial, che riportano ancora le indicazioni dei pulsanti della PlayStation seppur il titolo sia per PC.

In generale Fallen Legion+ propone un'offerta ludica appena sufficiente, con un gameplay poco ragionato, votato in buona parte alla pressione convulsa dei tasti, e con una componente tattica ridotta all'osso. Gli scontri, ripetitivi e privi di mordente, portano il giocatore ad annoiarsi abbastanza presto. Purtroppo il gradevole aspetto grafico fatica da solo a tenere in piedi una produzione poco riuscita che finirà presto offuscata da titoli ben più profondi e divertenti.

6 / 10