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Sword Art Online: Alicization Lycoris - recensione

Altro giro, altro mondo digitale.

Al suo annuncio, Sword Art Online: Alicization Lycoris attirò particolarmente l'attenzione dei fan del franchise: dopo l'interessante e senza dubbio peculiare esperimento che era stato Fatal Bullet, si assisteva al ritorno di un'ambientazione fantasy medievale classica, ma soprattutto al primo caso di una vera e propria trasposizione in formato videogioco di un arco narrativo di Sword Art Online; nello specifico, parliamo - come intuibile - dell'Alicization Arc, che corrisponde alla terza stagione dell'anime.

Prima di Sword Art Online: Alicization Lycoris, i videogiochi della serie avevano proposto storie autonome, pur se con personaggi e ambientazioni riconoscibili, per questo l'idea portata avanti da questo nuovo titolo suonava intrigante, ambiziosa, oltre che molto pericolosa.

Purtroppo, la pandemia che ha colpito la nostra società non ha risparmiato Sword Art Online: Alicization Lycoris, un gioco che già in partenza non puntava certamente a una qualità produttiva pari a un titolo AAA ma che, a causa del COVID-19 e delle conseguenti ripercussioni sui ritmi di lavoro degli sviluppatori, si è ritrovato in un primo momento rinviato e, successivamente, pubblicato con bel più di qualche magagna a cui far fronte.

Fortunatamente, il team di Aquria si è messo subito all'opera per cercare di arginare i danni, promettendo in tempi brevi una patch in grado di risolvere almeno parte dei problemi tecnici di quello che è, ad oggi e senza dubbio, il gioco Sword Art Onlinedal maggior potenziale sprecato.

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Per circa la prima metà di gioco (nel caso di giocatori completisti, sarebbe più corretto parlare di primo terzo) la storia segue le vicende originali in maniera abbastanza fedele: Kirito si risveglia, senza memoria, all'interno dell'Underworld, ennesimo mondo digitale del quale non ha cognizione, per essere trovato e portato in città da Eugeo, ragazzo che inizialmente il protagonista identifica come NPC di quel software, ma che dimostrerà fin da subito una capacità di ragionamento e una sfera emotiva stranamente complesse.

Impossibilitato per qualche ragione a poter effettuare il logout, Kirito decide di seguire Eugeo e aiutarlo a eseguire il suo Compito; dopo qualche (dis)avventura, alcune rivelazioni e ancor più domande insolute, Eugeo sceglierà di diventare Spadaccino e i due s'incammineranno verso Centoria, la capitale dell'Underworld.

I fan di Sword Art Online noteranno fin dal primo, epico scontro tutorial qualche piccola differenza tra la storia che conoscono e quella presentata da Alicization Lycoris; tuttavia, è solo a partire dalla fine del primo capitolo che gli eventi prenderanno una piega completamente nuova, con tanto di personaggi originali (e vecchie conoscenze) che prenderanno prepotentemente il proprio posto sotto le luci della ribalta, confinando i personaggi "canonici" quasi in secondo piano.

Va precisato che questa "nuova versione" della trama è stata supervisionata dallo stesso Reki Kawahara, originale autore di Sword Art Online; eppure, idee ed esecuzione non convincono del tutto, tra personaggi storici della serie inseriti praticamente solo per fanservice, figure originali che sembravano aver qualcosa da dire e finiscono ridotte a classiche maschere confinate nel proprio limitato ruolo e, in generale, un ritmo narrativo inutilmente annacquato per dare a tutti il giusto tempo espositivo, senza che però buona parte di essi abbia, concretamente, un motivo valido per aprir bocca.

A dispetto di una grafica di gioco assai datata, i filmati risultano davvero gradevoli.

Insomma, Sword Art Online non è certamente il picco massimo della moderna letteratura nipponica per ragazzi, ma è sempre riuscito ad essere, con i suoi alti e bassi, un buon prodotto d'intrattenimento per un pubblico giovane e/o di affezionati; nel caso di Sword Art Online: Alicization Lycoris, purtroppo, ci troviamo davanti a un esperimento mal riuscito, un ibrido a cui manca identità, una scelta netta sulla direzione da imboccare tanto narrativamente, quanto tecnicamente.

In un mondo ideale, Sword Art Online: Alicization Lycoris sarebbe definibile come "un action JRPG classico, con tendenze conservative e sistemi tradizionali di combattimento, esplorazione e gestione delle missioni"... Purtroppo però questa è la realtà, e ciò che il giocatore si trova davanti è un gioco con evidenti problemi tecnici, molti dei quali probabilmente dovuti alle fasi finali di sviluppo e polishing avvenute in un periodo di emergenza sanitaria mondiale.

Innanzi tutto, la combinazione tra budget medio/basso e mappa aperta non è mai auspicabile, nemmeno nelle migliori condizioni di lavoro possibili; nel caso di Alicization Lycoris, il level design non presenta un vero e proprio open world, ma le aree esplorabili sono tutte molto e inutilmente ampie, nel tentativo di riprendere quell'atmosfera da MMORPG di alcuni dei precedenti capitoli, che però il titolo in questione non rispecchia più in nessun altro elemento, combat system in primis.

Le ambientazioni riprendono il classicissimo stile del fantasy medievale, senza però alcun guizzo o limatura tecnica: i pop-up e il clipping dei modelli sono all'ordine del giorno, il framerate difficilmente raggiungerà i 30 fotogrammi al secondo durante l'esplorazione e durante molte battaglie calerà al punto da rendere l'esperienza interattiva assai frustrante; stesso dicasi per telecamera e input lag, altro cocktail pericolosissimo e che concorre a sabotare un sistema di gestione del party e dei combattimenti forse non rivoluzionario, ma perlomeno solido, rendendolo tremendamente saponoso in ogni movimento e azione selezionata (questa cosa, purtroppo, si percepisce fin dal primissimo scontro della storia) e accompagnandolo con un sistema di lock dei bersagli più controproducente che utile.

Le tare della struttura di gioco affossano un sistema di combattimento non rivoluzionario, ma sicuramente interessante.

Si potrebbe discutere anche del bilanciamento di molti scontri, che risultano sospettosamente lunghi e ripetitivi, forse perché concepiti per essere portati a termine in compagnia di altri giocatori in carne ed ossa attraverso il sistema di matchmaking online, anche questo piagato a sua volta da ritardi e instabilità della sessione di gioco che speriamo vengano risolte quanto prima con un aggiornamento; in ogni caso, nonostante la durata, una volta ingranato il sistema di combo e delle Arti di ciascun personaggio, difficilmente ci si troverà davanti avversari considerabili propriamente "difficili".

Quasi ogni quest opzionale di Sword Art Online: Alicization Lycoris ricalca gli stilemi dei GDR classici, tra oggetti da raccogliere, persone da salvare e nemici da sconfiggere; purtroppo o per fortuna, portare a termine quelle missioni fornirà premi estremamente utili per il potenziamento dei protagonisti, del loro arsenale e delle loro abilità, per cui saltarle a piè pari non è un'opzione consigliata.

Il sistema di combattimento è senza dubbio l'elemento meglio riuscito del gioco, tra un protagonista "wildcard" estremamente personalizzabile e comprimari ciascuno con le proprie armi, skill e approcci al terreno di scontro; questo non fa che renderne più dolorosa la sua applicazione pratica, contro nemici bullet sponge dal pattern ripetitivo e prevedibile, all'interno di arene spoglie e dal framerate fin troppe volte vicino a sfiorare la singola cifra per secondo.

Unica, piccola gioia sono gli immancabili rapporti sentimentali con le fanciulle protagoniste: buona parte degli ambigui e prolissi sistemi di botta e risposta (più simili a un interrogatorio nella maggior parte dei casi) dei titoli precedenti sono stati sostituiti da una meccanica decisamente più semplice: le conversazioni Cuore a Cuore, che permettono di conquistare e portare a letto (letteralmente) le ragazze nel giro di una manciata d'ore.

Come da tradizione, non mancheranno le “scene a letto” , nel caso si soddisfino le giuste condizioni durante le conversazioni con le fanciulle protagoniste.

Ciò che si percepisce davanti Sword Art Online: Alicization Lycoris è che le prime quindici/venti ore di gioco siano state pensate come tutorial per la vera esperienza, in cui la trama prende una strada del tutto nuova e viene dato accesso alle funzionalità online e la personalizzazione dell'avatar. Come già detto, però, il problema è che il titolo manca di ottimizzazione sotto ogni versante e sembra a tutti gli effetti un mobile messo insieme in fretta e furia e senza leggere le istruzioni: elementi sbilenchi e traballanti, sbilanciati fra loro e con tante, troppe viti avanzate in fondo allo scatolone.

Sword Art Online: Alicization Lycoris è un piacevole ritorno al fantasy classico tipico della saga, ma risulta zoppicante sul versante tecnico e sulla varietà dell'esperienza, creando un discutibile compromesso tra quantità e qualità.

Forse, se gli sviluppatori si fossero soffermati nel perfezionare la prima parte di gioco, oggi avremmo avuto un titolo meno longevo, ma ben confezionato e soddisfacente in ogni suo elemento, in grado di creare aspettativa per un eventuale sequel; in questo modo, invece, sugli scaffali è arrivato un mattone di oltre 50 ore, che potrà far felici solo una ristrettissima cerchia di videogiocatori appassionati, comprensivi e molto, molto pazienti.

6 / 10
Avatar di Lara Arlotta
Lara Arlotta: Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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