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Famicom Detective Club: The Missing Heir & The Girl Who Stands Behind - recensione

Due misteri rimasti sepolti per troppo tempo.

Le console di Nintendo sono sempre state terreno fertile per i giochi a sfondo investigativo. I primi che ci vengono in mente sono ovviamente quelli appartenenti alle saghe del Professor Layton e di Ace Attorney, ma vale la pena citare anche le eccellenti produzioni di Cing, dai bellissimi Hotel Dusk: Room 215 e Last Window, ai due suggestivi capitoli di Another Code. A corredo troviamo nel corso degli anni una miriade di derivazioni videoludiche dei romanzi di Agatha Christie, delle avventure di Sherlock Holmes o delle stagioni televisive di CSI.

Andando a scavare a fondo nel passato di Nintendo sono recentemente riaffiorate due avventure appartenenti al filone Famicom Detective Club, rimasto finora bloccato nei confini giapponesi e pronto a sbarcare per la prima volta in Europa nei remake di The Missing Heir e The Girl Who Stands Behind.

Il primo gioco risale al 1988, anno in cui venne pubblicato su Famicom per poi essere inserito insieme al suo prequel (uscito un anno dopo) in raccolte per Wii, Wii U e 3DS. Ora entrambi i titoli arrivano in versione inedita, con una grafica totalmente rinnovata e un gameplay raffinato per sfruttare almeno in parte le caratteristiche peculiari della console ibrida Nintendo.

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Lo stile grafico è stato opportunamente cambiato. I semplici sprite dei giochi originali sono stati sostituiti da personaggi disegnati a mano di pregevole fattura che ricalcano più o meno i classici stereotipi delle visual novel di stampo nipponico. Ognuno di loro è "animato" con vari layer espressivi che si alternano a schermo in base alle situazioni.

Anche l'interfaccia ha ovviamente subito un restyling, ma come allora prevede unicamente la manciata di opzioni necessaria ad ogni singola fase di gioco: Parla, Guarda, Esamina, Pensa, Deduci e via dicendo. In base a come viene condotto ogni colloquio è possibile sbloccare nuovi spunti di conversazione che portano eventualmente alla scoperta di dettagli opzionali, ma in generale l'esperienza investigativa è piuttosto lineare.

Le indagini ovviamente prevedono anche l'esplorazione visiva di varie location con un cursore che cambia descrizione in base all'oggetto su cui viene spostato. Ogni avventura ha un cast diverso ma lo stile di gioco non cambia, se cercate l'azione qui non ne troverete. Ciò che troverete è una presenza massiccia di dialoghi senza però quella componente enigmistica tipica di altri titoli simili.

Le fonti d'ispirazione per entrambi i titoli sono varie, ma tra queste sono inclusi anche alcuni capolavori horror del maestro Dario Argento.

Si possono interrogare i testimoni alla ricerca di nuove opzioni di dialogo che vengono sbloccare in base alla sequenza di domande poste ed è ovviamente possibile, anzi necessario "esplorare" le schermate alla ricerca di dettagli da esaminare. Le storie procedono in modo piuttosto lineare e difficilmente è possibile abbandonare una location senza aver raccolto almeno le informazioni fondamentali. In alcuni casi inoltre si può chiedere un aiuto ai personaggi secondari che accompagnano il protagonista nelle indagini.

In termini di gameplay le caratteristiche peculiari di Switch sono state sfruttate solo in minima parte, ovvero nei comandi touch, ma non c'è traccia di Rumble HD o di giroscopio. La volontà degli sviluppatori è chiara: mantenere il più fedelmente possibile intatto lo spirito dei titoli originali e questo significa anche non stravolgere minimamente le trame. Queste anche a distanza di anni risultano incredibilmente fresche e interessanti, con venature gialle e horror a condire il fluire delle storie. L'opera di scrittura originale venne portata a termine da Yoshio Sakamoto, un nome che alla maggior parte di voi dirà poco ma che i più navigati riconosceranno come direttore di numerosi capitoli della serie Metroid e di svariati altri titoli di casa Nintendo.

Il protagonista di The Missing Heir è un giovane che viene rinvenuto in fondo ad una scogliera in preda ad una forte amnesia. È in buone condizioni di salute ma non ricorda come sia arrivato lì o cosa sia accaduto. I primi indizi puntano verso un appuntamento che il ragazzo aveva con una persona che avrebbe dovuto riferirgli importanti informazioni. Nel tentativo di recuperare il resto della memoria inizia a lavorare insieme all'investigatrice Ayumi Tachibana ad un caso di omicidio presso una facoltosa famiglia del luogo.

Potrete trarre delle conclusioni sul caso che state seguendo solo dopo aver raccolto un numero sufficiente di prove e testimonianze.

Molto più inquietante il prologo di The Girl Who Stands Behind, che ha inizio con il ritrovamento del cadavere di una studentessa, Yoko. La sua morte è apparentemente legata ad una leggenda che gli studenti del suo liceo ben conoscono, quella di uno spirito femminile che si materializza improvvisamente alle spalle di ignare vittime destinate a morire dopo il terribile incontro. Ovviamente andare avanti con il racconto significherebbe sfociare negli spoiler quindi è meglio fermarsi qui.

Non esiste un ordine giusto o sbagliato per godere dei due titoli: se volete seguire quello delle uscite iniziate pure da The Missing Heir, altrimenti partite da The Girl Who Stands Behind che racconta eventi precedenti a quelli del primo capitolo. Sappiate però che i giochi NON sono stati localizzati in italiano, il doppiaggio è disponibile unicamente in giapponese e i sottotitoli in inglese. Se non avete almeno una basilare conoscenza della lingua di Albione riuscire a comprendere al meglio la trama e procedere verso le soluzioni potrebbe presentare qualche problema.

I due giochi non sono per ora acquistabili separatamente e il pacchetto completo costa come un normale titolo Nintendo di prima fascia. I 60 euro sono pienamente giustificati vista la discreta longevità dei due titoli, ma l'acquisto a prezzo pieno deve essere ponderato da quei giocatori che non amano particolarmente le visual novel investigative.

Le informazioni fondamentali per risolvere i casi vengono raccolte in un taccuino consultabile in qualsiasi momento.

Chi invece non vede l'ora di mettere alla prova le sue abilità deduttive è caldamente invitato a mettere in preventivo il download dell'edizione digitale, l'unica finora prevista per Famicom Detective Club, ma deve comunque tenere presente che alcune meccaniche sono mediamente meno approfondite rispetto a quelle di giochi simili ma più recenti. Il gioco Mages brilla però di luce propria quando si parla di storie e coinvolgimento emotivo negli eventi di entrambe le avventure, con una nostra personale minima preferenza per The Girl Who Stands Behind.

7 / 10