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David Braben e il Kinect

Il creatore di Elite spiega il futuro del motion control.

Eurogamer: Forse si assomigliano tanto perché vendono tutti molto bene.

David Braben: Sì, ma lavoriamo in un settore ricchissimo, pieno di spazio vuoto che possiamo riempire di giochi. Quando esce un titolo nuovo che prende direzioni mai provate, dobbiamo assolutamente supportarlo. Limbo, ad esempio, era bellissimo, l’ho amato fin da subito. È qualcosa di diverso e il modo in cui hanno usato il suono è stato veramente particolare.

Il mio cuore s'intristisce un po' tutte le volte che esce un gioco irriconoscibile dagli altri. Sono grandi prodotti, questa non vuol essere una critica ai titoli in sé, ma se lo sforzo per crearli fosse impiegato per fare qualcosa di nuovo, uscirei a comprarli in un baleno . Anche se la cosa più deprimente, e che alla fine li compro comunque.

Eurogamer: È una situazione in cui innovazione e successo commerciale possono coesistere o no?

Elite (1984) è il gioco di Braben per il quale gli appassionati preferiscono ricordarlo.

David Braben: Probabilmente possiamo avere entrambi. Ma se guardi alle somme spese nel settore, vengono quasi tutte impiegate in generi molto specifici, in maniera molto inefficiente. Se volete posso fare il vecchio noioso e tornare ai tempi di Elite, che non piaceva ai publisher perché era troppo diverso. All'epoca ci dissero che i giochi dovevano avere le monete, qualcosa da raccogliere, come Mario, e un tempo di gioco di dieci minuti massimo. Facevano tutti riferimento ai giochi arcade, anche se non ce n'era bisogno. Oggi, più di allora, abbiamo la possibilità di creare tantissimi giochi diversi rispetto a quanto già visto.

Eurogamer: Cosa ti piacerebbe vedere nella prossima generazione di console?

David Braben: Ci sono ampie possibilità di fare qualcosa di fresco, di nuovo, è questa è la cosa più importante. La gente può criticare il Kinect, d'altronde criticano anche l'iPad, ma alcune delle cose che puoi farci sono incredibili. Ciò che li rende interessanti è il fatto che danno la possibilità di creare titoli completamente nuovi.

L'utilizzo di alcune console diventa sempre più semplice via via che le cose cambiano. Il nostro settore non sta mai fermo. Se guardi ogni generazione, perfino ogni anno, sai collocare nel tempo un gioco semplicemente guardandolo, il ché è un buon indice di quanto velocemente ci muoviamo.

Sono molto curioso ed eccitato di sapere cosa ci riserverà il futuro ma ormai siamo invasi dalle "nuove generazioni", e questo è per certi versi molto strano. Mi spiego meglio: ciò che i servizi online ci permettono di fare, ciò che Kinect ci permette di fare, ciò che l'iPad ci permette di fare, ci apre un ventaglio di possibilità così ampio che siamo sempre in una fase di "nuova generazione" e la prossima non dovrà fare altro che incorporare tutto ciò che già abbiamo.

Eurogamer: La potenza di calcolo è importante?

David Braben: Può fare la differenza ma è solo una dimensione, una parte del tutto.

Eurogamer: Di questi tempi hai ancora la possibilità di giocare a ciò che ti piace?

David Braben: Certo ma posso provare meno giochi di quanti vorrei. Mi imbarazza molto ammettere che non ho ancora finito Portal 2 ma credo di essere quasi alla fine, è un gioco adorabile. Non riesco a giocare molto perché ovviamente sto pensando ai miei titoli, a Disneyland, e sto seguendo altri progetti che occupano gran parte del mio tempo.

Comunque sì, giocare mi è sempre piaciuto, lo faccio ancora, e Portal 2 è il mio gioco del momento: le idee che esprime sono semplicemente favolose.

Eurogamer: Giochi più spesso su console o su dispositivi portatili?

David Braben: Probabilmente gioco di più da quando usi dispositivi come l'iPad, perché posso farlo in situazioni in cui normalmente non giocherei, come sul treno o in aeroplano.

Tutt'ora cerco di giocare il più possibile di fronte a un bel televisore HD ma il tempo è sempre molto risicato. Al contrario dei piccoli intervalli di tempo, i dieci minuti di attesa in un aeroporto, o quando sei in treno e hai già letto le tue email, in cui è una gran cosa poter contare su qualche gioco semplice e veloce.

Sono esperienze differenti e complementari. È qualcosa su cui si è discusso molto ma che è diventato realtà sono negli ultimi anni: sto parlando della possibilità di giocare ovunque. Con i vecchi giochi per cellulari, e ne ho sviluppato anche qualcuno, l'esperienza non era un granché. Solo adesso iniziamo a vedere alcune delle idee più diffuse nei giochi classici apparire anche sulle piattaforme mobile.