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White Knight Chronicles: International Edition

C'era una volta un "candido" cavaliere...

A differenza di Final Fantasy XII (la cui struttura è per certi versi molto simile), sarete liberi di acquistare abilità in qualsiasi area sin dall’inizio del gioco, in modo da costituire immediatamente un team personale e specializzato. Il passaggio da un personaggio all’altro nel corso del combattimento è semplice, ma se preferite concentrarvi su un solo personaggio, l’intelligenza artificiale penserà a gestire il resto del gruppo utilizzando appropriatamente le mosse e le combo che avrete assegnato a ciascun membro.

Singole mosse possono essere concatenate in sequenza e, nel corso di un combattimento, vi verrà richiesto di premere il tasto d’azione in stile QTE per completare a dovere la combo secondo le vostre direttive. Proprio per questo, potrete passare ore anche solo a calibrare per bene le varie mosse e le abilità acquisite o nel tentativo di bilanciare al meglio il vostro team. Nulla di particolarmente complesso, ma davvero divertente.

La facilità del gioco, però, non costringe mai a estenuanti preparativi o all’elaborazione di tattiche particolarmente elaborate. Una volta che avrete guadagnato l’armatura del Cavaliere Bianco (che vi trasformerà in un gigante dalle fattezze squisitamente robotiche) l’incentivo ad applicare strategie differenti all’interno del menu sarà ancora minore. La trasformazione richiederà determinati punti azione, guadagnati ogni volta che avrete riempito l’apposita barra. Sette sono i punti azione minimi necessari a tramutarvi nel Cavaliere Bianco; ciò significa che dovrete imparare a gestire le vostre risorse nel corso delle battaglie normali per poter arrivare ben preparati in vista dell’usuale boss di fine livello.

Come detto in apertura, White Knight Chronicles presenta inoltre una soddisfacente modalità multiplayer, consentendovi di incontrare i vostri amici in una zona d’incontro denominata Georama, per formare un party di quattro elementi e poi partire alla risoluzione di svariate missioni secondarie. Esperienza e oggetti guadagnati in compagnia dei vostri amici potranno poi essere importati all’interno della storia in singolo.

Fate tesoro dei vostri punti azione e trasformandovi nel Cavaliere Bianco sarete in grado di abbattere qualunque avversario.

A differenza della versione nipponica uscita ormai un anno fa, quella occidentale gode di alcune sostanziose funzionalità quali la chat vocale, un sistema di messaggistica e la possibilità di costruire e arredare a piacere il vostro Georama per accogliere i vostri contatti. Giocato in compagnia di altri utenti, il sistema di combattimento rivela tutte le sue potenzialità, consentendo a ciascun giocatore di ritagliarsi un proprio ruolo all’interno del gurppo.

Nonostante i punti di forza di ciascuna modalità, però, entrambe le componenti del gioco non riescono ad amalgamarsi a dovere. Da un lato la rilevanza del multiplayer viene sminuita da missioni secondarie un po’ troppo simili (si parla quasi sempre di dare la caccia a qualche bestia malvagia) mentre dall’altro la mediocrità della trama in singolo si rivela essere solo una debole eco della fantasia e del fascino che i Level 5 hanno saputo esercitare in titoli quali Professor Layton.

Sony e Level 5 hanno già annunciato un sequel in Giappone e sembra che vogliano replicare il successo sulla lunga distanza di altre serie ruolistiche nipponiche. Questo debutto è certamente competente ma le buone idee insite nel concept non hanno trovato una realizzazione all’altezza delle premesse. Qualora i ragazzi di Level 5 fossero in grado di far convergere le loro idee e la loro personalissima visione del genere in un insieme omogeneo e coerente, potrebbero davvero puntare molto più in alto.

7 / 10