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Grand Theft Auto: Chinatown Wars

Il crimine diventa portatile.

È purtroppo in uno degli elementi più caratteristici della serie che Chinatown Wars non riesce a convincere del tutto: le fasi di guida. I ragazzi di Rockstar hanno giustamente preso quante più precauzioni possibili, parliamo pertanto di guida assistita, del fuoco automatico nelle sessioni a bordo dei veicoli e persino della rotazione automatica della visuale e del radar ma, alla prova dei fatti, i problemi di manovrabilità rimangono e influiscono in maniera negativa sull'esperienza di gioco.

Guidare le auto tramite la croce direzionale risulta scomodo anche dopo aver acquisito una certa dimestichezza. Bisogna infatti accelerare con il tasto B e frenare all'occorrenza con Y, tenendo d'occhio la strada e al contempo il minuscolo radar per raggiungere la meta prefissata. Se tale sistema funziona a dovere sulle console domestiche, ciò non risulta altrettanto funzionale nei piccoli schermi del DS. Le strade sono strette ed affollate e la visuale farà spesso i capricci proprio nelle situazioni più disperate, vale a dire quelle in cui ci si trova d'improvviso in un vicolo cieco e si ha urgenza di fare marcia indietro. La soluzione più efficace (l'unica in verità) che abbiamo potuto sperimentare è stata quella di abbandonare il veicolo e trovarne uno già pronto in carreggiata. La minuscola porzione della mappa sarà infine causa di disorientamento nelle sessioni di guida più frenetiche, senza contare tutti gli elementi ambientali (ponti, sopraelevate e grattacieli) capaci di far perdere in un attimo l'involata in curva.

Il fuoco automatico è un'opzione certamente utile, ma non riesce a colmare il disorientamento nelle sessioni di guida più lunghe.

Date le ridotte capacità di calcolo della console, non ci saremmo aspettati un'IA sopraffina, ma definire permissiva quella della polizia sarebbe a dir poco un eufemismo. Oltre a malmenare più o meno impunemente chiunque, ci siamo spesso e volentieri trovati ad investire i passanti davanti alle auto di pattuglia senza il minimo segno di minaccia da parte loro. Abbiamo persino abbattuto lampioni e semafori a suon di pugni e fermato le vetture in corsa con un calcio rotante. Letteralmente. Potrà anche apparire sterile ironia, ma non sto affatto scherzando. Provate da voi e vedrete con i vostri occhi che, placidamente, la città continuerà ad ignorarvi senza spiegazione alcuna.

Non fraintendete: Rockstar ha indubbiamente riversato anche in questo capitolo la sua passione e la sua esperienza, e ciò è ravvisabile tanto nella vasta riproduzione degli ambienti di gioco quanto nelle piccole chicche, rappresentate dalle intramontabili stazioni musicali, dal clima variabile, dalla quantità di minigiochi e da una modalità multiplayer che potrebbe allungare a dismisura la longevità del gioco, e che pure premia i giocatori più competenti con un sistema di statistiche online. Chinatown Wars è un discreto esponente della serie, ma nulla per cui valga la pena gridare al miracolo. Si tratta di un lavoro lodevole, in cui a precisi tocchi di classe si alternano problematiche strutturali che ci è impossibile ignorare, nemmeno a voler tenere conto delle tre paroline magiche insite nel titolo, il cui potere di infondere sudditanza psicologica è oggi più forte che mai.

7 / 10