Skip to main content
Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

Homeworld Collection Remastered: la flotta è tornata - recensione

Gearbox recupera due gloriosi relitti alla deriva.

Un atto d'amore che giunge dal passato per dare un futuro agli strategici in tempo reale.

Sono passati ormai sedici anni dalla pubblicazione di Homeworld e nonostante tutto questo tempo, ricordo perfettamente l'eccitazione che attraversava la community PC in quel periodo. A cavallo tra la fine degli anni Novanta e Duemila, gli strategici vissero la loro età dell'oro soprattutto grazie a due capolavori di genere che stabilirono uno standard per gli anni a venire. Il primo era Starcraft di Blizzard e il secondo, per l'appunto, fu Homeworld di Relic Entertainment.

Il successo fu immediato, seguito a ruota dall'arrivo dell'espansione Cataclysm nel 2000 e da Homeworld 2 nel 2003, con una rifinitura delle meccaniche di gioco e dello standard grafico del suo predecessore. Il motivo di questo exploit fu subito chiaro a tutti: oltre alla realizzazione di tre campagne singleplayer ben fatte e appassionanti e a una grafica di altissimo livello, era la rivoluzione del multiplayer competitivo fino a otto giocatori a rendere le partite una vera e propria trasposizione ludica di un film di Guerre Stellari.

Soprattutto, in un genere saldamente ancorato alle due dimensioni fin dall'arrivo di Dune e Warcraft, ai giocatori veniva data la possibilità di usare lo spazio come campo di battaglia tridimensionale. Questo significava la possibilità di attaccare il nemico anche dall'alto e dal basso, oltre che da tutte le direzioni di un piano orizzontale. Non sorprende scoprire che anche a dodici anni di distanza vengono aggiornati mod di alto livello per Homeworld 2.

Purtroppo, complice il declino del genere RTS, la community s'è ormai ridotta al lumicino ma un fallimento è la scintilla che potrebbe dare nuova vita a questo franchise. A inizio 2013 Gearbox Software ha partecipato all'asta delle proprietà intellettuali di THQ, aggiudicandosi quella della serie. Quanto sia lecito attendersi un Homeworld 3 da un team di sviluppo che non siano i Relic non è dato sapere, ma il primo risultato concreto di questa acquisizione è stata la realizzazione del pacchetto Steam che recensiamo oggi.

Ecco cosa succede quando gli avversari ci lasciano costruire indisturbati una megaflotta con tanto d'incrociatori...Guarda su YouTube

Si tratta della Homeworld Collection Remastered, la riedizione su Steam di Homeworld e Homeworld 2 (niente Cataclysm), venduti in un'unica soluzione con una bella rinfrescata alla grafica e alcune aggiunte interessanti all'interfaccia e al multiplayer. Nel pacchetto sono compresi anche i due titoli originali che ad alcuni farà piacere possedere per onor di collezione o per installarci le modification uscite nel corso degli anni. Sfortunatamente sono condizionati da limiti tecnici nel comparto video (non supportano risoluzioni superiori a 1280p) che li rendono ormai obsoleti sui monitor odierni.

L'attenzione è quindi tutta per le due edizioni rimasterizzate sottoposte a una rielaborazione di grafica e interfaccia molto accurata, per adattarle alle capacità di calcolo dei PC moderni. Ma prima di entrare nel dettaglio, facciamo un piccolo passo indietro sulla storia di questo franchise.

La trama ricorda vagamente quella della serie televisiva Galactica: una razza a rischio d'estinzione deve lasciare il pianeta natio Karak e, al comando di una flotta capitanata da un'astronave madre, deve affrontare un lungo viaggio stellare verso il pianeta Hiigara. La traversata diventa presto una guerra a puntate con una fazione avversaria impegnata a inseguire i sopravvissuti fino al raggiungimento della loro nuova casa. La storia di Homeworld 2 riparte da qui e vede i reietti del primo gioco difendere il loro nuovo pianeta dagli attacchi dei Waygr, una bellicosa razza aliena intenta a espandersi nello spazio senza rispetto per le razze altrui, e degli Hiigaran, i discendenti del loro pianeta d'origine.

Le due campagne singleplayer sono veramente ben fatte e anche a distanza di molto tempo riescono ad appassionare dall'inizio alla fine: entrambe sono composte da una quindicina di missioni giocabili in cui la storia è narrata con cutscene realizzate con il motore del gioco, testo recitato e schermate illustrate parzialmente animate. Le sorprese e i colpi di scena non mancano, a conferma dell'impegno posto da Relic nel creare una saga di alto livello e una serie di missioni veramente impegnative e divertenti.

Pianeti e nebulose sono ora in alta risoluzione, come tutto il resto del gioco. Nonostante l'età, il colpo d'occhio è ancora fenomenale.

L'elemento di maggiore interesse di entrambi gli Homeworld in versione rimasterizzata è ovviamente la grafica: Homeworld era il più datato dei due (1999) e per questo tutti i suoi asset sono stati completamente ricostruiti usando il motore grafico più evoluto del secondo capitolo. Partendo da questa base, il lavoro si è concentrato sulle texture e sugli effetti con un completo rifacimento per renderli adatti alle maggiori risoluzioni permesse dalle moderne schede video.

È infatti possibile arrivare a 4K ma noi ci siamo limitati a uno standard Full-HD da 1920x1080 con antialias 8X al massimo livello di dettaglio e il risultato finale è stato eccellente. Navi, madre, fregate, incrociatori e caccia di tutte le razze sono un vero piacere da osservare a distanza ravvicinata e in movimento, ma anche pianeti, asteroidi, nebulose e le diverse galassie che fanno da sfondo allo spazio in cui si svolgono le battaglie, sono stati rieditati con la stessa efficacia.

Sul monitor entrambi gli Homeworld remasterizzati rendono benissimo: abbiamo provato a collegarli anche a un televisore da quaranta pollici in Full-HD e il risultato è stato ancora più maestoso.

Nella bellezza complessiva ci sono tuttavia alcuni elementi che tradiscono le origini in bassa risoluzione soprattutto dei modelli tridimensionali: osservando da vicino tutte le navi si nota l'assenza di superfici curve, con alcune navicelle che presentano qualche spigolosità di troppo. Si notano anche alcune texture penalizzate da un design di fondo datato ma bisogna zoomare molto da vicino per rendersene conto. Questi difetti dovuti all'età di entrambi gli Homeworld non rovinano l'effetto complessivo che insieme agli effetti di esplosioni, scie e detriti, ci porta ad applaudire l'ottimo lavoro di svecchiamento svolto da Gearbox Software.

Lo scontro per le reliquie, una delle novità introdotte nel multiplayer/skirmish della Homeworld Remastered Collection.Guarda su YouTube

L'opera di rinnovamento ha interessato anche il parlato ma soprattutto l'interfaccia utente: i menu contestuali per la costruzione e ricerca della flotta, insieme allo zoom per la mappa stellare, sono stati ingranditi e riposizionati. Ora è più facile gestire la produzione anche quando si sorvegliano zone di spazio lontane dalla posizione della nostra nave madre.

Rimangono alcune difficoltà nella selezione delle unità e nell'impartire ordini di movimento. Il movimento libero della telecamera e la mancanza di prospettiva dovuta alla frequente assenza di punti di riferimento, rende spesso difficoltoso selezionare le navi giuste per creare gruppi d'attacco omogenei, ma si trattava di un problema presente anche negli originali e obiettivamente difficile da aggirare.

Le novità non si limitano solo alla grafica ma anche alla struttura del multiplayer in skirmish contro la CPU e online contro giocatori umani. Relic ha deciso di permettere d'impersonare tutte e quattro le razze presenti nella saga, rendendo il multiplayer molto più vario di quanto non fossero gli originali presi singolarmente.

Nel primo Homeworld era possibile scegliere quale razza impersonare nella campagna singleplayer (Taiidan e Kushan) ma il fluire della storia e dei dialoghi era lo stesso anche perché, estetica a parte, le navi di entrambe le fazioni erano identiche per valori d'attacco e difesa.

Una corazzata lanciamissili: quando se ne costruiscono tre o quattro, vedere le salve di missili in partenza riempire lo schermo è sempre uno spettacolo.

In Homeworld 2 invece si potevano usare in singleplayer solo i Kushan che differivano non poco dai Waygr e dagli Hiigaran, a loro volta utilizzabili nello skirmish e in multiplayer online. Questo rendeva le partite effettivamente asimmetriche anche se non con le differenze di gameplay che si notano in Starcraft, ad esempio.

La conseguenza rilevante di questa scelta è che il multiplayer e lo skirmish vengono unificati, dando ai giocatori la possibilità di disputare partite molto più complesse di quanto non accadde con gli originali grazie alla possibilità di usare quattro razze diverse. Questo è effettivamente un moltiplicatore di varietà nelle dinamiche dello skirmish/multiplayer, con un effetto collaterale non di poco conto; le fazioni di Homeworld non erano state pensate per scontrarsi contro quelle inedite di Homeworld e i Gearbox, per loro stessa ammissione, non hanno testato appieno il multiplayer unificato che infatti viene definito come beta.

Giocando non abbiamo avuto la sensazione che i Waygr o gli Hiigaran siano particolarmente avvantaggiati sui Taiidan o i Kushan, ma si tratta di considerazioni che solo lo sviluppo di tattiche approfondite potrà portare a fare a ragion veduta. Il proposito di Gearbox è comunque quello di continuare a supportare il multiplayer e seguire le indicazioni della community per bilanciare al meglio la componente online nei mesi a venire.

Questo anche perché alcune novità rendono le partite online ancora più interessanti: è possibile attivare la presenza di reliquie in zone casuali della mappa in grado di garantire risorse extra al giocatore che le detengono. Queste possono essere rubate o distrutte, nel qual caso ne appare una nuova di zecca, sempre in un punto casuale della mappa. Una variante interessante allo skirmish classico soprattutto nelle fasi iniziali di una partita, generalmente poco movimentate.

Una serie di scontri tra navi di piccole e medie dimensioni nel singleplayer Homeworld.Guarda su YouTube

Anche altri elementi possono apparire casualmente nella mappa per dare un vantaggio a chi dovesse impossessarsene durante lo scontro e, più in generale, ci sono più possibilità di modificare le condizioni di partenza di una partita. Online abbiamo giocato alcune partite senza problemi di sorta se non qualche sporadico effetto di lag dovuto probabilmente alla localizzazione dei nostri avversari.

Qualche problema in più lo abbiamo riscontrato in singleplayer con entrambe i remaster che in un paio d'occasioni si sono bloccati facendoci finire poco gloriosamente al desktop: ma a parte questo non abbiamo riscontrato altri problemi di sorta.

In conclusione, valutare una remaster di giochi molto datati non è mai facile, perché spesso e volentieri l'effetto della nostalgia (canaglia) porta a esaltarsi nell'immediato e deprimersi poco dopo sempre per i soliti motivi. In genere la grafica rinnovata fatica a rimanere al passo con i tempi, ma è spesso il gameplay a non reggere il peso degli anni che passano dando il colpo di grazia alle velleità dei giochi di ritorno.

Tutto questo per fortuna non è successo con la Homeworld Collection Remastered fondamentalmente per due motivi. Il lavoro di ripristino della parte grafica è veramente di alto livello e ci consegna un gioco perfettamente in grado di far innamorare di sé una seconda volta gli strateghi della vecchia guardia, ma soprattutto di non deludere chi gli si avvicina per la prima volta e si aspetta standard qualitativi attuali a cui questa nuova edizione del gioco si avvicina parecchio.

Anche se le mappe sono composte essenzialmente da spazio vuoto, i Relic avevano trovato il modo di rendere comunque molto interessante l'esplorazione dello spazio in singleplayer.

Ciò che rende questa Remaster appetibile anche a distanza di molti anni, è tuttavia la qualità del gameplay nelle sue meccaniche di base: le due campagne singleplayer porteranno via una trentina di ore di tempo anche agli strateghi più navigati, ma sopratutto sono perfettamente godibili per chi non le abbia mai giocate, In questo senso l'offerta due al prezzo di uno, è veramente allettante in quanto a contenuti.

A livello strategico le missioni singleplayer sono tuttavia un tutorial molto raffinato di quello che vi aspetta in multiplayer e in skirmish contro la CPU, ovvero le battaglie spaziali con a disposizione l'intero albero tecnologico. E queste non sono invecchiate di una virgola, a conferma dello status di capolavoro senza tempo di uno dei migliori strategici di sempre.

Il merito è di un gameplay apparentemente semplice in virtù della totale libertà di movimento e della linearità delle meccaniche (risorse-ricerca-produzione-combattimento), ma in realtà complesso e pieno di sfumature e per questo motivo perfettamente in grado di appassionard anche quando il genere RTS sembrava aver detto tutto quello che c'era da dire.

La decisione di Gearbox di aggiungere alcuni elementi extra, ma soprattutto di uniformare tutte le razze in'unica struttura multigiocatore, per quanto non ancora testata a fondo, va apprezzata per come cerca di ricreare una comunità multigiocatore di alto livello.

Infine, il prezzo più che abbordabile di 31,99 euro su Steam, fa ben sperare per la rinascita di un franchise capace di regalare grandi soddisfazioni ai giovani condottieri dello spazio che per motivi anagrafici si erano persi la prima uscita, ma anche ai fan della serie che avevano da tempo appeso l'incrociatore al chiodo per mancanza di avversari.

9 / 10