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Lapis x Labyrinth - recensione

“Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più ricco del reame?”

Sono passati 15 anni da quando Koei si affacciava sul mercato europeo con quel Disgaea: Hour of Darkness che, di fatto, aprì la strada a Nippon Ichi Software in Occidente.

Da una saga ultradecennale, giunta sino all'attuale generazione videoludica, passando per una moltitudine di produzioni più bizzarre e leggere, non è certo una sorpresa che giunga qui da noi Lapis X Labyrinth.

Si tratta dell'ennesima produzione dalle forti tinte orientali, che viene esportata oltre i confini asiatici per saziare la "fame di Sol Levante" che divampa da sempre nei giocatori in ogni parte del mondo. Il titolo è infatti in arrivo il prossimo 31 di maggio su PlayStation 4 e Nintendo Switch (versione da noi analizzata).

Di base, Lapis X Labyrinth si annovera tra gli action-RPG, integrando un mix eclettico di sottogeneri che oscilla dal dungeon crawling al loot gathering game, passando per il beat'em up 2D e sino a sfiorare alcune delle tipicità dei musou.

Contrariamente a quanto possa lasciar trasparire questa sommaria descrizione, l'amalgama è ben confezionata. Le meccaniche pescate da ciascuna istanza vengono integrate e sviluppate a dovere, restituendo un'esperienza che fa ciò per cui nasce: divertire.

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Dovremo addentrarci fra i molteplici dungeon di un labirinto controllando una schiera di massimo 4 eroi, con l'obiettivo di risalire al tesoro celato dal Golden Tree. Il mistico albero della ricchezza è avvolto da un intricato e infido dedalo, che nessuno tra gli intrepidi avventurieri è riuscito a superare nella storia ma che custodisce immense ricchezze.

Nella speranza di dare nuovo respiro ad una città nata nei pressi della foresta proprio allo scopo di ospitare coloro che vollero lanciarsi letteralmente a caccia di fortune, il sindaco divulga un annuncio che viene raccolto solamente dagli eroi della nostra non meglio definita Gilda. Così si apre (e chiude) un background narrativo assolutamente accessorio e per nulla di rilievo in un'opera di questo genere.

Il cuore della produzione vuole essere il gameplay, mosso dal caos della moltitudine di fendenti, magie, proiettili e colpi concatenati, guidato da un impianto ruolistico virtuoso che si incentra su loot, crafting e team building, e che sboccia in una progressione convincente ed appagante.

Il titolo mette a disposizione ben otto diverse classi tra cui scegliere, la maggior parte delle quali assolutamente classiche. Non vi è alcun vincolo nella concatenazione di esse: potremo scegliere le 4 che preferiamo e la libertà concessa è pressoché totale. Se lo desideriamo, possiamo affrontare l'avventura anche con un solo eroe, o con 4 eroi della medesima classe.

Per superare i dungeon di ciascuna quest non sarà sufficiente scovare il relativo portale, ma bisognerà anche attivarlo. Per farlo, dovrete individuare e colpire le gemme viola di energia.

Se il termine "concatenato" vi pare un po' troppo ricorrente, state certi che il suo utilizzo è tutt'altro che casuale. La peculiarità di Lapis X Labyrinth, infatti, risiede nel fatto che il nostro team di eroi sarà "fuso", letteralmente.

Avremo la possibilità di scegliere un leader, cambiabile a piacimento, e il resto degli eroi sarà impilato sulla sua testa (World of Final Fantasy docet), aprendo ad un convincente ventaglio di scelte e soluzioni in sede di combat system.

Oltre al colpo classico, il leader disporrà di altri tre colpi, eseguibili variando la direzione dell'analogico sinistro. Ciascun eroe dispone di attacchi con pattern ed animazioni diverse, e ciascuna classe ha a disposizione un'abilità attiva peculiare il cui utilizzo è scandito da una barra di energia che si ricarica con il passare del tempo.

Il guerriero, ad esempio, troverà riparo dietro il suo scudo per parare gli attacchi nemici, mentre la maga lancerà un incantesimo elementale con cui colpire i nemici a leggera distanza, ad esempio.

Gli eroi impilati non potranno attaccare direttamente ma possono fornire supporto con un paio di manovre congiunte estremamente efficaci, limitate però nell'utilizzo. Le possibili combinazioni sono moltissime e la varietà in termini di colpi e combo è ragguardevole.

La quantità di loot tra tesori, monete e forzieri, è spropositata. Occhio sempre alla treasure combo!

Il pericolo da evitare, oltre a quello di terminare gli HP, è di scomporre la pila. Anche un singolo attacco nemico potrà far cadere gli eroi impilati, i quali se non recuperati tornando sul luogo della caduta inizieranno a subire danni progressivamente a causa di un miasma che permea i dungeon.

L'altra meccanica interessante legata al sistema di alleati impilati riguarda il salto: sarà possibile sfruttare ciascun eroe come trampolino per eseguire un salto ulteriore oltre al doppio concesso normalmente. Avere una pila interamente composta, quindi, potrà rivelarsi molto utile in taluni frangenti per raggiungere più facilmente determinate sezioni.

A sostegno di un combat system immediato ma al contempo piuttosto vario, troviamo una struttura ruolistica che ci permette di equipaggiare ciascun eroe con un'arma, un'armatura ed un artefatto per migliorarne le statistiche offensive e difensive, oltre che per accrescere le performance del team.

Resistenze fisiche, elementali e specifiche per tipologie di nemici possono essere infuse in armi ed armature mediante un sistema di crafting ed upgrade che si accresce progressivamente in termini di possibilità con l'avanzare nell' avventura. Le varie resistenze, inoltre, così come gli HP e l'ATK, possono essere migliorate come attributi di base per ciascun eroe tramite un apposito npc.

I phantom non sono così semplici da abbattere. Appariranno qualora non riuscite a terminare il livello entro i 5 minuti concessi. Non vi capiterà spesso di incontrarli, ma potreste dover mitigare la vostra sete di ricchezza, specie nelle fasi più avanzate dell'avventura.

L'intera progressione, e di riflesso la quasi totalità dell'esperienza, si lega ad un loot system poderoso, che vede lo scopo primo dell'attraversamento di ogni dungeon nella raccolta di materiali e tesori.

Tra i livelli di gioco reperiremo un quantitativo ingente di oggetti utili a migliorare gli attributi di base dei nostri eroi, piuttosto che il nostro equipaggiamento. Il tutto si lega anche alla performance del giocatore, al quale verrà attribuito un punteggio sulla base del quantitativo di nemici eliminati, tempo residuo al completamento del dungeon e numero di tesori trovati. Naturalmente, un punteggio elevato vi consentirà di ottenere premi migliori nei forzieri che potrete sbloccare al termine di ogni quest, oltre che un quantitativo maggiore di monete indispensabili per qualsiasi tipo di upgrade.

Le combo rappresentano un elemento fondamentale dell'esperienza di gioco, sebbene non si tratti delle combo classiche legate agli attacchi fisici. Le combo che davvero contano in Lapis X Labyrinth sono legate alla raccolta di risorse, monete e tesori durante i livelli.

Un contatore partirà da zero ed inizierà a riempirsi ogni qual volta elimineremo un nemico raccogliendo il certo drop o apriremo un forziere, per tornare ad azzerarsi ogni qual volta verremo colpiti da un attacco. Ci viene in aiuto la fever mode, una fase di pochi secondi in cui saremo invulnerabili e potremo ottenere dei bonus semi permanenti a seconda delle nostre prestazioni durante quel lasso di tempo.

Tramite il menu avrete sotto mano tutto il necessario per la vostra folle caccia al tesoro. Nonostante un impianto ruolistico vasto e capillare, Lapis X Labyrinth risulta brillante sotto il profilo dell'accessibilità.

Se nelle prime fasi dell'avventura potreste trovare abbastanza semplice ottenere valutazioni elevate, il crescendo nella complessità dei dungeon e nella forza dei nemici vi porterà a dover prestare attenzione alle varie build, studiandone anche di diverse, specie nella seconda metà dell'avventura. Ciò nonostante, la difficoltà generale non si porta mai a livelli troppo elevati, complice l'eccessiva efficacia di alcuni artifacts ed un level design comunque complessivamente pigro, il quale riutilizza in maniera eccessiva gli stessi asset.

Non avrete grossa difficoltà a scovare i portali e sconfiggere i relativi boss che vi attendono in fondo, mentre per ottenere punteggi elevati e di conseguenza premi migliori dovrete decisamente impegnarvi di più e prestare attenzione alla costruzione del team.

La produzione trasuda Giappone da tutti i pori. Oltre alla tipica caratterizzazione visiva in stile chibi dei personaggi ed alla frenesia che accompagna i combattimenti fra i meandri del dedalo, è interessante la capacità dell'esperienza di destreggiarsi tra impegno e disimpegno. Uno dei maggiori punti di forza di Lapis X Labyrinth, difatti, è la sua capacità di proporre una progressione ed una struttura ludica estremamente profonde, preservando al contempo l'accessibilità e l'immediatezza.

uesto è reso possibile da una mappatura elementare ed efficace dei comandi, da un'ottima responsività dei colpi, da un tutorial che vi introdurrà a tutte le meccaniche principali sin da subito e da un menu tramite il quale avrete rapido accesso a tutte le statistiche del team, il vostro inventario e l'equipaggiamento. L'hub centrale, poi, farà il resto, consentendovi di interagire con tutti gli npc e le strutture dedicate a crafting e potenziamenti.

Il background narrativo è assolutamente accessorio nel computo della produzione, e altro non è che un mero pretesto per lanciare il giocatore in una moltitudine di livelli.

Portare avanti l'avventura sarà tutt'altro che un'impresa titanica, e lo farete tendenzialmente in preda al button mashing. Qualora, però, decideste di voler ottenere il massimo del punteggio, di tentare di ottenere treasure combo a 5 o 6 cifre e di voler scovare gli oggetti più preziosi, ecco che l'esperienza si trasformerà, chiedendo al giocatore la giusta sinergia nella costruzione del team e delle build, oltre che un'attenzione maggiore nel tentare di non farsi colpire dagli attacchi nemici.

Da segnalare la fisiologica ripetitività nella struttura delle quest, che solo parzialmente viene attenuata da una discreta varietà di tipologie di nemici. Ogni fase dell'avventura consta di 6 missioni più una finale, tutte identiche. Dovremo farci largo tra fiotte di nemici sino a raggiungere i portali, giungere attraverso i vari piani al boss finale per poi essere catapultati nuovamente all'hub centrale e ripetere il tutto pedissequamente.

I cambi di ambientazione non sono incisivi nel tentativo di spezzare la monotonia, a causa di modifiche davvero marginali e puramente estetiche, che si riflettono in maniera quasi del tutto trascurabile sul level design e sul gameplay.

Su Nintendo Switch, il titolo svolge in maniera scolastica il suo compito sotto il profilo tecnico. Non ci sono sbavature di sorta né sul pannello della console né in modalità dock, ad eccezione di qualche sporadico calo di framerate in quest'ultimo caso nella fasi con più effetti particellari a schermo e nei momenti di spawn massivo dei nemici. L'opera di Nippon Ichi sfoggia, poi, un comparto artistico piuttosto anonimo, con ambientazioni poco ispirate ed un arcobaleno di colori che si mostra solamente durante le fever modes ed al cospetto di una babele di nemici, attacchi, animazioni, monete ed oggetti. Piuttosto dimenticabile anche il comparto sonoro, con giusto una manciata di motivi ad alternarsi continuamente.

Alla valutazione di ogni quest concorrono vari fattori, tra cui il tempo impiegato, i treasure points e la quantità di oggetti rinvenuti.

Segnaliamo, inoltre, che non è presente la localizzazione in lingua italiana, e che il titolo potrà essere goduto esclusivamente con testi in lingua inglese ed audio in lingua originale giapponese.

Complessivamente, Lapis X Labyrinth ci ha convinto. Lo ha fatto grazie ad una combat system frenetico, immediato, galvanizzante e divertente, sorretto da una progressione convincente che poggia su solide basi quali un loot system imponente, un crafting conseguentemente ricco ed una varietà di approcci notevole sotto il profilo del team building.

Spiace per una ripetitività di fondo molto marcata nella struttura delle quest ed un level design in fin dei conti poco coraggioso. Piccoli punti d'ombra che impediscono a Lapis X Labyrinth di rifulgere sontuoso nei meandri del dedalo, ma che non gli precludono la brama dei più arditi cacciatori di cimeli videoludici.

8 / 10