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Little King's Story

Piccolo re, grande gioco.

E così presto sarete completamente assoggettati alle perverse dinamiche che regoleranno la vita del vostro regno, vittime consapevoli e volontarie di un dolce incantesimo fatto di abitazioni da costruire, lavoratori da reclutare e risorse da gestire. Le ambiziose mire di Houzer faranno da carburante ai vostri innati desideri di espansione, e non mancheranno fra l'altro tonnellate di extra e di side quest (proposte direttamente dalla viva voce dei vostri sudditi tramite un'apposita scatola dei suggerimenti!).

Ora dopo ora il reame pulserà sempre più di vita, e le ricchezze ed i preziosi tesori si accumuleranno in un circolo virtuoso su larga scala fatto di esplorazione, combattimento, raccolta ed accurata pianificazione. Certo, Little King's Story non raggiungerà mai la profondità adventure di Pikmin (complice anche un level design forse un po' troppo essenziale e meno ispirato rispetto a quanto visto nell'epopea da giardino di Miyamoto...) o la complessità strategico-simulativa di Harvest Moon. E' proprio in questo eterogeneo equilibrio però che il gioco troverà una sua appagante dimensione.

Perché alla fine vi renderete conto di quanto Little King's Story, a prescindere dai riferimenti ben poco velati ad altri titoli, faccia storia a sé, rivelandosi come un formidabile esperimento "a misura di giocatore". Scoprirete a poco a poco il suo carattere leggermente introverso ma al tempo stesso affascinantissimo, lasciandovi stregare dalle atmosfere da favola fantasiosa ed europeggiante impreziosita da dettagli nippo-nonsense.

Preparatevi a cutscene pastellose dal sapore gustosamente fanciullesco: dopotutto non si è mai troppo grandi per tornare un po'piccini.

La piacevole grafica dai colori sgargianti farà da sfondo al vostro peregrinare per gli strampalati reami del gioco, tra personaggi assurdi e boss a dir poco deliranti (del resto cosa attendersi da Kazuyuki Kurashima, Character Designer del folle Tingle RPG?), anche se sarà la sensazionale colonna sonora a fare la parte del leone. Curata da Yoko Shimomura (celebre per aver curato il comparto audio di Street Fighter II, Mario & Luigi e Kingdom Hearts 2...), la soundtrack vi emozionerà a più riprese con un irresistibile mix di brani classici e composizioni inedite, settando un mood tra il pastorale ed il giocoso destinato a rimanere negli annali.

A dispetto di una longevità granitica (trenta ore non vi basteranno di certo per scoprire tutti i segreti del reame di Corobo) e di un gameplay costantemente rinnovato e alla lunga perfettamente assimilabile, Little King's Story non è purtroppo esente da difetti. Oltre alle già citate difficoltà in termini di controlli si segnalano infatti problemi neanche troppo superficiali nel pathfinding dei vostri sudditi (spesso fin troppo propensi ad incastrarsi nelle strutture e non del tutto puntuali nel seguire i vostri passi...) e nel save system a dir poco involuto (senza l'autosave sarete infatti costretti a sfiancanti passeggiate per tornare a salvare al castello, laddove una gestione meno vincolata dei salvataggi si sarebbe senza dubbio rivelata preferibile).

Gli Onii ricordano vagamente il Categnaccio di mariesca memoria.

Se analizzato chirurgicamente nelle sue singole componenti costitutive, Little King's Story è tutt'altro che un capolavoro: vagamente ripetitivo, imperfetto, minato da scelte di game design non completamente felici e condivisibili. Riducendo tuttavia un'esperienza simile ai minimi termini si commetterebbe un errore imperdonabile: questo è il classico caso di gioco dove l'amalgama complessiva vale in misura enormemente maggiore delle mera somma delle parti che la costituiscono, in virtù di quel quid di indefinibile (eppure palpabilissima) magia capace di fare la differenza. Se vi intriga il genere o se semplicemente volete vivere un'esperienza particolarissima non perdetevelo per nulla al mondo: anche se non si tratta di un'esclusiva rumorosamente strombazzata ai quattro venti la sostanza qui c'è davvero tutta.

8 / 10