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Shadwen - recensione

I creatori di Trine con uno stealth alla... Superhot?

Il nome Frozenbyte probabilmente non dirà molto a diversi giocatori, ma sentendo nominare Trine immediatamente molti giocatori ricorderanno con piacere le proprie scampagnate in compagnia di Zoya la ladra, Amadeus il mago e Pontius il cavaliere. D'altronde i capitoli di Trine (i primi due soprattutto) si sono rivelati due tra le produzioni più interessanti per coloro che erano alla ricerca di un puzzle-platform ispirato, longevo e artisticamente valido.

Trine 3: Artifacts of Power ha visto l'introduzione di sezioni 3D che hanno aggiunto un ulteriore livello di complessità al gameplay, anche se lo sviluppo di quest'ultimo capitolo della serie è incappato in più di qualche problema costringendo gli sviluppatori a limitare in parte i contenuti e la longevità, incontrando le opinioni non entusiastiche di critica e pubblico. Dopo questo tentativo di passare, almeno in parte al 3D, e con il rischio che Trine possa sparire completamente dai radar, il team finlandese ha deciso di cambiare completamente genere e, in un certo senso, di ripartire da zero.

Salutiamo, quindi, il genere platform e un'impostazione prettamente 2D all'interno di mondi fiabeschi e diamo il benvenuto a Shadwen, uno stealth-game completamente in 3D e dai toni decisamente più seriosi. Un progetto a prima vista molto classico ma che nasconde qualche piccola variante in grado di scombinare le carte in tavola. Prima fra tutte? Il tempo si muove solo quando il giocatore si muove. Dove l'abbiamo già sentita questa "stramberia"?

La storia di Shadwen e della piccola Lily ci verrà narrata attraverso dei dialoghi e qualche schermata fissa artisticamente piuttosto valide.

Lily è una bambina sola che sopravvive al meglio delle proprie possibilità cercando qua e là il poco cibo che è possibile raccattare senza essere individuati dalle guardie. Shadwen è una donna misteriosa, agile, letale e con una missione ben precisa: arrivare al re di Rivendon. Due persone apparentemente agli antipodi che però il caso e il fato uniranno, costringendole a un lungo viaggio verso la propria meta finale, un'odissea in cui la piccola bambina e la nostra "eroina" impareranno a conoscersi e a scoprire i propri valori e i propri ideali.

Al di là di un rapporto tra le due protagoniste potenzialmente interessante ma non approfondito a sufficienza, non possiamo non rammaricarci per il comparto narrativo proposto, che parte con una premessa tutto sommato non molto originale e continua senza alcun picco di qualità. La narrazione è appena accennata, affidata a un paio di schermate fisse o a dei dialoghi, che nei caricamenti tra un livello e l'altro si rivelano dei semplici riempitivi privi di mordente. Lo stesso mondo di gioco è poco dettagliato, privo di accenni alla storia di Rivendon o a quella della protagonista.

Questa impostazione potrebbe, ovviamente, essere ragionata e creata ad hoc, ma la mancanza di una vera e propria trama e di un lore non possono che far ricadere tutto il peso della produzione sul gameplay vero e proprio. Da questo punto di vista, quello prettamente narrativo, non ci aspettavamo di certo un capolavoro (gli stessi Trine non lo erano) ma non possiamo negare che l'impressione di trovarci di fronte al più classico dei compitini ci abbia deluso non poco.

Controller o tastiera e mouse alla mano, Shadwen fa pensare immediatamente a un'occasione sprecata. Frozenbyte ha studiato un titolo stealth in terza persona in cui dovremo arrivare alla fine del livello insieme a Lily senza mai essere individuati dalle guardie sparse per le diverse aree, un'impresa apparentemente piuttosto complicata ma decisamente più alla portata grazie alle abilità atletiche del nostro alter ego. Saremo, infatti, in grado di arrampicarci su parecchie strutture e utilizzare un rampino per dondolarci tra i vari appigli presenti o per raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Diverso, invece, il discorso per quanto riguarda Lily, dato che la piccola del gruppo non sarà in grado di arrampicarsi e starà a noi liberare la strada per il suo passaggio.

Noi potremo indicarle il punto da raggiungere premendo un semplice tasto, e la nostra compagna d'avventure cercherà di spostarsi tra un nascondiglio e l'altro per non farsi individuare. Per creare una via sicura avremo a disposizione sostanzialmente due metodi: eliminare le guardie nascondendo i corpi o distrarle muovendo casse e oggetti vari con le nostre mani o con il rampino. Così facendo i nemici si allerteranno e cercheranno di individuare l'eventuale minaccia. Il sistema è semplice e in alcuni casi divertente ma funestato da un'IA assolutamente non all'altezza. Gli NPC si incastrano in ostacoli di varia natura, vanno incontro alle morti più improbabili (cadendo ad esempio in acqua) e nel caso in cui vi troviate in un nascondiglio, non vi individueranno anche se vi dovessero toccare nel corso della loro ronda.

L'altra importante meccanica di questo titolo è legata alla gestione del tempo. Il tempo si muoverà solo quando lo faremo noi stessi, permettendoci dei cambi di strategia repentini anche a mezz'aria. Nel caso in cui avessimo commesso un errore potremo tornare indietro con la pressione del bumper sinistro, mentre con il bumper destro potremo far scorrere il tempo anche quando saremo fermi. Questa feature ricorda sotto molti aspetti Superhot e ben si sposa a un genere spesso molto riflessivo come lo stealth. Molto meno efficace, al contrario, la decisione di inserire una sorta di crafting che permette di creare gadget di varia natura. L'idea è interessante ma il problema deriva dal fatto che questi attrezzi del mestiere risultano assolutamente trascurabili e privi di una vera e propria utilità.

L'inventario ci permetterà di creare gadget di diversa natura anche se, a conti fatti, nessuno si rivelerà indispensabile.

La sensazione che Shadwen si sarebbe potuto rivelare un ottimo passo in avanti per Frozenbyte si rafforza ulteriormente quando si considera la struttura dei livelli. Non tutte le sezioni sono effettivamente ispirate e in alcuni casi il riciclo di ambientazioni è piuttosto evidente, ma lo sviluppo in verticale e le zone create su più livelli risultano piuttosto interessanti. A conti fatti il level design è tutt'altro che disprezzabile, e trovare qualche passaggio particolarmente nascosto da sfruttare al meglio per distrarre i nemici sa divertire in più di un'occasione. Purtroppo questa qualità non è sufficiente per convincere, soprattutto a causa di difetti troppo gravi e evidenti per il genere.

Tecnicamente ci troviamo alle prese con un gioco tutto sommato nella norma per il mondo indie ma anche qui non mancano alcuni difetti, soprattutto nelle animazioni di Shadwen e dei nemici. La protagonista assume posizioni strane a causa del rampino e le guardie si salgono inaspettatamente su tavoli e strutture di vario genere con dei movimenti assolutamente innaturali. Oltre alla presenza di qualche inspiegabile freeze non si può non notare una certa piattezza generale dal punto di vista artistico, accentuata dalla mancanza di varietà nelle zone da superare. Senza infamia né lode, invece, il doppiaggio in lingua inglese, fortunatamente accompagnato dai sottotitoli in italiano.

Peccato, questo è il termine che ci viene in mente di fronte al nuovo gioco degli sviluppatori di Trine. Peccato perché a dispetto di una trama decisamente debole, di un'IA in molti casi inaccettabile e di una manciata di incertezze a livello tecnico, Shadwen si sarebbe potuto rivelare un passo in avanti importante per Frozenbyte e per questa virata del team verso il 3D. Nonostante le evidenti mancanze, le circa 8-9 ore di gioco garantiscono più di una volta una sana dose di divertimento e, nel caso in cui siate appassionati sfegatati del genere, potreste tranquillamente aggiungere un punto al voto finale.

5 / 10