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Solar 2

Fisica quantistica WASD.

Aggirandosi su Steam durante un caldo pomeriggio d’estate è matematicamente impossibile mancare la possibilità di incrociare un indie game appena uscito da recensire. E infatti proprio Solar 2 ha catturato l’attenzione della mia carta di credito nonostante non abbia mai giocato il primo capitolo della serie.

I sei euro del prezzo del biglietto sono in linea con quanto propone oggi Steam per i titoli Indie: i 30 megabyte di peso del pacchetto d’installazione suggeriscono non si tratti di un gioco che punta tutto sulla bellezza della grafica: sarà la solita fiera del gameplay innovativo e ben riuscito?

Sulle prime si direbbe di no visto che a una prima occhiata Solar 2 sembra un incrocio tra Asteroids e MegaApocalypse che solo i quasi quarantenni tra voi possono ricordare. Tuttavia, al centro dello schermo non troviamo una navicella capace di muoversi per le immensità dello spazio profondo in 2D ma un pianeta (inizialmente un misero asteroide) in grado di spostarsi autonomamente e portare a termine una serie di missioni predefinite.

Missioni è una parola grossa perché, anche se tra una prova e l’altra appare una faccina malefica a dirci cosa dobbiamo fare girovagando per il cosmo, bastano due nanosecondi per capire che si tratta di un gioco privo di trama e in cui il gameplay a difficoltà crescente è l’unico motivo che spinge ad andare avanti.

Ecco il vostro mentore durante tutte le missioni di Solar 2: seguite le sue istruzioni e diventerete i padroni dell’universo.

Come sempre più spesso accade per gli indie game su Steam, il vero spunto d’interesse per il gioco arriva dalla fisica: il nostro pianeta può inglobare altri asteroidi più piccoli che ne aumentano la massa: urti con pianeti veri e propri la diminuiscono in un gioco di dimensioni e vettori che si affianca alla velocità con cui è possibile assorbire un oggetto, farlo entrare nella nostra orbita o, in caso di transito nelle sue vicinanze, influenzarne la traiettoria.

Il divertimento aumenta di pari passo con le dimensioni della nostra stella e del sistema solare che riusciremo a generare: in questo caso occorre imparare a muoversi senza fare danni e mettere le flotte dei pianeti che controlliamo in condizione di combattere contro quelle dei sistemi avversari.

Procedendo nell’evoluzione, la vita morirà perché il continuo assorbimento di asteroidi e pianeti porterà il nostro a diventare una stella dalle dimensioni e campo gravitazionale sempre più potenti. In quel caso si perdono i benefici della civiltà ma si guadagna, ovviamente, nel potenziale distruttivo che una stella con numerosi pianeti in orbita può avere nel momento in cui si bussa alla porta di un sole in stato quiete da molto tempo.

Quando il nostro avversario è un sistema stellare così grosso occorre muoversi con cautela e stare molto attenti ai campi gravitazionali.

Man mano che si procede nel gioco ci si rende conto che il controllo del movimento del nostro pianeta non è solo una questione di collisioni e gioco di forze della fisica: come detto, l’evoluzione inizia da asteroide ma, se amministrata in modo oculato, può proseguire in modo controllato attraverso vari stadi evolutivi che vanno dal sasso inabitato al pianeta in grado di grado di ospitare la vita.

In questo caso i nostri alieni non solo inizieranno a sviluppare tecnologie in grado di proteggerci dagli impatti siderali in stile Armageddon, ma anche allestire flotte di navi e navicelle che ci possano aiutare negli scontri con le popolazioni di altri sistemi stellari.

In un contesto del genere, gli autori si sono ingegnati a trovare il modo per inventarsi delle prove da sottoporre al giocatore che diventano via via sempre più difficili: ripulire sistemi stellari dai detriti, eliminare le navicelle al suo interno, correre da una parte all’altra dello scenario evitando di disintegrare inavvertitamente interi sistemi solari, o, più semplicemente, rimanere fermi in una zona di spazio e sopravvivere a una tempesta di asteroidi che si abbatte sul nostro sistema.

Anche gli abitanti dei pianeti sono da tenere in considerazione negli scontri: far evolvere la vita sui pianeti che controlliamo è fondamentale per avere una flotta a propria disposizione.

Non fatevi ingannare, anche se sulle prime è divertente, Solar 2 è un gioco più difficile di quello che sembra e il motivo è da ricercarsi nell’inerzia del corpo celeste che stiamo guidando. Controllare la deriva del pianeta e di tutti gli eventuali satelliti è molto complicato, sopratutto quando si è in fuga e si acquisisce parecchia velocità.

Già a partire dalle prime missioni, si finisce per maledire il controllo da tastiera: se si vuole godere al meglio delle opportunità offerte da Solar 2 occorre collegare un pad analogico e fare parecchia pratica. L’inerzia rimarrà sempre la stessa, ma almeno guadagnerete notevolmente in precisione.

A conti fatti, Solar 2 è sicuramente un titolo discreto che in qualche occasione riesce a mescolare molto bene abilità manuale e pianificazione delle proprie mosse nel momento in cui si affrontano le missioni più complesse. La difficoltà è notevole, e tende ad essere esacerbata dall’utilizzo della sola tastiera: pensateci bene prima di acquistarlo quindi se non siete in possesso di un pad analogico.

7 / 10