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L'App del giorno: Monkey Bump

Scimmie alla riscossa.

Sentire un gioco sulla punta delle dita. Lo ammetto, può sembrare un'espressione un po' azzardata, ma non penso d'aver mai trovato nulla di meglio per descrivere quel particolare fenomeno sperimentato dopo aver trascorso interi pomeriggi su Canabalt e, proprio in queste ore, con l'ultima fatica dei ragazzi di PomPom.

I creatori di Bliss Island e della serie Mutant Storm tornano nuovamente alla conquista dell'App Store con Monkey Bump, nuovo esponente del filone degli endless game che mette il giocatore nei panni di una buffa scimmia impegnata nella scalata di un enorme albero traboccante di frutta e di immancabili insidie.

Non lasciatevi trarre in inganno dalla faccetta pulita del nostro protagonista. In certi frangenti finirete per odiarlo

Basta un semplice tap sullo schermo per far arrampicare il nostro avatar scimmiesco tra i rami di questo albero infinito, alla raccolta di quanta più frutta disponibile nel suo cammino per mantenere a livelli normali il suo livello di energia.

Ritrovarsi a corto di succo significherà come da tradizione Game Over, e sarà una situazione piuttosto frequente, visto che la mancanza di una regolare assunzione di vitamina C esaurirà impietosamente la nostra riserva di salute, a fianco degli attacchi degli insetti predatori.

Ma è presto per disperarsi: riuscire a rubare un tenero bacio alle donzelle scimmiesche che fanno timidamente capolino dai lati dello schermo donerà un boost al nostro moltiplicatore di punteggio: meglio però non lasciarsi distrarre più del dovuto dal gentil sesso, dovendo evitare le pericolose noci di cocco che cadono dalla sommità dell'albero e che al solo contatto rischiano di spedirci come dei missili ai piedi del tronco.

Detta così può sembrare tutto incredibilmente banale o scontato ma credetemi, funziona alla grandissima. Non solo per il suo impianto grafico, meravigliosamente sgargiante come tutte le altre produzioni a cui PomPom ci ha abituato.

E nemmeno perché la frutta si spiaccica con un suono appagante e così piacevolmente "appiccicoso", o perché la scimmia protagonista è tanto adorabile quanto snervante, come del resto lo sono le sue migliori controparti reali.

Schivare le noci di cocco che piovono dall'alto ed evitare l'attacco costante di fastidiosi insetti, è facile solo in teoria.

Non sono le urla d'eccitazione amorosa che il nostro eroe solleva al cielo ogniqualvolta una dolce scimmietta entra in scena, o quei maledettissimi uccellacci che svolazzano da una parte a parte dello schermo per ostacolarne la salita, cinguettando come degli indemoniati al punto rendere iPhone una sorta di una voliera miniaturizzata.

Monkey Bump funziona alla perfezione per un solo, incredibile motivo: perché non esiste nemmeno l'ombra di un solo pulsante, anche se al giocatore sembra l'esatto opposto. Più ci si destreggia tra autentici giochi di funambolismo, più si fa forte la sensazione di avere un qualcosa di tangibile sotto le dita, una piccola mantice che al nostro tap spinge leggermente verso l'alto il nostro eroe.

Un qualcosa di terribilmente simile ai vecchi giochi portatili ad acqua di quando alcuni di noi erano ragazzi (un paio d'ere geologiche fa), che obbligavano a premere un pulsante di gomma per infilare piccoli cerchietti colorati su appositi ganci sospesi - non temete, Monkey Bump non raggiunge quei livelli di sadismo.

Illustrare con cura come sia anche solo possibile ricreare la sensazione di toccare qualcosa che, in realtà, non è niente più che il consueto schermo piatto, è un'impresa che va ben oltre le mie capacità. Potremmo definirla una complessa alchimia digitale, una combinazione millimetrica di precisione e di risposta che si manifesta ad ogni nostro tocco in un piccolo cerchietto bianco che si espande progressivamente, accompagnato da un lieve sbuffo d'aria.

Di qualunque cosa si tratti, come accade per Canabalt e per molti altri giochi iOS con "pulsanti che non sono realmente pulsanti", la cosa più importante di questo Monkey Bump è semplicemente una: finirete davvero per sentirlo sulla punta delle dita.