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Warhammer 40,000: Space Marine

THQ fallisce l'assalto a Gears of War.

Concetti come onore, gloria e servizio, sono parte fondante della filosofia che sta alla base del Codex degli Space Marine, super soldati il cui compito è riuscire dove altri falliscono, estremo baluardo bellico contro qualsiasi minaccia che possa preoccupare l'Impero.

Capite bene quindi come la decisione da parte di THQ di prendere ispirazione da uno degli universi più profondi che mente umana abbia mai concepito, per proporsi come un diretto concorrente del prossimo Gears of War 3, abbia ringalluzzito non poco il guerriero che nascondo gelosamente in me.

E l'impatto iniziale, in un contesto di puro action 3D, non ha fatto che far montare l'adrenalina: un mix travolgente nella sua ferensia, capace di coniugare il pathos di sparatorie al fulmicotone con battaglie corpo a corpo in puro stile hack 'n'slash, dove il sangue scorre copioso sull'armatura a imperituro trofeo del coraggio dimostrato.

Warhammer 40K: Space Marine non si preoccupa infatti di perdere tempo in convenevoli, ma butta subito il giocatore nella mischia, fornendo solo le informazioni necessarie sulla via del massacro: tasto sinistro per sparare, tasto destro per il corpo a corpo, F per stordire, E per giustiziare. E tutto il resto è noia.

Soli contro migliaia di nemici: nessuno può fermare uno Space Marine!

Dopo aver schiantato la prima serie di orchi assetati ed essere atterrati sul pianeta Graia, le cose non tarderanno tuttavia a complicarsi a causa dell'impellente necessità di difendere a tutti i costi i Titani dalle mani voraci degli orchi, i quali sembrano aver fiutato la preda in maniera pericolosa.

Fin da subito per il capitano Titus (il vostro alter ego virtuale) e la sua squadra la cosa si rivelerà tutt'altro che facile, tanto che durante i sedici capitoli che compongono la campagna principale dovrete mettere in conto di sterminare giusto quella decina di migliaia di nemici a cuor leggero, facendovi strada fra esplosioni e bestioni sovrappreso, al fine di respingere l'invasione.

Già dopo qualche ora di gioco però emerge la sensazione che forse (e dico forse) la trama alla fine dei conti sia solamente un pretesto per inanelllare una serie di situazioni standard dove vi troverete a gestire assalti sempre più numerosi di orchi, la cui unica tattica è quella di sfruttare la superiorità numerica per cercare di aver la meglio, Una situazione alquanto noiosa per un gioco del 2011.

La grafica è sicuramente da parte alte della classifica, e mantiene una fluidità eccezionale in ogni frangente.

Purtropo poi la situazione peggiore velocemente: il sistema di salvataggio automatico ogni tre passi, unito alla linearità dei livelli e al poco spessore dell'intelligenza artificiale, non fanno che aumentare questo fastidio iniziale, tanto che ben presto inizierete a chiedervi quanto il gioco possa sostenere l'epicità della figura dello Space Marine in un mondo che forzatamente ne limita in maniera drastica le possibilità.

La risposta, come potete immaginare, è "non a lungo", tanto che per alcuni le dieci ore scarse necessarie per arrrivare al termine potrebbero sembrare anche troppe.

Se anche è innegabile che gli sviluppatori abbiano cercato di variare il clichè, introducendo via via alcune alternative come la modalità "furia", attivabile dopo aver massacrato un certo numero di nemici e che rende praticamente invincibili; o come l'utilizzo di un jet pack con cui portare la morte dall'alto in alcuni contesti predefinti. Il risultato però è quello di trovarsi davanti a un titolo avente poco spessore e per il quale non è necessario attivare più di una manciata di neuroni.

Il problema però non solo riguarda il gameplay ma si riflette anche sulla realtà di gioco: la sensazione di potenza e di fisicità infatti mal si adatta con la staticità degli scenari e le strategie applicabili.

La potenza della Power Axe in video.