Skip to main content
Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

Watchmen: La Fine è Vicina

Imperdonabile.

I livelli sono corti e lineari e l'occasionale sterzata verso il genere puzzle potrebbe anche essere un'aggiunta benvenuta, con la differenza che le leve e le valvole che dovrete tirare o sbloccare si trovano (invariabilmente) direttamente di fronte al giocatore, con conseguente tasso di sfida pari allo zero assoluto ("Dove sarà mai la levetta? Aspetta un po', sara mica questa qui davanti? Uau, sono bravissimo...). Per essere aggrediti basta addentrarsi un po' nell'ambientazione, qualche passo ed ecco che i nemici escono subito dallo sfondo come formiche impazzite, pronti a farsi massacrare dal consueto schema di attacchi rapidi e lenti, i primi poco potenti, i secondi più incisivi. Malgrado la limitatezza del sistema di combattimento, questo risulta comunque efficacissimo, tanto che c'è ben poco che spinga a raccogliere bonus per sbloccare combo aggiuntive: per fare carne trita di questi sfigati, infatti, bastano gli attacchi di base. Il ritmo con cui si rullano cartoni sarebbe anche interessante e potrebbe essere l'unica variabile strategica in grado di fornire un po' di varietà al combattimento o complicare le cose richiedendo almeno la pressione a tempo dei pulsanti, ma il sistema risulta comunque troppo confusionario per un gioco dove lo stile "pesta-i-bottoni-a-caso" rimane principe e comunque vincente.

Gli scontri non risultano quindi terribilmente difficili da superare anche in virtù della vostra barra della salute che si ricarica nel tempo e proprio dei nemici che sono tutto fuorchè intelligenti. Ma se doveste fare l'errore (imperdonabile, dai) di lasciarvi circondare e quindi di soccombere per le mazzate, ci penserà l'irritante sistema dei checkpoint a generare tutta la frustrazione della quale potreste sentire la mancanza. Magari vi troverete anche a soli due livelli di distanza rispetto a dove siete arrivati, ma l'idea di dover ripercorrere lo stesso tragitto affrontando lo stesso esercito di nemici imbecilli, basta ad abbattere l'entusiasmo a livello zerbino.

La fregatura è duplice (o triplice, non so, ormai ho perso il conto) perchè in apparenza questo gioco appare davvero interessante dal punto di vista tecnico e ben realizzato, ma cade in pezzi appena si scontra con la realtà e deve mostrare di che pasta è fatto. Le immagini stilose ma statiche di Rorschach che piroetta nell'oscurità danno la falsa impressione di un titolo bel fatto e curato, di budget ben speso e, in sostanza, di quel "production value" di cui gli sviluppatori e i marketing men si riempiono spesso la bocca. I personaggi principali sono ben realizzati e gli ambienti sono dettagliati, ma tutta la cura messa per i protagonisti e le ambientazioni stride come un treno in frenata al cospetto dei nemici, blocchettosi come se fossero usciti da un ipotetico LEGO Watchmen, animati male e con glitch qui e li, giusto per non farsi mancare nulla. Anche il rilevamento delle collisioni, fondamentale in un picchiaduro, fa acqua e l'Intelligenza Artificiale presenta nemici un po' beoti che prima vi corrono incontro e poi si fermano un po' stupiti e guardano in giro, come se non vi vedessero.

Il dolce gusto della morte.

Questa noiosa serie di combattimenti conduce allo scontro con il simpatico, scusate il gioco di parole, boss Underboss. Si tratta di uno di quei combattimenti nei quali occorre una quantità bestiale di pazienza, perchè solo con nervi saldi e sacrifici si riesce ad abbassare il livello salute del boss. Per lo meno fino a quando non si incomincia a pensare di avercela praticamente fatta. In quel preciso momento, il nostro amico torna invulnerabile. Incredibile, proprio come nei picchiaduro dell'89! Il bestione vi spara addosso con un lanciafiamme da un-colpo-un-orsacchiotto (insomma, se vi becca una volta vi fa secchi) e Rorschach, saggio quanto un mattone nonchè insostituibile compagno d'avventura, snocciola la sua imperdibile perla di saggezza: "Must avoid flame". Bella zio, se non me lo dicevi tu, col cavolo che ci arrivavo. Tutta questa difficoltà scompare in modo patetico nel momento in cui realizzate che, standovene in un angolino e preparando il vostro attacco speciale grazie alla serie infinita di nemici (beoti) che vi vengono spediti contro, la battaglia diventa semplice in modo quasi irritante. Non si tratta di un vero e proprio glitch che evita che utilizziate le vostre capacità di videogiocatori, arti sviluppate in anni e anni di allenamento, ma poco ci manca.

Per il prezzo "premium" che lo contraddistingue, Watchmen offre davvero poco oltre al piacere superficiale di vedere sullo schermo eroi di culto che raggiungono una console per la prima volta nella loro storia. Tuttavia, se guardate oltre, trovate ben poco che possa essere messo in relazione con il materiale che dovrebbe essere stato d'ispirazione o con un game design intelligente. Si tratta di un gioco corto, faticosamente diluito dall'infinita ripetitività del gameplay, che richiede infinita pazienza. Se qualcuno vi dovesse chiedere se c'è in circolazione un bel gioco dedicato agli Watchmen...beh, trovate una risposta che contenga la metà delle parolacce contenute in questo titolo. Speriamo che il prossimo relativo alla serie animata, sia meglio.

3 / 10