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Assassin's Creed: Revelations PC - review

Un assassino tecnicamente superiore.

A circa un mese di distanza rispetto all'uscita della versione console di Assassin's Creed: Revelations, siamo di nuovo qui per esaminare la versione PC del titolo Ubisoft che segna la fine dell'arco narrativo legato ad Ezio Auditore e, in maniera meno stretta, ad Altair.

Per la terza volta in altrettanti anni ci troviamo di nuovo a vestire i panni di Ezio, personaggio meritevole di aver conquistato il favore del pubblico grazie al proprio fascino e, soprattutto, alla fortuna di esser nato in Italia, dettaglio che lo ha reso particolarmente famoso nel nostro paese.

L'anno scorso eravamo rimasti soddisfatti dalle novità inserite dai programmatori in Brotherhood, piccole ma preziose rifiniture pensate per perfezionare il già ottimo lavoro svolto con Assassin's Creed II. Questa volta le novità sono meno incisive, e nonostante si inizi a sentire con una certa insistenza il peso della cadenza annuale, l'esperienza finale risulta ancora estremamente piacevole.

La gestione dei nuovi assassini è stata ampliata e ora la spedizione degli adepti in missione porta vantaggi interessanti.

In Revelations il giocatore è chiamato a seguire un Ezio Auditore ormai avanti con gli anni nella lontana Costantinopoli, cercando di scoprire i segreti di Altair e ricostruendo le fasi finali della sua intricata storia di assassino.

Dal punto di vista dell'ambientazione Istanbul è tranquillamente in grado di reggere il confronto con la splendida ricostruzione di Roma esplorata in Brotherhood e, soprattutto, si rivela un posto perfetto per entrare ancora una volta nelle meccaniche ormai classiche di questa popolare saga.

Una volta giunti a Istanbul e incontrato Yusuf Tazim ci si imbatte nella lama uncinata, prima novità di Assassin's Creed: Revelations che interviene sia nei combattimenti che, soprattutto, nelle dinamiche di spostamento attraverso la città. Usando questa variante della classica lama nascosta, infatti, è possibile lasciarsi scivolare lungo le funi tese tra i palazzi e, soprattutto, affrontare con maggior sicurezza le scalate, aumentando di diversi centimetri il raggio della presa di Ezio.

L'altra novità di rilievo, che di fatto influenza profondamente l'intero gameplay, è l'introduzione delle bombe, che possono essere fabbricate semplicemente mischiando componenti di vario genere reperibili un po' ovunque.

A seconda delle proprie necessità si possono realizzare esplosivi capaci di saltare in aria all'impatto, di aderire ai bersagli, spargere chiodi sul terreno, attirare l'attenzione con un forte boato e via dicendo, offrendo davvero un numero impressionante di opzioni con cui affrontare le varie situazioni proposte dal gioco.

Il multiplayer di Revelations vanta una profondità maggiore rispetto a quello di Brotherhood.

L'idea delle bombe in effetti funziona, ma rispetto a quanto accadeva in passato tende a semplificare troppo la vita (già non particolarmente difficile, a dire il vero) al giocatore. A bilanciare il calo di difficoltà intervengono, come in Brotherhood, gli obiettivi per ottenere la sincronizzazione massima, che in pratica sfidano l'utente a completare ogni missione nel modo pensato dai programmatori.

Rispetto a Brotherhood l'Occhio dell'Aquila ha subito un evidente potenziamento, trasformandosi in uno strumento fondamentale per portare a termine con successo alcune sessioni. Attivandolo in determinate situazioni, infatti, questo particolare filtro visivo permette di prevedere il movimento delle sentinelle oppure, nel caso dei pedinamenti, di vedere chiaramente il percorso seguito dal bersaglio.

In questo modo Ezio si trasforma in una perfetta macchina omicida, in grado non solo di eliminare qualsiasi bersaglio possibile, ma anche di farlo in una quantità impressionante di modi differenti. Quando il mentore degli assassini non vuole sporcarsi le mani può ancora ricorrere ai propri discepoli, chiamandoli in causa esattamente come già accadeva in Brotherhood.

Fra tutte le novità inserite in Assassin's Creed: Revelations, quella meno riuscita è senza dubbio legata alla presenza del mini-gioco in stile tower defense che interviene ogni volta che si deve difendere un covo degli assassini dall'attacco dei fastidiosi templari.

In questo nuovo Assassin's Creed, infatti, è possibile liberare e attivare diversi covi da far gestire a veri e propri capi (eletti fra i membri migliori della setta) e da sfruttare per mantenere l'egemonia dei vari quartieri cittadini.

Quando l'allerta templare raggiunge il livello massimo, i covi vengono attaccati dai rivali degli assassini e l'unico modo per difenderli è partecipare a una versione piuttosto basilare dei classici tower defense, dove in pratica si posizionano le proprie unità nei punti strategici e si affrontano ondate e ondate di assalitori.

Sfortunatamente, nel tentativo di aumentare artificialmente la frequenza con cui il giocatore è chiamato ad affrontare queste fasi, i programmatori hanno scelto di gestire la crescita del livello di allerta templare in modo davvero singolare, visto che oltre alle azioni più logiche (come l'eliminazione delle guardie, i furti e via dicendo), anche alcune operazioni totalmente innocenti contribuiscono a rendere Ezio famigerato.

Giocando Revelations si approfondiscono molti elementi relativi al personaggio di Altair.

Un esempio? Basta anche solo restaurare un negozio per vedere il livello di allerta crescere abbondantemente, tanto che dopo appena quattro botteghe si riempire del tutto l'apposito indicatore.

Anche stavolta la lunga campagna principale è affiancata da una corposa modalità multiplayer, che in Revelation prosegue lungo la strada precedentemente tracciata da Brotherhood. Rispetto al passato l'esperienza è stata ulteriormente bilanciata, rendendo, per fare un esempio, più facile sfruttare la finestra di tempo utile per stordire il proprio carnefice.

Alle modalità già presenti nel capitolo precedente, inoltre, sono state aggiunte anche il Deathmatch (una variante più accattivante della modalità tradizionale, in cui è necessario individuare il proprio bersaglio ed eliminarlo assicurandosi al tempo stesso di sfuggire agli altri assassini) e l'Artifact Assault, che movimentano un po' le cose cercando di proporre esperienze lievemente diverse rispetto al passato.

In questa occasione Ubisoft si è concentrata principalmente sull'approfondimento di quanto già realizzato con Brotherhood, aggiungendo un gran numero di elementi di personalizzazione degli avatar e arricchendo l'esperienza multiplayer con una sorta di trama utile per apprendere dettagli extra sugli allenamenti dei templari all'interno dell'Animus.

Fra i miglioramenti grafici rispetto a Brotherhood segnaliamo un gran numero di nuove spettacolari esecuzioni con le varie armi.

La versione PC di Assassin's Creed: Revelations, finalmente non logorata dal fastidioso DRM always-on, vanta una pulizia grafica naturalmente maggiore rispetto alle controparti console, soprattutto nella qualità delle texture e nelle superbe rifiniture degli abiti dei personaggi. L'unico problema presente in tutte le versioni è quello del clipping, ma si tratta di un inestetismo grafico che non pregiudica la qualità dell'esperienza finale.

I requisiti di sistema non sono eccessivamente esosi, visto che anche con una configurazione media è possibile tenere tutti i dettagli al massimo, pur mantenendo un frame rate più che dignitoso. Certo è, però, che di fronte a un numero sempre maggiore di titoli che implementano le DX11, vedere la versione PC di Revelations ancorata alle DX9 dà un po' la sensazione di un'occasione mancata.

Il nuovo capitolo di Assassin's Creed è dunque un ottimo titolo che inizia a soffrire la scelta di Ubisoft di dare una cadenza d'uscita annuale alla saga. Sotto alcuni punti di vista alcune dinamiche iniziano ad essere un po' logore e abusate. L'esperienza globale è ancora ad alti livelli, ma a partire dal prossimo episodio Ubisoft dovrà necessariamente rivedere il format di base per stuzzicare di nuovo l'interesse dei giocatori.

9 / 10