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Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate - review

Avete lucidato il vostro pennino di frassino?

I fan di Castlevania appassionati di console portatili quasi non si sono accorti della crisi drammatica vissuta dalla serie Konami sull'hardware da salotto. In effetti andando indietro con la memoria non si può fare a meno di notare quanto i capitoli usciti su DS si siano distinti per le proprie indiscutibili qualità, riuscendo di volta in volta a rinvigorire la struttura classica della serie con idee e trovate interessanti.

A questo si andavano ad aggiungere una realizzazione tecnica eccezionale, il bestiario classico del franchise e, soprattutto, delle colonne sonore da urlo capaci di far passare ore nella stessa porzione di castello anche solo per ascoltare in loop un brano specifico durante l'onnipresente grinding.

Dopo i risultati confortanti ottenuti da Castlevania: Lords of Shadow su PlayStation 3 e Xbox 360, però, qualcosa è cambiato e anche per il mercato portatile Konami ha deciso di affidare il progetto a un team occidentale, sempre i MercurySteam, con l'obiettivo di seguire la strada già percorsa con successo sulle console Sony e Microsoft, creando un gioco diverso dal solito.

Anche le creature più grosse non rappresentano un problema se affrontate da sole, ma la situazione cambia quando il numero di avversari aumenta.

Il risultato finale è piuttosto buono, anche se abbiamo trovato discutibili alcune delle scelte artistiche e di design portate avanti dal team di sviluppo. In particolare ci riferiamo alla colonna sonora e alla gestione dell'area di gioco, due elementi chiave per ogni Castlevania che si rispetti.

"Anche per il mercato portatile Konami ha deciso di affidare il progetto ai MercurySteam"

I brani musicali che accompagnano le peripezie di Gabriel, Simon Belmont e di un Alucard piacevolmente "riesumato" e proposto in due periodi distinti della propria "esistenza", sono molto lontani da quelli che tanto abbiamo amato in anni di scampagnate contro spiriti e vampiri di ogni genere.

Il tappeto sonoro proposto dai ragazzi di MercurySteam è sinfonico, gotico e di sicuro impatto, ma è anche colpevole di lunghi momenti di quiete in cui il giocatore è accompagnato unicamente dai passi del protagonista di turno e dai suoi poco ispirati grugniti pronunciati in concomitanza di gesti atletici compiuti con una certa frequenza durante le partite.

Questo brusco cambio di rotta lega perfettamente Mirror of Fate al fratellone uscito su PS3 e Xbox 360, ma vista la natura portatile dell'esperienza tende a soffrire maggiormente il confronto con il passato.

Sotto alcuni aspetti la fedeltà con la serie è piuttosto marcata, ma in generale si ha la netta sensazione di giocare qualcosa di diverso.

Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate abbandona la caratteristica struttura a mappa unica dei vecchi episodi, che spingeva i giocatori ad avventurarsi in zone sempre nuove e a scoprire sulla propria pelle quali mortali pericoli questa celasse, bilanciando il tutto con un level design eccellente e con la perfetta distribuzione di armi, poteri e potenziamenti vari.

"Mirror of Fate appare evidentemente più lineare"

Sotto questo punto di vista Mirror of Fate appare evidentemente più lineare, proponendo piccoli frammenti del massiccio castello in cui si svolgono le avventure dei quattro (o forse sarebbe più corretto dire tre più il non-morto) protagonisti, e ritagliando per ogni eroe enigmi e soluzioni su misura, in modo da sfruttarne al meglio le caratteristiche.

Ecco quindi che mentre con Simon Belmont si utilizzano i poteri di due potenti spiriti (uno difensivo e l'altro più votato all'attacco), le immancabili fiaccole e le asce da lancio, con Alucard ci si trasforma in nebbia eterea per passare attraverso i nemici, in lupo mannaro per distruggere alcune porte speciali e, nella sua seconda versione, ci si affida alla magia della luce o dell'ombra in base alle necessità.

Tutto questo rappresenta un evidente passo indietro dal punto di vista del level design, semplificando la vita agli sviluppatori e togliendo spessore all'esperienza. Nonostante ciò, tuttavia, Mirror of Fate rimane godibile e ben strutturato, offrendo anche qualche picco di eccellenza qua e là.

I QuickTime Event durante gli scontri con i boss richiedono grande tempismo e spesso devono essere ripetuti più di una volta per superarli con successo.

In generale l'avventura è molto più guidata e lascia meno spazio alle iniziative del giocatore, se non dopo la fine del gioco, quando si possono riaffrontare i singoli capitoli alla ricerca di tutti i segreti. Non è un caso, infatti, che pur affrontando il gioco in scioltezza e senza cercare avidamente ogni oggetto nascosto, abbiamo portato a termine l'86 % di Mirror of Fate in circa 9 ore.

"Ci è capitato raramente di annoiarci, a causa del non eccessivo backtracking e del lento respawn delle creature"

In questo lasso di tempo ci è capitato raramente di annoiarci, generalmente a causa del non eccessivo backtracking e del lento respawn delle creature che popolano le ambientazioni. Mentre nei vecchi Castlevania 2D si veniva costantemente attaccati dalle bizzarre creature del castello, in Mirror of Fate i combattimenti si susseguono con meno insistenza, lasciando al giocatore lunghi periodi di riflessione tra una battaglia e l'altra.

Questo permette di dedicare maggiore attenzione alla storia, narrata sia con piacevoli filmati in cel shading che con una serie di piacevoli messaggi d'addio lasciati dagli avventurieri che prima dei protagonisti avevano tentato invano di sfidare il Signore Oscuro.

Come viene spiegato in una delle lettere, tali messaggi possono essere lasciati anche in punto di morte grazie a un incantesimo che trascrive gli ultimi pensieri prima del trapasso. Ecco allora che in un profondo cunicolo sommerso si scopre il rammarico di chi ha sfortunatamente scelto la strada sbagliata rimettendoci le penne, o che il cadavere all'interno di un teatro rivela i suoi agghiaccianti ultimi istanti di vita in compagnia delle immancabili marionette assassine.

Nonostante l'impegno da parte degli sviluppatori il frame rate è generalmente basso. I rallentamenti, però, sono stati quasi totalmente eliminati.

Se è vero, quindi, che il level design di Mirror of Fate non è all'altezza di quello dei migliori Castlevania, va anche detto che il fatto di dover controllare diversi personaggi, ognuno dotato delle proprie caratteristiche uniche, garantisce grande varietà al gameplay, rendendo difficile lo spegnimento della console.

"Il sistema di combattimento ricco e profondo mette a disposizione tecniche d'attacco sempre nuove"

Tutto questo è ulteriormente impreziosito da un sistema di combattimento ricco e profondo, che livello dopo livello mette a disposizione tecniche d'attacco sempre nuove da sperimentare contro le creature demoniache al servizio di Dracula. Il bello è che a seconda dell'avversario affrontato una mossa può rivelarsi più utile di un'altra, spingendo a variare i propri pattern offensivi e a sperimentare approcci sempre nuovi, in particolar modo durante gli scontri con i boss.

È in queste fasi specifiche che il comparto tecnico di Mirror of Fate offre il meglio di sé, grazie a una gestione impeccabile della telecamera e ad alcune inquadrature perfette per valorizzare l'effetto 3D offerto tramite la console Nintendo.

Mai come con questo gioco abbiamo provato un così genuino interesse verso il tanto sbandierato 3D del 3DS, anche se durante le sessioni più lunghe abbiamo dovuto comunque dosarlo attentamente per non affaticare troppo gli occhi.

Nove minuti di Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate.

Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate si è quindi rivelato un buon capitolo della serie. Rispetto agli episodi per Nintendo DS perde una struttura collaudata, una colonna sonora memorabile e il ricchissimo bestiario creato e arricchito in tanti anni di storia, ma in cambio offre un'interessante narrazione generazionale basata su episodi perfettamente incastrati tra loro, tipi differenti di gameplay a seconda del personaggio utilizzato e un sistema di combattimento ricco e versatile.

7 / 10