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Afro Samurai

Sangue, Hip Hop e noia.

Per quanto le combo risultino divertenti da eseguire (complici anche le copiose fontane di sangue che accompagnano ogni morte...), non manca anche qualche imprecisione nel sistema di combattimento. Nell'evidente tentativo di rendere più accessibile l'esperienza gli sviluppatori hanno infatti abbassato notevolmente le capacità difensive dei nemici, fornendoli però di parecchia energia in modo da non ridurre il tutto ad una spensierata passeggiata. Così facendo si avverte tuttavia una certa sensazione di debolezza, ed in generale ci vuole troppo per avere la meglio sugli avversari. Certo il focus vi aiuterà a sveltire le cose, ma specialmente negli stage più avanzati dovrete preservarlo per le situazioni di reale bisogno.

Manca inoltre una vaga idea di crescita delle vostre abilità offensive nel corso dell'avventura. Partirete sin da subito come un killer spietato, brutto e cattivo e manterrete lo stesso livello di efferatezza contro nemici via via più forti lungo tutto il gioco. Ogni tot passerete di livello e sbloccherete nuove combo, ma senza effettivamente incrementare il vostro potenziale offensivo o le strategie d'azione in maniera poi tanto rilevante. Voi continuerete a fare a pezzi e loro continueranno a farsi avanti nonostante tutto, e anche se vi innamorerete occasionalmente di qualche combo il gioco resterà sempre uguale a se stesso.

Non manca anche un'altra problematica diversa dalla ripetitività: gli scontri con i boss. E ne troverete parecchi in virtù della particolare strutturazione narrativa del gioco, con Afro ed altri eccentrici guerrieri impegnati in mortali duelli per impossessarsi della fascia Numero 2, ovvero l'artefatto che dà legittimamente diritto a sfidare il detentore della fascia numero 1 (aka l'assassino del padre di Afro).

Non che in realtà gli scontri coi boss siano poi tanto proibitivi in assoluto, il difetto è purtroppo di natura squisitamente strutturale: il coreografico Focus si rivelerà infatti ben poca cosa in queste circostanze, e tutto si ridurrà ad un utilizzo stomachevole della triste parata. Bloccando le mosse dei nemici potrete contrattaccare, ma i combattimenti si ridurranno così ad un costante atteggiamento difensivo interrotto qua e là da una rapida combo per indebolire il nemico piuttosto che alle inarrestabili dimostrazioni di tecnica e forza bruta che ci si aspetterebbe da uno spadaccino "un po' abbronzato" (cit).

Aspettatevi personaggi simili e anche peggiori, siete avvisati.

A dispetto delle prime impressioni confortanti quindi, (quelle della prima ora per l'appunto), Afro Samurai si rivela allora un gioco tristemente incapace di mettere a frutto il suo intero potenziale, incluso fra l'altro lo sfruttamento della licenza stessa. Al di là del look e del sound (e di un certo feeling da controcultura fortemente percepibile) la narrazione è infatti poco convinta e globalmente fiacca, e anche i personaggi non convincono completamente. Le cutscene (incomprensibilmente interrotte ogni tanto da fastidiose schermate di caricamento...) non coinvolgono né entusiasmano e persino la voce di Samuel L. Jackson non riesce, nononstante l'apprezzabile impegno, a riscattare un panorama tutto sommato deludente.

Afro Samurai non è certo una porcheria. Piacevole da guardare, violento e non troppo impegnativo, si rivela un action senza troppe pretese ma al tempo stesso anche un gioco noioso, vuoto e persino un po' frustrante. Viste le premesse mi aspettavo in tutta sincerità più carattere, speravo di trovare nel titolo Namco Bandai quel barlume di genio che contraddistingue altre produzioni. Purtroppo stavolta non è andata bene.

5 / 10