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Oddworld Soulstorm - recensione

L'odissea di Abe è appena iniziata.

Ciao... Seguimi... Aspetta! Quante volte abbiamo fatto pronunciare queste frasi al tenero Abe nella sua leggendaria odissea su PlayStation One? Milioni di volte e, se provate a ripensarci, nella testa vi risuonerà sicuramente la stridula voce dell'improvvisato eroe creato da Lorne Lanning e dei suoi Oddworld Inhabitants.

Da allora sono passate due vite, Abe ha avuto il suo sequel e poi è sparito dai radar per ritornare con il remake New 'n' Tasty che ha modificato in parte la storia originale. Ed ès proprio da questa che si riprende in Soulstorm, mantenendo il tono leggermente più serio e stuzzicante del reboot!

Oddworld Soulstorm, il cui annuncio ricordiamo risalire a poco più di 5 anni fa, è un sequel di Abe's Oddysee o, se preferite, una rivisitazione di Abe's Exoddus. La sua storia narra infatti gli eventi successivi alla distruzione dei Mattatoi Ernia, tornati poi ad essere le anglofone RaptureFarms.

Mullock, il despota/schiavista/boss che serve il misterioso cartello Magog, non è morto (nonostante uno dei due finali del gioco originale facesse pensare il contrario) ed è disposto a tutto pur di vendicarsi di Abe. Quest'ultimo, dal canto suo, è ancora poco convinto del suo ruolo di eroe ma le convincenti parole di uno sciamano lo convinceranno ad imbarcarsi in questa nuova avventura per salvare i Mudokons ancora imprigionati e togliere di mezzo una volta per tutte la minaccia di Mullock.

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Chi si aspetta un tuffo nel passato con Oddworld Soulstorm resterà almeno in parte deluso. Fin dall'inizio è chiara l'intenzione degli sviluppatori di alzare il ritmo rendendo tutto un po' più dinamico, ampliare le dimensioni dei livelli e raffinare le meccaniche di gioco originali.

Gli obiettivi sono stati centrati anche se non manca qualche inciampo abbastanza vistoso. Avrete 15 livelli a disposizione per aiutare Abe nella sua missione, più due addizionali che si sbloccheranno rispettando determinate condizioni. Potrete arrivare alla fine salvando un variabile numero di Mudokon, arrivando di conseguenza ad uno dei quattro finali disponibili. La longevità è ancora una volta uno dei punti vincenti della serie. Se per completare la prima run senza badare troppo al sottile potreste impiegare circa 13/15 ore, volendo salvare tutti i Mudokons e raggiungere il finale completo mettetene in preventivo almeno 20.

Le meccaniche sono mutuate dal remake/reboot New 'n' Tasty, ma non mancano alcuni nuovi innesti volti ad ampliare la quantità di situazioni che nel gioco originale tendevano ben presto a ristagnare. Rimane ferma l'intenzione degli Oddworld Inhabitants di proporre un mix tra platform ed enigmi, anche se ben presto sono questi ultimi a prendere il sopravvento relegando i salti tra piattaforme al ruolo di comprimari, utili quasi unicamente per raggiungere la successiva destinazione senza proporre particolari guizzi di creatività e difficoltà.

Fa eccezione solo il primo livello che fa da prologo narrativo, una corsa a perdifiato verso la salvezza durante la quale sperimenterete soprattutto le meccaniche di gioco più "salterine". Scoprirete anche che il mondo di gioco è pieno zeppo di luoghi da saccheggiare, zone segrete e oggetti da accumulare... ma su questo torneremo tra un po'.

Abe ha una barra vitale che può resistere a qualche mitragliata di Slig, ma una caduta troppo dall'alto o una granata gli sono comunque fatali.

Il sistema di controllo è stato leggermente rivisto in virtù di alcune nuove tecniche che Abe può utilizzare e purtroppo non sempre nel modo giusto. Una di queste consiste nell'utilizzo di vari oggetti utili per incendiare e liberare passaggi bloccati, spegnere fuochi che impediscono di proseguire, lanciare mine, distrarre i nemici e così via.

La selezione avviene tramite il classico menù radiale mentre la precisione del lancio dipende dall'inclinazione della parabola che appare su schermo una volta premuto l'apposito tasto. Dovrete farci un minimo di abitudine ma già dopo un paio d'ore sarete in grado di appiccicare una granata alla schiena di uno Slig mentre ve ne state appesi sopra un baratro. Discorso diverso invece per il doppio salto, tecnica inserita per venire incontro alla maggiore ampiezza dei livelli, ma che in alcuni casi può diventare un'arma a doppio taglio in quanto molto veloce e difficile da utilizzare nelle sezioni più concitate.

Altra novità per la serie, ma non certo per il genere di appartenenza, è il crafting. È molto semplice, non vi aspettate nulla di particolarmente raffinato o complicato: semplicemente potrete accumulare una certa quantità di materiali da abbinare per dare vita agli utili oggetti a cui accennavamo poco fa. In realtà, all'inizio abbiamo usato ben poco questa feature in quanto le scorte di bottigliette e armi erano più che abbondanti, ma già dopo un terzo di gioco le riserve iniziano a scarseggiare.

Ciò significa che se all'inizio potrete tranquillamente sprecare un po' di roba nel tentativo di dare vita a tattiche creative, più avanti dovrete essere molto accorti e cercare in ogni dove, dagli armadietti alle giare, tutto ciò che potrete portare con voi.

Le cutscene sono rese molto scenografiche dai continui movimenti della camera, che però di tanto in tanto rendono difficile capire cosa stia accadendo.

Da un certo momento in poi dovrete inoltre fare i conti con i vostri seguaci, ovvero i Mudokon che troverete e dovrete portare in salvo. Diciamocelo, saranno anche simpatici ma in quanto ad intelligenza scarseggiano non poco. Dovrete essere voi ad evitargli morti orrende, dandogli gli ordini assegnati alla croce direzionale nel momento giusto e, se necessario, elargendogli parte delle vostre riserve con cui i grinzosi compagni di viaggio avranno modo di difendersi e (in parte) aiutarvi. Occhio però perché quando ne avrete molti al seguito basterà una minima distrazione e puff... addio amici della resistenza.

Il muro di puzzle, trappole ed ostacoli che vi si parerà davanti spazia dal "molto semplice" al "dannatamente bastardo". Per alcuni dovrete affidarvi all'istinto e andare senza guardarvi troppo indietro, altri richiederanno invece un bel po' di materia grigia per essere portati a termine con i migliori risultati. In alcuni casi avrete anche a disposizione più di una soluzione ma il segreto consiste sempre nel guardarsi intorno per sfruttare tutto ciò che potete.

I poteri psichici con cui Abe può prendere il controllo dei nemici o azionare dei dispositivi non saranno sempre a disposizione, in quanto alcune zone avranno dei dispositivi in grado di annullarli. A quel punto dovrete far girare gli ingranaggi del cervello e provare qualcosa di diverso. Forse non vi riuscirà la prima volta, forse neanche la decima, a volte neanche alla ventesima perché Oddworld Soulstorm a volte sa essere davvero bastardo, ma questo è anche il suo bello e spesso la soddisfazione di aver trovato una soluzione originale (magari con un pizzico di fortuna) sarà impagabile.

Va detto che purtroppo in varie occasioni abbiamo riscontrato alcuni problemi nella risposta ai comandi dell'I.A. che gestisce i comportamenti sia dei nemici o dei seguaci di Abe. Ci è capitato di incappare in maledetti Slig bloccati durante la loro ronda o capaci di beccare Abe anche da una distanza superiore al loro cono visivo. Altre volte alcuni Mudokons non hanno seguito i nostri ordini rimanendo totalmente inerti, in un'occasione un paio di loro sono addirittura corsi come pazzi verso il suicidio. In questi momenti l'unica soluzione consiste nel ricaricare l'ultimo checkpoint, che fortunatamente è quasi sempre abbastanza vicino.

Il gioco ha quattro finali. Per godere di quello completo dovrete salvare l'80% dei Mudokons ma tranquilli, potrete rigiocare ogni singolo livello quanto volete.

Occhio però perché le scelte che farete avranno dei risvolti "morali". È divertente usare i nemici come marionette o farli morire nei modi più cruenti ma potrete anche decidere di risparmiarli, magari addormentandoli o (cosa molto divertente) arrivandogli alle spalle e imbavagliandoli per poi rubargli tutto ciò che hanno. L'approccio stealth è favorito anche dalla presenza di luoghi in cui nascondersi e teoricamente dovrebbe essere possibile finire il gioco senza uccisioni, ma la vediamo davvero dura.

Le vostre azioni sono gestite dal Quarma System, che si rifletterà anche sui poteri dello stesso Abe. Le loro conseguenze non sono sempre immediatamente percepibili e influiscono più che altro sul livello di difficoltà delle sezioni successive. Sarebbe stato interessante se il Quarma System si fosse spinto oltre, influenzando magari la stessa natura del protagonista e portandolo anche a possibili azioni malvagie. Così non è, accontentiamoci.

Abe ovviamente avrà a disposizione i suoi poteri psichici, che in Oddworld Soulstorm però sono gestiti anche da una sorta di fattore morale. Forse ricorderete che in passato il Mudokon era in grado di possedere le menti dei nemici più deboli utilizzandoli come marionette per risolvere enigmi o eliminare altri avversari. Potrete fare lo stesso anche questa volta ma le scelte che farete influenzeranno il finale del gioco.

In teoria è possibile completare il gioco interamente in modalità stealth, ma se preferite una carneficina preparatevi ad accettarne le conseguenze. Il Quarma System potrebbe anche sbloccare preziosi bonus se deciderete di essere particolarmente buoni, ma possiamo capire che la tentazione di sbudellare ogni singolo Slig sarà davvero forte.

Alla fine di ogni sezione di gioco vi verranno assegnati dei badge relativi alle aree segrete trovate, gli oggetti distrutti e i Mudokon salvati.

Su PlayStation 5 Oddworld Soulstorm viaggia a 60 fps, purtroppo non sempre stabilissimi, con una risoluzione di 1440p che mette in mostra un buon campionario di effetti speciali tra fiamme, liquidi, illuminazioni dinamiche e particellari vari. Su PS4 e PS4 Pro il frame rate scende invece a 30 fps con qualche lieve calo nelle sezioni più veloci e la risoluzione scende verso lo standard Full HD. La versione next-gen Sony supporta lo standard Audio 3D anche se per apprezzarlo al meglio è necessaria una cuffia Pulse o un buon impianto.

Il DualSense è sfruttato solo in parte con vibrazioni di varia intensità per sottolineare esplosioni, crolli e il battito cardiaco del pavido Abe, ma questa tecnologia ha già dimostrato di poter dare molto di più. La vera differenza, vista soprattutto la natura "trial & trror" del gioco, la fanno i caricamenti che su PlayStation 5 si attestano sui 7/8 secondi per il primo avvio e 3/4 per il ritorno all'ultimo checkpoint in caso di morte.

La localizzazione in Italiano si limita ai sottotitoli, tra l'altro non impeccabili, mentre il doppiaggio in Inglese è come sempre caratterizzato alla grande, anche se alcuni accenti alieni sono un po' difficili da capire.

La versione PS5 di Oddworld Soulstorm è disponibile per il download gratuito per tutti i membri del PlayStation Plus, mentre quelle PC e PlayStation 4 possono per ora essere acquistate solo in formato digitale. Un'edizione fisica (con tanto di splendida Collector's Edition) è prevista per il 9 luglio.

7 / 10