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Alla scoperta del couch gaming - editoriale

L'evoluzione dell'homo ludens ci porta dal pavimento al divano.

Fermi con Google, il termine me lo sono appena inventato e non fa riferimento né alle console né agli sforzi di Steam per rendere l'esperienza del PC gaming più divano-friendly. Mi riferisco invece a quel modo di videogiocare che sfrutta al massimo le possibilità videoludiche nel momento in cui si decide di passare la serata spalmati sul divano.

E no, non parlo nemmeno di DS, Playstation Vita e vecchi GameBoy. E nemmeno di portatili appoggiati sulle ginocchia. Sto parlando di tablet, siano essi Apple o Android.

Ho parlato di "sfruttamento al massimo" perché alla mia personalissima "prova divano" i tablet si sono rivelati la piattaforma col miglior rapporto comodità-prestazioni. La prova, che vi invito a fare, anche a casa, deve essere eseguita nel modo seguente:

Hitman Go è l'esempio perfetto di puzzle game pensato per il tablet gaming, preferibilmente 'divanizzato'.
  • Recuperate i vostri dispositivi mobile e spargeteli sul divano.
  • Posizionatevi orizzontalmente sullo stesso (insomma sdraiatevi).
  • Alternate l'esercizio ludico (giocate) sulle varie piattaforme.
  • Il tutto verificando la qualità di gioco e la comodità della posizione.
  • Possibilmente eseguite tutto questo sorbendovi patatine, snack e beveraggi vari.
  • Ponete fine all'esperimento e mandatemi dei soldi.

L'esperimento ha avuto, nel mio caso, un esito ineludibile: l'esperienza di gioco su tablet si è rivelata estremamente godibile sia per la qualità dei prodotti sia per la postura (da associarsi possibilmente a una giornata stancante che "chiami" il divano in serata).

Ho avuto modo di provare due titoli appartenenti a due generi diversi: un puzzle game come Hitman Go e uno strategico "vecchia scuola" come Panzer General. I due generi non sono stati scelti a caso; mi pare infatti che la piattaforma "tablet" sia sfruttabile al meglio proprio in questi giochi, mentre il problema dei controller mina in maniera più o meno grave le altre esperienze.

Certo, ci sono esperimenti che hanno avuto un qualche grado di successo (comandi sullo schermo, inclinazione del device ecc..) ma qui torniamo al punto di partenza: per titoli di questo genere (azione, FPS, corse) è veramente una scelta azzeccata utilizzare un tablet invece che un DS, una Vita o anche una console?

Il Big Picture di Steam è un tentativo, alquanto esplicito, di spostare il PC Gaming nel salotto.

Tutto questo per dire che giocare uno strategico (abbastanza semplice) come Panzer General o un puzzle game con poche pretese (ma estremamente valido) come Hitman Go in una situazione d'uso come l'orizzontalità del proprio divano (o un qualsiasi altro giaciglio che permetta tale postura) è una scelta d'intrattenimento perfettamente valida che può tranquillamente essere sostituita ad altre soluzioni (dedicate ad altri momenti della giornata), come il gioco di fronte al PC (e quindi alla scrivania) oppure la console seduti da qualche parte.

Ciò vuol dire che il "tablet" (qui non è interessante distinguere tra iOS e Android) ha le carte in regola per aprire quella che i corsi di marketing chiamano "occasione d'uso", che poi altro non è che l'incrocio tra l'intrattenimento (nel nostro caso tecnologico) e le abitudini socio-culturali nella routine della giornata.

Tutto questo mi permette anche di ipotizzare una mia personalissima teoria dell'homo ludens e delle relative posture (un po' come la classica illustrazione dell'homo sapiens che arriva alla posizione eretta partendo dal bipedismo dei primati). In giovanissima età è il pavimento il luogo di gioco. Dai giochi fisici si passa ad attaccare una qualche console (nel mio caso il leggendario Intellivision) al televisore, ci si APPOGGIA al divano (senza sedercisi) e si gioca.

Poi la scuola ci porta a impratichirci con l'oggetto "scrivania" e si passa a un PC con relativo monitor. Seduti in maniera pressoché eretta siamo nel regno del mouse e della tastiera; meno spesso si ha una console.

La sala, regno del divano e della TV, la si conquista (come diritto, non come fugace usurpazione di uno spazio come nella prima fase) in età più avanzata e dalla postura composta della scrivania si inizia lo stravaccamento divanizzato. Questo è il regno della console e delle sue dinamiche decisamente più sociali.

Panzer Corps sbarca su iPad in una versione praticamente identica a quella PC; un'ottima notizia per gli strateghi che preferiscono il divano alla scrivania.

Il tablet e la postura orizzontale sono cose da adulti che han poco tempo libero e cercano comunque d'infilare in quel poco tempo più attività possibili (visione della TV, ascolto musica, mangiare qualcosa, giocare) e che siano meno impegnative a livello motorio (la sera dopo il lavoro una sessione di Zumba su Wii può avere i suoi effetti collaterali).

Ovviamente lo schema è tutt'altro che universale e ognuno avrà la sua storia personale che differisce in qualche punto. Ciò nonostante, la riflessione ha un suo valore poiché troppo spesso si discute di videogiochi dimenticandosi completamente delle loro occasioni d'uso.

Giocare con una console, con un pad in mano è cosa ben diversa da stare seduti a una scrivania con mouse e tastiera (in un altro locale della casa); questo è ciò che non capiscono soprattutto i vari fanboy di entrambe le fazioni (console e PC), che vorrebbero annientare con le loro argomentazioni (prettamente tecniche o di mercato) la sponda opposta.

Mentre la verità è che stiamo parlando di due attività molto diverse tra loro che esistono non solo per ragioni di validità tecno-ludica (e di opportunità di mercato), ma soprattutto perché ben si incastrano con abitudini e ambienti in cui viviamo (per questo, tra l'altro, Valve si è inventata le innovazioni che fanno assomigliare Steam a un media center da salotto).

Tra queste "sotto-nicche" videoludiche ora, questa è la mia tesi, dobbiamo aggiungere anche quella dei tablet. Lo dicono i numeri, le statistiche di vendita su App Store e Google Play, ma come sempre la cosa più interessante è andare oltre alle cifre e comprenderne le ragioni.

Avatar di Davide Pessach
Davide Pessach: Studia, scrive, videogioca da tanto, tanto tempo. Quando si annoia rimescola le carte e sposta le priorità, ma i tre ingredienti principali rimangono quelli . Obiettivi? Solo due: curiosità e divertimento.
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