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Galaxy Wars - articolo

Battaglie galattiche, strategiche e online!

Il panorama videoludico italiano non è una tabula rasa ma una realtà sempre in lotta per emergere. Una realtà che combatte come può contro la scarsità di mezzi economici ma che vanta numerosi esponenti attivi. C'è chi preferisce investire sul mercato mobile, chi ancora dà sfogo alla propria creatività su console e c'è chi invece preferisce far crescere i giovani perché muovano i primi passi nel mondo dei videogame. AIV, l'Accademia Italiana Videogiochi, crede da sempre nello sviluppo italiano e da questa consapevolezza nasce Galaxy Wars, uno strategico in tempo reale sviluppato in collaborazione con VSTeam.

Quella che vi trovate di fronte è quindi l'analisi di un titolo tutto nostrano, che però non avrà un voto per una questione di correttezza nei vostri confronti. L'Accademia Italiana dei Videogiochi fa parte infatti di Elemental, la società che a sua volta detiene i diritti di Eurogamer Italia. Per evitare qualsiasi conflitto d'interesse ci limiteremo quindi a proporvi una vetrina su un prodotto che potrebbe interessarvi e che, non fosse per questo articolo, sarebbe probabilmente sfuggito alla vostra attenzione.

Nato come progetto didattico, Galaxy Wars prende piede da un presupposto molto semplice, tanto caro al mondo dei videogiochi sin dagli albori, ossia quello della guerra intergalattica, combattuta nello specifico da tre distinte fazioni per il predominio sui sistemi stellari. Un gioco di battaglie e conquista che si ispira all'intramontabile Risiko, tentando però di trasporre le meccaniche del classico da tavolo in un ambiente in tempo reale. Niente turni, niente vicende complesse, né orpelli di alcun genere, ma solo un gameplay puro e semplice che mira ad essere frenetico quel che basta.

Quando un'area è contesa da un gran numero di giocatori la situazione può farsi complicata. Meglio sempre tenere qualche truppa di scorta stazionata nei propri pianeti.

Ogni vittoria inizia con un piccolo passo e lo stesso vale per Galaxy Wars. Ogni partita, scelta la propria mappa tra le 16 disponibili, comincia da una stella, una base operativa da cui sarà poi possibile muovere le proprie truppe di pianeta in pianeta, conquistando automaticamente quelli non occupati e scontrandosi con le forze avversarie sui mondi nemici.

Per far ciò il giocatore ha a disposizione il suo ingegno, due armi bonus, e dei power -up diversi a seconda delle varie fazioni e utili a ottenere piccoli momenti di vantaggio durante le partite più dure. Sarà possibile creare scudi d'energia per difendere i propri pianeti dal nemico o magari utilizzare il potere della propaganda per convertire le forze avversarie. Potrete anche forgiare vortici dimensionali che inghiottano le navi spaziali rivali o nascondere il numero delle vostre forze per attaccare inosservati.

Fatta eccezione per queste meccaniche il titolo si svolge proprio come una normale partita di Risiko, con ognuno dei giocatori intenti a spostare le proprie navi spaziali da una zona all'altra della mappa. Una certa la possiamo trovare nella gestione delle zone più importanti della scacchiera: le stelle. Vere e proprie basi operative dell' impero, vi consentiranno di produrre un gran numero di navi (decine di volte superiore a quello prodotto dai pianeti) e di gestire le quattro statistiche del vostro esercito: attacco, difesa, produzione e ricerca.

Si tratta di quattro skill che influenzeranno direttamente la battaglia, garantendo ai giocatori vari bonus. Per ottenere un potenziamento sarà però necessario mettere in pausa la produzione di navette, richiedendo la consueta scelta tra superiorità numerica e forza bruta. Una decisione questa di scarsa importanza quando ci si ritrova a combattere contro la non eccelsa intelligenza artificiale ma indispensabile in multiplayer.

Upgradare una stella è sempre una buona strategia, a voi scegliere su quale icona cliccare, ma attenzione è una scelta che fa la differenza.

Per scoprirlo abbiamo organizzato una lunga ma divertente sessione multiplayer contro gli sviluppatori di Galaxy Wars, che hanno voluto battere al loro stesso gioco un trio composto dal sottoscritto, Luca Forte e Roberto Bertoni. E per quanto si sia trattato di una cocente disfatta per la squadra di Eurogamer, che ha perso due partite su tre, questa sessione ha dato modo a Galaxy Wars di mostrare il suo lato migliore.

Non appena all'IA si sostituisce un avversario umano il titolo cambia volto, trasformando la modalità in singolo in un allenamento volto per passare poi al multiplayer, dove inizia il gioco vero e proprio e dove le mappe per otto persone si rivelano complesse e strutturate. Ci è capitato di combattere in sistemi dove i territori nemici erano collegati solo da una piccola area centrale, nella quale concentrare i propri sforzi. O invece in mappe circolari in cui è stato necessario difendere le proprie forze da più lati, per non soccombere subito.

In questi momenti si nota come, con le sue meccaniche, il titolo spinga al gioco di squadra, necessario a portare a casa la vittoria. Più di una volta abbiamo lasciato a un nostro compagno un pianeta in modo tale da consentirgli di conquistare un intero sistema e, quindi, il bonus di produzione che Galaxy Wars assegna in questi casi. Lo stesso vale per le battaglie, in cui le forze di due giocatori alleati possono essere letteralmente sommate, per aver ragione di un avversario particolarmente coriaceo.

Apprezzabili in multiplayer anche le due modalità secondarie che il titolo presenta. La prima, chiamata Shroud of Secrecy, consente al giocatore di tenere sotto controllo solo le aree da lui occupate, mentre le altre appaiono oscurate, aggiungendo un'ulteriore componente strategica. La seconda invece è la classica riproposizione della modalità Orda, nella quale il nemico continua a ottenere rinforzi, cui il giocatore dovrà opporre resistenza.

Tra gli altri, uno dei poteri più interessanti è in grado di congelare un intero pianeta, impedendo i rifornimenti per un breve periodo di tempo.

È in questi casi però che si presenta anche qualche piccolo problema. Mano a mano che aumenta d'importanza la componente strategica, si notano alcune meccaniche non ancora bilanciate al meglio. In particolare ci si riferisce alle armi bonus delle varie fazioni: troppo potenti alcune, quasi inutili altre, spesso finiscono per sbilanciare gli equilibri di una partita. Una patch in tal senso sarà utile.

Com'è quindi questo Galaxy Wars? Dopo averlo provato possiamo dire che ci è sembrato un gioco onesto e divertente, accompagnato per l'occasione dalla colonna sonora creata ad hoc dai Jesus Was Homeless (da GameStop potete trovare l'edizione speciale con in allegato il CD con le musiche della band). Al tempo stesso si tratta di un prodotto ben lontano dai fasti dei blockbuster tripla A e molto più vicino al panorama indie. Ma, come vi avevamo anticipato all'inizio dell'articolo, questa volta spetta a voi tirare le somme.