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Prince of Persia

Ben tornato, Principe.

Dimenticate le orde di nemici viste nella trilogia de Le sabbie del Tempo. Gli avversari andranno sconfitti uno per volta, e non basteranno facili piroette e veloci colpi di spada per mandarli giù. I boss di fine livello si riveleranno poi particolarmente coriacei, vista anche la loro capacità di mutare forma risultando immuni a specifici attacchi. Il vostro compito sarà quindi quello di capire gli eventuali punti deboli e agire di conseguenza.

Il button-mashing è roba del passato, Ubisoft ci aveva avvertiti e così è stato. Gli scontri richiedono ora un approccio più lento e ragionato, ma non per questo saranno privi di risvolti spettacolari e adrenalinici. La possibilità di coinvolgere Elika e le sue arti magiche vi consentirà combinazioni micidiali, alle quali si alterneranno frequenti quick time event. La barra di energia degli avversari si abbasserà in caso di combo ben riuscite, ma potrà anche tornare a riempirsi pazialmente nei momenti di maggiore difficoltà del nostro eroe. Come detto prima, anche in caso di evidente sconfitta Elika si rivelerà provvidenziale nel salvarci all'ultimo secondo, consentendoci di continuare la lotta.

Il fatto di evitare la morte non implica quindi particolari agevolazioni nei confronti dei nemici, ma ha l'importante scopo di non spezzare il ritmo dell'azione e lasciare che il tutto fluisca liberamente e senza alcun ostacolo. I combattimenti sono pertanto altamente dinamici e mantengono inalterato quel senso di sfida offerto dal gioco.

Il gameplay di Prince of Persia si snoda così in due direzioni differenti eppure complementari: da un lato l'esplorazione dei livelli, veloce, intelligente e gratificante; dall'altro gli scontri con i nemici, meno caotici rispetto al passato e dotati di quel pizzico di strategia in più che li rende sicuramente più interessanti. Gli appassionati dei capitoli old-gen si troveranno inizialmente spiazzati da tale approccio, ma possiamo garantirvi che basterà davvero poco per familiarizzare con le inedite dinamiche di gioco.

Il design dei personaggi e dei nemici è uno dei punti di forza del nuovo Prince of Persia. Stilosissimo.

Quanto detto fino ad ora potrebbe già giustificare il voto finale, ma non possiamo esimerci dal ribadire il nostro apprezzamento per l'eccezionale lavoro in termini di level desing. I giocatori dotati di buona memoria ricorderanno sicuramente alcuni scenari dei capitoli precedenti, la cui struttura era troppo spesso sacrificata (in parecchi casi anche forzatamente) a favore delle qualità acrobatiche del Principe. Ebbene, in questa nuova iterazione del brand tutto ciò sembra essere magicamente sparito. Le evoluzioni del protagonista saranno come sempre uno smacco alle leggi di gravità, ma la rappresentazione degli scenari rimane genuina pur non perdendo nessuno dei suoi aspetti prettamente funzionali. Tale qualità è data non solo dalle molteplici abilità del Principe (grazie al suo guanto sarà praticamente in grado di appigliarsi ovunque) ma anche dall'elevato grado di verticalità dei paesaggi. Il lavoro degli sviluppatori in questo senso è a dir poco magistrale e merita senza dubbio il plauso di tutti coloro che si ritroveranno a stringere il joypad tra le mani.

Il Principe torna alla ribalta più in forma che mai, forte di una scelta coraggiosa che pochi altri sviluppatori sarebbero stati in grado di tentare. La riproposizione di meccaniche spiccatamente platform e l'efficacia con cui queste hanno aderito alla nuova generazione videoludica è qualcosa che ci sentiamo di valorizzare in pieno. Questa è la prova che spesso non sono le idee a mancare, ma solo la ferrea volontà nel realizzarle. Ubisoft si è impegnata seriamente in un vero e proprio sforzo di astrazione al fine di reinventare il brand nel migliore dei modi e offrire un prodotto maturo, intelligente e adatto a saziare le più svariate esigenze del pubblico. Da giocatori, non avremmo potuto chiedere di meglio.

9 / 10