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Steam vs. Origin: chi vincerà?

EA, GOG, Gamersgate e Gabe Newell dicono la loro.

"Ognuno cerca di utilizzare le proprie abilità per massimizzare il risultato. Noi ad esempio conosciamo molto bene i nostri utenti. Per un distributore tradizionale è differente: in base a come è posizionato, se vende solo giochi o anche musica e film, può contare su un'utenza più larga e ha una conoscenza più completa sulle varie categorie, ma non si spinge mai a fondo. Noi invece conosciamo il nostro segmento di utenza molto, molto a fondo".

"Quindi c'è la possibilità di instaurare una proficua e stimolante competizione, che alla fine si rivelerà positiva per i consumatori".

Forse vi sorprenderà sapere che non tutti condividono questo punto di vista. Good Old Games, un distributore specializzato in vecchi titoli che si è ritagliato una interessante nicchia di nostalgici, pensa che, se il mercato continua a frammentarsi, a rimetterci saremo noi, gli utenti.

"Nel lungo termine tutte le più grandi compagnie seguiranno l'esempio di EA. Credo che il mercato diventerà di conseguenza molto complesso per i consumatori", sostiene il CEA di GOG, Guillame Rambourg.

"I giocatori sono esattamente come gli altri consumatori. Immaginate di dover andare a fare la spesa: se avete a disposizione 50 negozi, uno per comprare la verdura, uno per la frutta, uno per il caffè, uno per la pasta e così via, probabilmente dopo cinque minuti diventate matti. Dobbiamo fare in modo che la situazione si mantenga semplice per gli utenti".

Star Wars: The Old Republic rappresenterà per Origin ciò che Counter Strike è stato per Steam, quando verrà lanciato quest'anno?

"Più precisamente dobbiamo far sì che l'utente sia felice: dovrebbe essere l'obbiettivo, l'ossessione di ogni settore industriale. Pensate che gli utenti saranno contenti di dover andare in 50 siti diversi per comprare 50 giochi? Io penso di no".

Quindi che tipo di minaccia rappresenta Origin per la situazione attuale? Beh, anche se è senza dubbio una spina nel fianco per Valve, difficilmente riuscirà ad offrire un catalogo altrettanto ampio, nonostante EA sostenga di essere in grado di attirare altri soggetti sulla sua piattaforma.

E anche se, forse, alcune compagnie di seconda fascia potrebbero essere disposte a far controllare la distribuzione del proprio catalogo ad uno dei principali concorrenti sul mercato, state pur certi che molti altri preferirebbero vendere i loro primogeniti a una carovana di zingari che non collaborare con EA.

Tuttavia, secondo Divnich, un colosso come EA ha disposizione tanto di quel materiale di alta qualità da poter gestire tranquillamente un proprio negozio online.

QUOTE

""Sono un fermamente convinto che la competizione sia sempre positiva per il consumatore". Jens Uwe Intat, EA"

"Si potrebbe dire che lo scenario sia simile a quello che frappone il grande centro commerciale con i piccoli negozi. I consumatori che vogliono trovare tutto ciò che gli serve in un solo posto, e a un prezzo concorrenziale, si recano nei centri commerciali o negli outlet; chi invece sta cercando qualcosa di specifico o vuole spulciare ogni possibile offerta in cerca del prezzo più basso, si rivolge alla piccola distribuzione o ai negozi specializzati".

È molto probabile che la frammentazione del mercato subirà un'impennata quando ci allontaneremo ancora di più dalla distribuzione classica, soprattutto quando (e se) anche le console abbandoneranno i supporti fisici. Ma non è solo dai principali distributori che Valve deve guardarsi le spalle. Il variegato popolo degli indie, che hanno giocato un ruolo determinante nel successo di Steam, sono pronti a fare la loro parte. Forse Notch ha avuto bisogno di Steam per fare di Minecraft uno dei titoli più redditizi della storia? Assolutamente no.

Certo, la maggior parte degli sviluppatori indipendenti ha bisogno della visibilità offerta dalla prima pagina di Steam, ma sono proprio i loro siti personali, più che uno store alternativo, ad essere entrati in competizione con il loro stesso distributore. Secondo Schaefer, anche se Steam ha garantito a Torchlight il 65% delle vendite, il secondo maggior contributo è arrivato proprio dal sito di Runic Games.

Minecraft è uno dei pochi giochi indie ad avere avuto successo senza il supporto di Steam. Il primo di una lunga serie?

Un'altra minaccia a cui Steam farà bene a prestare attenzione è la pirateria. Onestamente l'argomento meriterebbe un articolo a parte, quindi diciamo che finché Ubisoft continuerà a fare affidamento su DRM assurdi e stressanti (che Newell non ha mai negato di disprezzare), difficilmente la questione potrà dirsi risolta.

Per adesso l'unica mossa fatta da Valve di fronte a tutte queste speculazioni è stata quella di sempre: si è arroccata nella sua posizione dominante, ignorando sostanzialmente il trambusto alle sue spalle, e concentrandosi come suggeriva Rambourg di GOG su ciò che l'ha portata a conquistare la sua invidiabile posizione: l'attenzione al cliente.

"Non ci è mai servito a molto concentrarci su un eventuale concorrente, cercando di valutare noi stessi rispetto a lui!, ha spiegato recentemente Gabe Newell in una chiacchierata con Eurogamer. "A volte facendo così sembra quasi di rimanere bloccati sui fallimenti e sui successi altrui, quando invece dovresti concentrarti sui clienti e su ciò che dovresti fare per loro. Quindi non ci è mai stato d'aiuto sederci ad un tavolo e dire 'Ok, questi tizi sono i nostri concorrenti, hanno fatto questo quindi dovremmo farlo anche noi'".

"Ci sono un sacco di compagnie che, se ti identifichi come un loro concorrente, rischi di seguire in maniera fin troppo fedele. Diventa una situazione in cui, se fanno qualcosa, vuoi farla anche tu. Gli utenti sono molto più d'aiuto rispetto ai concorrenti nel suggeriti che strada prendere".

Anche se Steam rischia di perdere il monopolio del mercato nei prossimi anni, se conserverà questa forma mentis, per il bene degli utenti PC possiamo solo sperare che continui a essere un leader piuttosto che uno qualunque degli inseguitori.