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Jared Leto, il camaleonte dello spettacolo - Editoriale

Alla scoperta di un trasformista del grande schermo, e delle altre star che l'hanno preceduto in questo percorso.

Si avvicina il 31 marzo, data dell'uscita nei cinema di Morbius, personaggio dell'Universo Marvel finora poco trattato. In un articolo precedente abbiamo parlato di lui e della figura dello scienziato che prova su se stesso procedure mediche sperimentali. Qui invece vogliamo concentrarci sul protagonista, Jared Leto, oggi 49 anni portati davvero "da vampiro", un attore che per i più è diventato famoso con una rock band per poi passare al cinema.

Invece Leto, incoraggiato dalla madre, già nei primi anni '90 aveva ottenuto dei ruoli in alcune serie televisive, fra cui quella che lo aveva fatto notare, My So-Called Life, a fianco di una giovanissima Claire Danes (Homeland).

Divenuto un idolo delle ragazzine, ha però subito iniziato a diversificare i suoi ruoli. Mentre sceglie con attenzione i suoi film, nel 1998 fonda con il fratello la band dei Thirty Seconds to Mars e inizia una carriera fortunatissima come front man, 5 album per 15 milioni di dischi venduti nel mondo, in un interessante mix fra vari tipi di rock, progressive, hard, metal.

Sotto l'orrido trucco, il bellissimo Jared.

Adorato dai fan anche per la sua avvenenza, ha continuato a realizzare dischi ed esibirsi dal vivo per quasi vent'anni. In parallelo però cresceva l'interesse di Jared per il cinema, dove arriva a farsi notare indiscutibilmente nel 2000 nel tragico Requiem for a Dream, di Darren Aronofsky. Nel 2012 esordisce anche alla regia col documentario Artifact, dopo aver diretto diversi video del gruppo.

Partecipa a molti film noti (fra cui American Psycho, Panic Room, Alexander, Lord of War, Dallas Buyers Club), ed è anche protagonista del cult Mr. Nobody, film dalla distribuzione travagliata. Più di recente si fa notare in Blade Runner 2049, nel ruolo di Niander Wallace, geniale ma spietato capo di una multinazionale che si occupa di bioingegneria.

Ma quello che incuriosisce nella sua carriera è una propensione a mutare radicalmente il proprio aspetto fisico. Se già per Requiem aveva perso 13 chili, sette anni dopo per il film Chapter 27, in cui interpreta l'assassino di John Lennon, ingrassa di 30 chili, con gravi conseguenze per la sua salute: si ammala di gotta ed è costretto sulla sedia a rotelle.

Leto in Chapter 27 interpreta l'assassino di Lennon.

Ma già in Fight Club aveva avvilito la sua bella faccia facendosi pestare selvaggiamente. Nella sua partecipazione a Suicide Squad è sempre truccato per diventare un insolito Joker e prosegue con un'altra trasformazione fisica per House of Gucci, dove compare di nuovo ingrassato e pelato. Ma questa volta l'attore si è limitato a lunghissime sedute giornaliere di trucco e a un "fat suit". Se invece i fan vogliono consolarsi e vederlo nel suo attuale splendore alla Dorian Gray, non hanno che da vedere la serie tv We Crashed, su Apple TV+.

Questo ci ha fatto riflettere su alcuni altri famosi casi di modifica radicale del proprio corpo per interpretare al meglio un personaggio. Dopo il caso che ha fatto storia, ossia quello di Robert De Niro in Toro scatenato (e vince l'Oscar), con 30 chili di aumento di peso seguito da dimagrimento e ricostruzione del tono muscolare, aveva impressionato la perdita di peso di 25 chili che si era inflitto Christian Bale per il film L'Uomo Senza Sonno, che lo aveva fatto arrivare a 54 chili. Subito dopo era stato costretto a rifarsi un fisico per Batman Begins, per poi "divertirsi" a ingrassare di nuovo di 20 kg per American Hustle (mentre il sovrappeso di Vice è dovuto al trucco). Come conseguenza, due ernie al disco.

Un Joker assai discusso.

Matthew McConaughey, per dimostrare al mondo di saper anche recitare e non essere solo un belloccio qualunque, un anno dopo aver esibito un fisico spettacolare in Magic Mike, si è privato di 23 kg per Dallas Buyers Club (vince l'Oscar), in cui suo partner era proprio Leto, che (sempre magrissimo anche lui, meno 18) interpretava una donna transgender, ruolo che gli ha fatto vincere un Golden Globe e l'Oscar come Miglior Attore non protagonista. McConaughey poi per Gold (un insuccesso, purtroppo) è ingrassato di 20 kg.

Tom Hanks per Philadelphia aveva perso anche lui 13 chili (e già era magro, da giovane) e aveva vinto l'Oscar. Per Castaway invece era ingrassato per poi dimagrire da naufrago sull'isola (più 23 kg e poi meno 25 kg). Anche Matt Damon aveva perso 27 kg per il film Il Coraggio della Verità. Matthew Fox (Lost) era andato sotto di 19 kg per il film Alex Cross, Colin Farrell era ingrassato di 18 kg per The Lobster (e gliene è rimasto qualcuno addosso).

In House of Gucci un irriconoscibile Jared Leto.

Michael Fassbender, e non ancora famoso, per interpretare Bobby Sand, indipendentista IRA suicida per digiuno, aveva perso, lui già magrissimo, 19 chili. Molti anni prima Vincent D'Onofrio era invece diventato Palla di Lardo guadgnando 35 kg in più per Full Metal Jacket.

Ma non dimentichiamo le donne. Una delle dive più belle, Charlize Theron, era ingrassata di circa 15 chili per il film Monster nel 2003 e che per questo sforzo era stata premiata anche lei con un Oscar. Renée Zellweger per Bridget Jones aveva messo su 12 kg. Anche il nostro Pierfrancesco Favino era aumentato di 20 kg per il film Senza Nessuna Pietà mentre Stefano Accorsi ne aveva persi 12 per Veloce Come il Vento.

Del resto anche gli attori che per interpretare certi film devono mettere su masse enormi di muscoli, sottoponendosi oltre che ad allenamenti massacranti a diete particolari, non scherzano affatto. Colpisce però la quantità di Oscar assegnati, forse come premio al sacrificio fisico, oltre che alla bravura.

In Figth Club Jared si faceva cambiare i lineamenti a forza di botte.

Quanto a Jared Leto, in Morbius, la sua particolare bellezza sarà a tratti virata all'orrido, come del resto in tutti i film il cui protagonista si tramuta in vampiro, dai tempi di Nosferatu per arrivare a Gary Oldman in Dracula, senza dimenticare lupi mannari vari.

Ma incuriosisce la disponibilità di Leto nell'accettare ruoli che implichino stravolgimenti del suo aspetto fisico e, come per Bale, McCounaghey e Theron, sembra quasi sottendere che per una certa critica, se sei troppo bello, non potrai essere considerato un buon attore. Riusciremo mai a liberarci di questo stereotipo?