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Homefront: The Revolution - prova

La rivoluzione si fa in gruppo.

Londra - Dopo aver visto la scorsa estate, per la seconda volta, la modalità in singolo giocatore di Homefront: The Revolution, è ora tempo di svelare la seconda freccia nella faretra del titolo. Similmente a quanto fatto dallo sfortunato debutto della serie, anche il nuovo gioco di Dambuster Studios offrirà infattiuna componente multigiocatore, così da avere un secondo campo di battaglia sul quale prendere a calci nel sedere i nordcoreani.

Lo stile di questo reboot, però, non si sposa molto bene col classico gameplay di uno shooter competitivo, e per questo motivo lo sviluppatore inglese ha deciso di creare la Resistance Mode, ovvero una serie di missioni in cooperativa legate da un filo narrativo in grado di restare fedele alla modalità in singolo.

L'obiettivo di Dambuster è di cercare di adattare il gameplay mordi e fuggi a situazioni nelle quali quattro giocatori combattono e si coordinano per cercare di resistere a orde di nemici meglio equipaggiati e più numerosi.

Una scelta coraggiosa, dato che nel passato lo studio, conosciuto come Free Radical Design, era famoso per le sue campagne cooperative e il ritmo elevato e scanzonato del suo multiplayer, e sarebbe quindi stato lecito aspettarsi qualcosa di simile anche in questa occasione. Dambuster ha invece deciso di rimanere fedele all'impronta che sta dando al gioco, tenendosi fuori da un mercato ormai saturo e fortemente competitivo, nel quale difficilmente avrebbe trovato spazio.

La personalizzazione del personaggio sarà più funzionale che estetica.

L'idea è stata di creare 12 nuove missioni ambientate una decina di anni dopo la fine della campagna di Homefront: The Revolution, così da poter adattare i livelli, le routine dell'intelligenza artificiale e il bilanciamento del gameplay alla presenza di quattro giocatori liberi di scorrazzare liberamente per lo scenario.

Dambuster e Koch Media promettono di supportare il gioco con contenuti gratuiti per i prossimi 12 mesi, organizzando eventi con doppia esperienza e altre iniziative di questo tipo, così da fidelizzare i giocatori a questa modalità che, grazie all'evoluzione del personaggio, alla struttura open world e ai diversi livelli di difficoltà, si presta potenzialmente a essere rigiocata più volte.

Il vostro alter ego, infatti, non avrà uno sviluppo in classi rigido, ma acquisterà progressivamente un carattere particolare, grazie ai potenziamenti e ai bonus che sarà possibile sbloccare crescendo di livello o acquistando nuovo equipaggiamento, cosa che gli garantirà una certa flessibilità e adattabilità a diversi stili di gioco.

La personalizzazione, infatti, sarà più funzionale che estetica. Dopo aver scelto un modello poligonale tra quelli proposti e un perk iniziale da associargli, potrete immediatamente gettarvi nel bel mezzo dell'azione. Inizialmente tutti i personaggi saranno piuttosto simili, ma completando le diverse missioni guadagnerete diversi punti esperienza grazie ai quali cominciare a sbloccare i primi bonus.

Le armi potranno essere personalizzate al volo durante la missione, anche in maniera radicale.

Questi bonus saranno divisi in quattro categorie e andranno dall'aumento della resistenza ai colpi nemici a una migliore stabilità dell'arma, passando dalla capacità di trovare maggiori munizioni, curare più velocemente o costruire i gadget più complessi con i pezzi trovati per strada.

Parallelamente guadagnerete anche dei dollari che potranno essere spesi per acquistare delle casse dei rifornimenti, ovvero dei contenitori che vi garantiranno un numero specifico di oggetti e armi casuali grazie ai quali migliorare la capacità difensiva o l'efficacia delle armi, sbloccando corpetti, elmetti, nuove impugnature, caricatori o mirini.

L'acquisto di queste casse e lo sviluppo del personaggio potranno essere velocizzati attraverso delle microtransazioni, ma gli sviluppatori assicurano che non ci sarà nulla che sarà precluso ai giocatori che non vorranno tirare fuori ulteriori quattrini.

A livello di difficoltà basso, la Resistance Mode potrà essere affrontata quasi alla stregua di un qualsiasi altro sparatutto, dato che potrete procedere sparando a tutto quello che si muove e persino guidare liberamente delle moto che troverete abbandonate per spostarvi da un punto all'altro della mappa. In questo caso l'unica cosa che saprà di guerriglia sarà la scarsità di munizioni e la necessità di usare medikit per curarsi.

Alzando il livello di sfida le cose cominceranno a complicarsi, dato che aumenterà la resistenza dei soldati coreani, le ronde saranno più numerose e le munizioni ancora più scarse. In questo modo comincia ad emergere la natura guerrigliera di Homefront: The Revolution. Dovrete, infatti, stare molto più attenti a quanti colpi sparerete o alla disponibilità di bombe a mano e strumenti di hacking, fondamentali per poter fronteggiare i veicoli corazzati. Il frugare tra i corpi nemici o tra le macerie alla ricerca di munizioni o oggetti per creare nuovi gadget diventerà dunque un'attività di primaria importanza, da portare avanti anche sotto il fuoco nemico.

A volte i metodi brutali saranno i più efficaci.

Un gruppo da quattro dovrà essere quindi bravo a formare un quadrato per evitare di essere aggirato, e sarà necessario usare in modo intelligente le abilità sbloccate per non sprecare le poche risorse a disposizione.

Ognuna delle 12 missioni sarà suddivisa in obiettivi secondari da affrontare in maniera sequenziale. L'impressione è che questi non siano dinamici, e dunque ogni missione ripresenterà la stessa successione di eventi. Fortunatamente la struttura del gioco è molto aperta e sarà quindi possibile sperimentare un nuovo approccio allo stesso obiettivo durante ogni successiva partita.

Molto importante sarà anche la pianificazione delle proprie mosse. Evidenziare tutti i nemici sulla mappa prima di aprire il fuoco potrebbe servire a evitare letali imboscate, oltre che eludere scontri non necessari che potrebbero allarmare le ronde coreane prima del previsto facendovi sprecare inutilmente munizioni. I giocatori di livello più avanzato saranno facilitati in questo compito, dato che potranno fare affidamento su armi silenziate e altri gadget altrettanto quieti e efficaci.

Da un punto di vista tecnico, Homefront: The Revolution è piuttosto piacevole da vedere, con mappe ampie e sviluppate su più livelli e tanti nemici in movimento. Quello che manca ancora (ma lo sviluppo è ancora in corso) è una maggiore cura nelle animazioni, ancora piuttosto rigide, e una pulizia generale del codice. Durante la nostra prova siamo incappati in compenetrazioni degli oggetti, momenti di stallo dell'intelligenza artificiale e bug che facevano aprire il fuoco dopo aver usato taggato i nemici. Inoltre non sarebbe stato male vedere un po' di fisica e distruttibilità, in un mondo bello, ampio, ma piuttosto rigido.

La grafica è piuttosto bella, ma manca un po' di fisica per stupire.

Un'altra cosa che sembra mancare è quel quid indescrivibile che separa i capolavori dai buoni giochi. La Resistance Mode sembra realizzata in maniera competente e pensata per essere fedele alla filosofia di Homefront: The Revolution, ma non è riuscita per il momento a conquistarci: l'impressione è che quel compito spetterà alla modalità in singolo e alla sua capacità di farci vivere il dramma e le emozioni della resistenza a un invasore crudele e opprimente.

C'è però ancora tempo per limare tutta l'esperienza, dato che Homefront: The Revolution è atteso per il 20 maggio su PC, PS4 e Xbox One, non prima di essere passato da una fase di beta nella quale i giocatori di tutto il mondo potranno aiutare Dambuster a ottimizzare il gioco.