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Ray Bibbia - prova

Quanto può essere difficile giocare ad uno shoot 'em up mentre si scrive un esorcismo?

Quello di cui vi stiamo per parlare è un gioco che dimostra, ancora una volta, non solo le potenzialità dell'industria videoludica italiana, come avremmo potuto dire qualche anno fa, ma la sua forza in essere. Nel Bel Paese non mancano più sviluppatori privi di idee o capacità, se mai questo fosse stato un problema, e il vento favorevole dei giochi indie dal concept originale, ma che puntano più all'artisticità che alla tecnica, soffia ancora forte. Per quale motivo allora gli sviluppatori italiani faticano ancora a prendere il volo?

Attualmente le limitazioni più grosse allo sviluppo di una solida industria videoludica nostrana hanno indubbiamente origine nella carenza d'investimenti, non tanto per lo sviluppo dei giochi stessi, quanto per il loro marketing. Perché tutta la passione, la bravura, l'impegno e gli sforzi degli sviluppatori non contano niente se alla fine sono poche le persone che conoscono il prodotto, in Italia ma soprattutto all'estero. Per quanto l'idea alla base possa essere originale, il rischio di perdersi nell'oceano di giochi sviluppati con un basso budget è altissimo, se a queste opere non viene data voce per urlare e farsi notare.

Per questo motivo manifestazioni come il Let's Play, recentemente tenutosi a Roma, possono essere un ottimo punto di partenza per gli sviluppatori, che hanno così la possibilità di mostrare la qualità delle proprie opere affermando: noi esistiamo! È proprio al Let's Play che abbiamo scoperto Ray Bibbia, una perla videoludica realizzata da tre irriverenti sviluppatori: Diego Sacchetti e Matteo Corradini, nel ruolo rispettivamente di programmatore e sceneggiatore, e Giuseppe Longo in veste di artista del trio.

Le citazioni e l'ironia non si sprecano, e di questo dialogo ci sono tante varianti per ogni volta che si affronterà il boss.

Descritto in due parole, Ray Bibbia è un typing game mescolato ad uno shoot 'em up. In sostanza, lo scopo del gioco è quello di scrivere degli esorcismi sulla tastiera per sconfiggere dei demoni che nel frattempo lanciano contro il giocatore dei proiettili da evitare con le frecce direzionali. Già solo nel leggere la sua descrizione il gioco sembra dannatamente difficile, ma da giocare lo è ancora di più.

Il protagonista che ci troviamo a controllare, con una visuale dall'alto che ricorda i tipici shoot 'em up a scorrimento, si chiama per l'appunto Ray Bibbia. Si tratta di un prete esorcista dall'aria poco raccomandabile, che attraverso le disavventure della propria esistenza si troverà a fare i conti con una situazione molto più grande di lui: Roma e la Chiesa sono minacciate dalle forze del male e spetterà a lui evitare la loro distruzione e la conseguente Apocalisse.

Esatto, Ray Bibbia è ambientato proprio a Roma, ma non nella città eterna a cui tutti siamo abituati, piuttosto in una sua versione distopica in cui la Chiesa regna sovrana e incontrastata. Nella breve demo da noi provata, ambientata per la precisione nell'area del Mandrione, la trama è solo accennata ed è difficile comprenderne la caratura e la profondità, ma già alcuni piccoli elementi presenti nelle ambientazioni fanno intuire la possibile portata della storia, mostrando al contempo le grandi capacità e lo sviluppato senso critico del team.

Ma che… diavolo?

Lo stesso discorso lo possiamo applicare tale e quale alla narrazione. Quello che abbiamo potuto vedere è senz'altro promettente, ma sarà possibile valutare la forza del racconto solo in fase di recensione, quando tutti i tasselli saranno al loro posto e potranno essere soppesati i ritmi. Da quello che traspare dalla nostra prova ci aspettiamo dei dialoghi sarcastici e pungenti e al contempo ironici e ricchi di citazioni. In pratica quello a cui ormai ci hanno abituato le produzioni di questo calibro, con uno stile narrativo che da una parte rischia di perdere originalità, ma dall'altra potrebbe rivelarsi la carta vincente.

Più originali potrebbero però essere le fasi investigative che s'intervalleranno tra una boss fight e l'altra. Anche in questo caso il sistema di gameplay si baserà completamente sul typing e al giocatore verrà quindi chiesto di digitare sulla tastiera determinate parole o frasi, presumibilmente per interagire con gli oggetti o risolvere gli enigmi. Anche in questo caso, un piccolissimo accenno è stato inserito nella demo, in cui per poter "guardare" da vicino un nemico appena sconfitto era necessario avvicinarsi e scrivere "look" per leggere lo sfacciato commento di Ray. Ci auguriamo che nel corso della storia sarà anche possibile interagire in questo modo con i personaggi, scrivendo ad esempio le frasi da dire come se stessimo giocando ad una vecchia avventura grafica.

Tornando a parlare delle meccaniche di gioco, la demo da noi provata era divisa in due parti che nella versione finale s'incontreranno separatamente all'inizio e alla fine del titolo. In questo modo gli sviluppatori hanno voluto mostrare un ampio spettro della difficoltà di gioco, passando fondamentalmente dall'iniziale tutorial per poi gettare il giocatore subito contro uno dei boss finali, anche se non l'ultimo. Ray Bibbia punterà soprattutto sulle boss fight, per un totale di dieci nemici da sconfiggere, ognuno dei quali consentirà di acquisire un nuovo potenziamento al termine dello scontro. Il protagonista potrà equipaggiarne solo uno alla volta, con conseguenti bonus e malus.

A Ray non piacciono i tipi poco raccomandabili che chiedono soldi.

Quando un proiettile colpisce l'esorcista Ray, questo perde la Bibbia che ha in mano, diventando così vulnerabile ai successivi colpi. Con tre sole vite a disposizione è molto facile essere sopraffatti dalle forze demoniache, in particolare nelle fasi più concitate in cui lo schermo si riempie di proiettili da schivare. Per poter infliggere danno ai nemici è necessario riuscire a scrivere l'intero esorcismo. Al momento il gioco è particolarmente punitivo da questo punto di vista, dato che perdendo la Bibbia sarà necessario ricominciare da capo la frase.

Probabilmente la versione finale consentirà però al giocatore di ricominciare a digitare la frase da dov'era stato interrotto, offrendo al contempo la possibilità ai "puristi" di scegliere un potenziamento per aumentare la difficoltà, tornando alle impostazioni viste nella demo. Ogni combattimento è poi condito con quel pizzico di arcade che non può di certo mancare, grazie ad un sistema di punteggio basato sulla velocità con cui si riescono a digitare gli esorcismi per portare a buon fine l'attacco.

Artisticamente Ray Bibbia ha tutte le potenzialità per essere un meraviglioso gioiellino, grazie alla sua pixel art ispirata e ricca di particolari e al design dei suoi personaggi che, uniti alle ambientazioni, riescono ad esprimere e a far venire a galla perfettamente lo spirito inquietante, ma a tratti grottesco, di una Roma distopica e marcia. Da questo punto di vista è inevitabile il paragone con Milanoir, un'altra produzione che in questi mesi sta venendo sviluppata da uno studio italiano. Lo stile artistico è distintivo e specifico per entrambi i titoli, a parte la scelta di optare per la tecnica della pixel art, ma l'atmosfera cupa, e al tempo stesso scherzosa, che ne emerge è estremamente simile.

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Un gioco in cui lo scopo è quello di sconfiggere le forze demoniache del male non può non essere accompagnato da una colonna sonora all'altezza. Attualmente gli sviluppatori stanno valutando un paio di possibili candidati come compositori ufficiali di Ray Bibbia, ma la direzione intrapresa con le musiche presenti nella demo fa ben sperare. Lo stile varia a seconda delle situazioni e nelle fasi più concitate riesce ad intrattenere e allo stesso tempo dare la carica giusta per affrontare la boss fight, in un mix tra musica rock, elettronica e d'organo, perfetta per quando si deve battere il Demonio.

Dal quadro d'insieme che può affiorare da una demo brevissima ma per nulla facile da portare a termine, Ray Bibbia è una produzione italiana su cui tenere gli occhi puntati e di cui tutti dovremmo parlare per evitare che venga penalizzata da una scarsa pubblicità.

Se da una parte alcuni elementi presi singolarmente potrebbero non sembrare particolarmente originali, nel complesso il gioco ha tutte le carte in regola per diventare un piccolo must have del panorama indie internazionale: ottima atmosfera, ironia e sarcasmo, design ispirato, musiche accattivanti, gameplay immediato, difficoltà elevata e rigiocabilità pressoché infinita grazie ai punteggi. Visto così, Ray Bibbia potrebbe tranquillamente riuscire nell'impresa di sdoganare il genere dei typing game, tipicamente relegati ad una piccola nicchia di estimatori.