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Fahrenheit

Capolavoro o delusione?

In questa fase si trovano tutte le caratteristiche che hanno reso a molti indigesti i giochi stealth. Dover evitare le luci e lo sguardo dei soldati che pattugliano la base diventa un'esperienza a tratti frustrante anche a causa di uno sciagurato level design. Tanta fatica e sudore per scoprire poi che all'interno della base si nasconde... un artefatto alieno. Evviva l'originalità!

A questo punto è chiaro: tutte le idee di Cage si sono esaurite nella prima metà del gioco e da qui in poi la discesa verso l'oblio totale è ancora più ripida.

I tratti interessanti di personaggi come Tyler e Carla si perdono in un oceano di cose inutili e banali. Si passa un'ora nell'appartamento di Tyler ascoltando musica soul e giocando a basket senza alcun motivo. Il vicino di Carla, interessante all'inizio per via della lettura dei tarocchi, diventa ormai insopportabile e fa venire voglia al giocatore di sperare che sia lui la prossima vittima.

Una delle varie cadute di stile delle fasi finali...

La recitazione dei protagonisti rimane ottima e convincente, ma la qualità dei dialoghi scade notevolmente e si possono ascoltare frasi del tipo: "Mi sento come se qualcuno avesse affondato una sbarra di ferro nel mio cervello per poi fonderla con tutto il resto".

A cinque anni di distanza dalla sua uscita però, una caratteristica di Fahrenheit rimane indelebile nella mente di chi lo ha giocato: il sistema di dialoghi ideato da Cage.

Nel corso dell'avventura, infatti, era possibile parlare con varie persone scegliendo tra diverse opzioni di dialogo, ognuna rappresentata da una parola che ne faceva intuire il significato. Si avevano a disposizione pochi secondi per selezionare la risposta desiderata e spesso una scelta sbagliata impediva di ascoltare le altre.

Le conversazioni erano reali, vive e sempre interessanti, anni luce avanti rispetto ai dialoghi "passivi" degli altri giochi. Bisognava seguirle attentamente e scegliere con cura le risposte da dare. Volendo fare un paragone, giochi come Mass Effect 2 e Alpha Protocol utilizzano un sistema simile, ma Fahrenheit è uscito parecchi anni prima.

Meritevole di menzione è anche lo scenario generale in cui il gioco si svolge. Quella che inizialmente sembra una normale città avvolta nella neve, ben presto diventa un mondo strano, attraversato da un fenomeno meteorologico senza precedenti che gli dona un'atmosfera unica che enfatizza ogni passo dei protagonisti.

Incredibile! Esistono anche i colori!

Più si procede nel gioco e più il mondo in cui ci si muove acquista colore. Il bianco e grigio vengono lavati via man mano che il mistero diventa meno fitto e un tradizionale "lieto fine" si profila all'orizzonte.

Ci piace ricordare Fahrenheit come il titolo in cui era possibile lavare i panni sporchi in lavatrice e pulire via il sangue da un pavimento prima di scappare per sfuggire a un'accusa di omicidio. Se dovessimo ricordarlo come un'avventura in cui il protagonista deve prevenire una catastrofica profezia Maya, salvando una bambina da un orfanotrofio per poi fuggire da due elicotteri correndo lungo le pareti di un grattacielo... beh, sarebbe molto più deprimente. E non abbiamo neanche menzionato il fatto che Carla si innamora di lui senza neppure averlo mai incontrato.

Ci piace anche ricordarlo per l'eccellente uso del motion capture per le sue animazioni e non per l'esagerata lunghezza delle braccia di Tyler.

Se solo Fahrenheit si fosse limitato a raccontare un thriller psicologico, magari contaminato da qualche potere psichico ma senza l'obbligo di tirare in ballo artefatti alieni, maledizioni e tutto il resto... adesso staremmo parlando di un capolavoro indiscutibile.

Nonostante tutto amiamo il coraggio di David Cage, e la sua voglia di spingersi sempre verso limiti che gli altri non osano neanche immaginare. Limiti che lo hanno poi portato a realizzare Heavy Rain...