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A pranzo da David Cage

Emozioni e sentimenti in Heavy Rain, e altro ancora.

David Cage

La prima cosa da dire è che Heavy Rain è un gioco con un rating dai 18 anni in su, il che già comporta una selezione in partenza. In secondo luogo è indubbiamente vero quello che dici, ma credo che anche l’utenza meno matura possa ugualmente divertirsi. Ci saranno diversi livelli di lettura e ognuno troverà il proprio. Non dimenticare poi che il gioco prevede in realtà quattro protagonisti, di sesso maschile e femminile, perciò la piena immedesimazione è impossibile a priori.

David Cage

Diciamo che mi piace pensare a Heavy Rain come a un gioco multi-strato, capace di comunicare qualcosa a chiunque: ci sarà chi ci vedrà una storia di assassinii, misteri e investigazione, chi invece potrà scendere a un livello più profondo e coglierne il vero messaggio, che in realtà è una domanda. Ovvero: cosa si è disposti a sacrificare per le persone che si amano? Uno dei protagonisti lo chiede e credo che questa frase racchiuda l’essenza di Heavy Rain.

Eurogamer In tutti i tuoi giochi hai sempre cercato di trasmettere delle emozioni, cosa che ben pochi game designer tentano di fare e che, solitamente, si preferisce demandare ad altri ‘linguaggi’ quali letteratura, cinema e musica. Come vedi i videogiochi rispetto a questi altri media, quanto alla loro capacità di raccontare storie e sentimenti? L’interattività è in questo caso un bene o un male?
L'attimo in cui Ethan Mars perde il figlio ai grandi magazzini: vederlo in video è un conto, giocarlo un altro...
David Cage

Sono molte le persone nella nostra industry che pensano che l’interattività sia un limite e che i videogiochi dovrebbe limitarsi a emozioni quali paura, adrenalina e frustrazione, ed essere indirizzati a bambini e teenager. Al tempo stesso però ci sono sempre più persone che stanno pensando che le possibilità espressive dei videogame siano decisamente maggiori e che si possano raggiungere le stesse vette toccate da cinema e letteratura. Ovviamente io sono tra questi…

Eurogamer Ti pongo la stessa domanda sotto una diversa angolazione: sei soddisfatto di quello che riesci a trasmettere attraverso i videogiochi o ti piacerebbe in futuro raccontare le tue storie attraverso un film o un libro? Perché nonostante Heavy Rain sia tecnicamente eccellente, i personaggi ancora non sono realistici quanto gli attori veri, e i loro occhi non riescono a trasmettere delle vere emozioni…
David Cage

Non sono molto d’accordo. Quello che tu affermi adesso è ciò che la gente diceva cinque anni fa dei film d’animazione… ma non siamo forse arrivati oggi ad Avatar, nel quale recitano personaggi ricreati al computer e che sembrano veri?

Ethan Mars dallo strizzacervelli: a questo lo porterà il dolore della propria tragedia.
Eurogamer Va bene, ma non dimenticare che James Cameron si è tenuto nel cassetto Avatar per oltre 10 anni prima che la tecnologia gli permettesse di concretizzare ciò che aveva in mente. Pensi quindi che ciò che ha da offrire oggi la current gen sia sufficiente per trasmettere emozioni?
David Cage

Penso che le tecnologia sia appena pronta per raccontare delle storie e che probabilmente tra dieci anni vedremo giochi alla Avatar girare in real-time su una PlayStation 4 o 5. Ma credo anche che Heavy Rain sia il primo passo capace di mostrare cosa si possa fare con la tecnologia attuale.

Eurogamer Un elemento di vitale importanza in giochi come Heavy Rain è la sceneggiatura. Sotto questo punto di vista, però, i progressi compiuti negli ultimi anni paiono minimi. Vi sono sempre delle strettoie a livello di narrazione, dei punti A e B attraverso i quali passare obbligatoriamente. Al limite cambia il numero dei possibili percorsi alternativi tra di essi. Da cui la domanda: riusciremo mai ad avere sceneggiature procedurali? Oppure l’impostazione attuale non solo è inevitabile ma è anche preferibile?