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Dry Drowning - prova

Faccia a faccia con un'ineffabile serial killer in un ispirato thriller noir tutto italiano.

Una città futuristica, tentacolare e opprimente. Luci al neon che illuminano le pozzanghere di vicoli oscuri e fumosi e un uomo che si muove lento ma deciso sotto il peso del proprio passato e delle proprie azioni. Un uomo che forse ne ha viste fin troppe ma che per quanto si ritrovi ormai curvo, sommerso dalla natura stessa della vita. sa essere incredibilmente forte e consapevole del fatto che ogni sua scelta potrebbe avere delle ripercussioni non solo sulla sua vita. Un uomo tormentato da fantasmi che ha ancora una chance per dimostrare prima di tutto a se stesso di essere molto più di un relitto alla deriva.

Dry Drowning è l'ennesimo progetto tutto italiano che in questi ultimi anni sta facendo parlare di sé sulle nostre pagine e in generale all'interno dell'universo videoludico. D'altronde l'industria nostrana sta crescendo, coltivando una scena indipendente sempre più florida, variegata e capace di accogliere creativi dalla sensibilità e dalle ambizioni molto diverse. Una build preview in inglese (l'italiano ci sarà nella versione finale) ci ha permesso di scoprire quelle di Studio V e di un'opera che ad agosto debutterà su PC prima di sbarcare successivamente anche su PS4, Switch e Xbox One.

L'etichetta della visual novel è senza alcun dubbio la più sbrigativa e semplice da affibbiare ma le influenze dietro al lavoro della software house sono diverse e capaci di plasmare una produzione che potrebbe appassionare anche chi non apprezza più di tanto questo genere. Tra letteratura, cinema e videogiochi i rimandi a pezzi da novanta non mancano di certo: molte tematiche care a Orwell tratteggiano la distopia che fa da scenario ad atmosfere tipiche di capolavori cinematografici e televisivi come Seven e True Detective abbracciando un approccio story-driven che trova punti in comune con L.A. Noire ed Heavy Rain e che sposa la narrazione ramificata già vista in Life is Strange e nei lavori di Telltale Games.

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Ovviamente tutto dovrà funzionare anche al lancio e nelle fasi finali dell'avventura ma ci troviamo di fronte a un miscuglio di ingredienti tutt'altro che campato per aria e assemblato con buona cura e capacità. E ve lo dice una persona che non ha mai apprezzato le dinamiche delle visual novel ma che in questo caso è rimasto piacevolmente convinto da diversi elementi, soprattutto quando si parla di pura narrazione o comunque delle meccaniche ad essa legate. Benvenuti a Nova Polemos, benvenuti nel 2066.

Sigaretta in bocca, barba di alcuni giorni, capello arruffato e lo sguardo stanco di chi ha anni di non molto onorata carriera da detective privato alle spalle. Mordred Foley ha perso il rispetto praticamente di tutti e a conti fatti anche di se stesso. L'unica vera luce nella sua vita è Hera, molto più di una assistente, un'amica fedele con cui ha condiviso i pochi alti e i tantissimi bassi di una vita professionale macchiata dal famigerato caso del serial killer Pandora. Rimettersi in sesto dopo anni di inattività e dovendo venire a patti con una reputazione ai minimi storici sembra quasi impossibile ma un misterioso omicidio avvenuto in circostanze molto peculiari potrebbe essere l'occasione giusta per guadagnare due spicci, un minimo di dignità agli occhi dell'impietosa opinione pubblica ma soprattutto una sorta di chiusura e di pace interiore.

Mordred ed Hera felici. Sembra ormai passata un'eternità.

Il presunto omicidio di una giovane ragazza da parte del leader del partito Black Bands (una formazione di estrema destra dalle idee piuttosto famigliari anche nella scena politica odierna) è solo il primo tassello che tra presente e passato ci metterà di fronte a errori, scelte e soprattutto conseguenze che ci chiederanno di venire a patti con la nostra moralità e con la possibilità che gli equilibri stessi di Nova Polemos vengano messi a dura prova da un compromesso giusto per pochi ma forse dannoso per moltissimi. Ed è così che ci muoveremo tra megacorporazioni che condizionano la politica e la società, idee estreme, razzismo e leggi oppressive con la sensazione di essere solo dei minuscoli ingranaggi di una gigantesca macchina ma anche quella di essere in grado di dare il via a una reazione a catena dalle conseguenze indecifrabili.

Già il primissimo caso ci mette di fronte a dei bivi non da poco che condizionano il rapporto tra Mordred e alcuni comprimari e che sembrano almeno in parte modificare Nova Polemos. Sarà sicuramente interessante capire quanto le nostre scelte possano variare la narrazione con gli sviluppatori che hanno promesso 150 ramificazioni che porteranno a tre grandi finali differenti in 20 ore di gioco. Tenendo conto delle evidenti limitazioni delle visual novel, tra una schermata fissa e l'altra gli sviluppatori hanno cercato di inserire alcune meccaniche di gameplay in grado di movimentare il ritmo delle indagini.

Negli scenari Living Nightmare dobbiamo smascherare tutte le bugie del sospettato di turno affidandoci a prove e intuizioni.

Ogni capitolo ci mette di fronte a un nuovo caso che si ricollega a doppio filo alla storia centrale sviluppando contemporaneamente la trama verticale e quella orizzontale. Nelle prime ore questo connubio funziona e sa coinvolgere soprattutto grazie a una vicenda che al di là di una buona dose di cliché pare ben orchestrata, godibile e complessa al punto giusto. Il gameplay, in ogni caso, non si ferma di certo ai bivi morali e decisionali ma include alcune sezioni che strizzano l'occhio alle avventure grafiche e ad L.A. Noire, oltre a dei puzzle o minigiochi legati direttamente al caso in esame e al suo sviluppo (per esempio il primissimo capitolo si conclude con una sorta di indovinello).

Il nostro alter ego è in grado di spostarsi liberamente tra diversi luoghi grazie a una comoda mappa. Passando dalla scena del delitto alla centrale di polizia o alla casa di qualche sospettato, ci si immerge nell'investigazione alla ricerca di indizi analizzando l'area con una sorta di visore per la realtà aumentata o ci si lancia nella raccolta delle testimonianze fino ad aver ottenuto un sufficiente numero di prove e aver individuato un potenziale sospettato da torchiare anche grazie a una particolarissima abilità del buon detective Foley: la capacità di vedere delle maschere animalesche o mostruose di fronte al viso di chi sta mentendo.

Pandora ha colpito ancora?

Una caratteristica peculiare che grazie alle domande giuste ci permette di individuare il possibile colpevole o comunque una persona che sa più di quello che sta rivelando. Scoprire il bugiardo della situazione non è però di certo sufficiente ma è il primissimo passo verso un vero e proprio confronto in cui metterlo sotto torchio cercando di evidenziare ogni passo falso e contraddizione sfruttando logica, intuizioni e indizi raccolti. In queste sezioni denominate Living Nightmare dobbiamo controbattere colpo su colpo con la possibilità di commettere errori solo in tre casi, pena il fallimento dell'interrogatorio.

Muovendosi all'interno di un genere intrinsecamente limitato come quello delle visual novel, Dry Drowning cerca di proporre un mix interessante di influenze e meccaniche di gioco che in questa prova ci ha sicuramente incuriosito. La formula sembra funzionare, sorretta soprattutto da una narrazione sufficientemente interessante al di là dei cliché e da un setting che pare piuttosto stratificato e profondo.

Il giudizio è ovviamente sospeso ma le avventure della Foley Investigations potrebbero rivelarsi una sorpresa davvero niente male a patto di accettarne difetti e mancanze naturali e inevitabili.

Avatar di Alessandro Baravalle
Alessandro Baravalle: Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.
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