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The Unfinished Swan - prova

Paint it black.

Il momento giusto è fondamentale nella comicità, ma se guardiamo la storia di Ian Dallas e del suo studio, Giant Sparrow, anche nei videogiochi il tempismo è tutto.

È uscito dalla scuola pensando di creare videogiochi e si è ritrovato a realizzare testi comici per la tv, un'esperienza da lui descritta come "divertentissima, in cui ci si ritrova soli in una stanza con altri tizi e si cerca di farli ridere per circa 40 ore a settimana".

Poi ha scoperto la programmazione, e si è fatto le ossa come designer in qualche titolo, finché Sony non ha scoperto lui, dandogli tutto il supporto necessario per pubblicare la sua opera prima: The Unfinished Swan.

L'unico punto in cui la vernice non attaccherà sarà l'acqua.

Dallas è riuscito a siglare con Sony un accordo simile a quello di Thatgamecompany, il cui risultato è stato lo splendido trittico fl0w, Flower e Journey. A quanto pare, pur essendo una delle più grandi compagnie del settore, Sony ha un gusto vagamente indie che la porta ad innamorarsi di titoli particolari e dal look bizzarro.

In questo caso, The Unfinished Swan era poco più di un'idea interessante quando Sony ha deciso di fare un atto di fede e accoglierlo sotto la sua ala, garantendo economicamente tutto il tempo necessario allo sviluppo.

E adesso, questo "gioco di pittura in prima persona, ambientato in un mondo tutto bianco", come lo definisce Dallas, è pronto a debuttare entro l'anno. E dire che il video concept del gioco girava su internet già nel 2008.

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E questo video era tutto ciò che Dallas poteva mostrare quando Sony è venuta a bussare alla sua porta, poco più di qualche meccanica e un feeling. Materiale che già altri publisher avevano trovato interessante, ma che non era bastato a far superare la diffidenza nei confronti di un team privo di esperienza.

Per definire il concept del gioco c'è voluto circa un anno, seguito da altri due anni di tentativi, qualche idea interessante e molte idee terribili, fino all'arrivo di quella giusta.

Tutto si basa sul lanciare della vernice nera su un ambiente tridimensionale completamente bianco, che verrà piano piano svelato dalle macchie di colore che sparerete in giro con il move o con il pad, permettendo a Monroe, l'orfano protagonista del gioco, ti esplorare il mondo intorno a sé.

Dopo un po' lo scenario intorno a voi assomiglierà sempre di più a quello di una guerra a base di gavettoni d'inchiostro.

Il gioco inizia con l'apertura di un libro di favole, che ci introduce alla triste storia di Monroe "la cui madre era molto più brava a iniziare le cose che a finirle", visto che "quando se ne andò lasciò dietro di sé 300 dipinti, nessuno dei quali concluso, e Monroe, il quale si sentiva altrettanto inconcluso".

L'orfanotrofio permise a Monroe di tenersi solo uno dei tanti dipinti della madre, e lui scelse il preferito di sua madre: The Unfinished Swan, il cigno incompiuto. Ma un giorno il cigno che dava il titolo alla tela scomparve, lasciando dietro di sé una scia di orme arancioni, che Monroe decise di seguire, finendo in un mondo bizzarro.

Se la storia vi suona infantile è tutto ok. Dallas si è ispirato ai libri per bambini nel definire le meccaniche del gioco, voleva espressamente creare un titolo che sorprendesse i giocatori, facendo provare loro emozioni fanciullesche, come lo stupore e la soggezione.

Un senso sorpresa perfettamente restituito dai primi momenti di gioco, quando ci si ritrova in una stanza completamente bianca, che acquista forma e senso solo quando la prima sfera di vernice tocca una superficie, disegnandone le forme.

L'esplorazione è dunque interamente affidata al giocatore, che può scegliere come e dove muoversi in base a ciò che scopre, rinnovando di volta in volta il proprio stupore. Bisogna anche stare attenti a non esagerare col nero, per evitare di trovarsi di fronte al problema opposto, virato al negativo.

Ovviamente, in un mondo in cui la vista conta solo fin dove potete lanciare della vernice, il sound design è assolutamente fondamentale per immergere il giocatore nell'ambiente.

Secondo Dallas infatti, il gioco è talmente pieno di indizi audio che sarebbe possibile muoversi al suo interno senza neppure guardare lo schermo. Un'ottima scusa per dotarsi di un bel paio di cuffie. Echi, riverberi ed effetti sonori differenti permetteranno al giocatore di capire la dimensione dell'area anche senza vedere. Per certi versi The Unfinished Swan è un simulatore di cecità.

Ecco cosa succede ad esagerare col nero.

Arrivati alla prova su strada, bisogna ammettere che Dallas ha centrato il suo obiettivo, almeno dal punto di vista delle emozioni del giocatore. Il primo impatto è decisamente straniante, con tutto quel bianco di fronte a voi che sembra non comunicare niente, ma che si popola di forme non appena cominciate a sparare palle di vernice.

L'aspetto più interessante del gioco è che potrebbe essere considerato un enorme, lunghissimo tutorial, un titolo che, rispetto alla moda di oggi, non ha assolutamente voglia di svelarvi tutto subito, rendendovi le cose facili.

Visto che non si è mai certi di niente, il vostro cammino sarà un continuo imparare, orientarsi, muoversi in base agli stimoli esterni, con i punti fermi che vengono spazzati via dal bianco della stanza successiva.

Vero è che anche la più interessante delle novità può rivelarsi noiosa dopo poco, e provandolo mi sono chiesto quanto potesse catturare l'attenzione del giocatore un gioco che si basasse solo su questo tipo di esplorazione, per quanto interessante, anche perché quando non si trova una via d'uscita la situazione può farsi molto frustrante.

Queste sono le orme del cigno che dovrete seguire per tutto il gioco... maledetto pennuto!

Fortunatamente, quando ho espresso le mie perplessità, mi è stato risposto che "il gioco potrebbe variare molto rispetto a quanto stai vedendo ora, e anche se l'esplorazione è il cuore dell'esperienza, ci saranno più meccaniche in gioco".

Detto questo, non si può negare che The Unfinished Swan sia un prodotto bizzaro ed estremo nella sua povertà di stimoli visivi, una bella sfida per il reparto marketing di Sony.

D'altra parte, il grande successo di Journey e di altri prodotti non convenzionali fa pensare che, se esiste un momento giusto per questo tipo giochi, quel momento è oggi. Come detto all'inizio, alla fine è tutta una questione di tempismo, se giochi come questo fossero usciti cinque anni fa, sarebbe stata dura trovare loro una collocazione, e probabilmente sarebbero diventati l'ennesimo giochino in flash, adesso invece il pubblico è pronto a riceverli come si deve.

Questo non vuol dire che The Unfinished Swan sia già un successo annunciato, ma non si può negare che sia un gioco tutto da scoprire.