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Judgment - prova

Kamurocho si tinge di giallo.

Quando è arrivata la convocazione per provare in anteprima Judgment, pensavamo di trovarci al cospetto di un semplice spin off ambientato nell'universo di Yakuza, realizzato per soddisfare unicamente le aspettative dei fan di Kazuma Kiryu e di tutti coloro che da anni orbitano attorno alla celebre produzione targata SEGA.

Invece, fin dai primi istanti di gameplay, Judgment si è dimostrato una perfetta finestra sul quartiere di Kamurocho, un'avventura adatta a tutti quei videogiocatori che, per un motivo o per l'altro, non si fossero ancora avvicinati alle strade teatro delle tragicomiche vicende legate alla mafia giapponese. Dopo due soli capitoli non vedevamo l'ora di scoprire cosa sarebbe successo in seguito, e la separazione dalla PS4 standard su cui abbiamo testato il titolo è stato un vero e proprio colpo al cuore. Perché Judgment è ben più di un semplice progetto collaterale: oltre a poter contare su un'anima completamente inedita, riesce con successo a mettere sul piatto una trama estremamente attuale e coinvolgente.

Ecco Takayuki Yagami mentre esibisce di fronte a un sospettato il suo vecchio distintivo da avvocato. Perché? Per evitare di essere denunciato in seguito alla scarica di mazzate appena inflitta.

Il protagonista è Takayuki Yagami, ex avvocato di successo vittima di un pesante crollo mentale e lavorativo, nonché uomo in precario equilibrio lungo un complicato percorso di redenzione. Yagami era uno tra i migliori avvocati penalisti della città, ruolo che decise di abbandonare in seguito a una disastrosa assoluzione: un suo cliente, infatti, si macchiò di omicidio pochi istanti dopo essere stato rilasciato, causando una ferita irreparabile nell'animo del nostro eroe. Il giovane rampante scelse di rinunciare alla carriera forense, diventando un investigatore privato e gettandosi in prima persona per le strade di Kamurocho, fornendo assistenza agli studi legali e raccogliendo debiti per sbarcare il lunario.

Takayuki Yagami è un uomo dal forte senso del dovere e dell'onore, qualità che lo hanno tenuto saldamente ancorato ai confini della legalità e, al tempo stesso, gli hanno garantito il rispetto anche del braccio più violento della Yakuza. In men che non si dica, il derelitto quanto integro detective si troverà alle prese con uno spietato serial killer che sta mietendo vittime tra le file della mafia locale, strappando gli occhi alle sue prede e alimentando la tensione tra i clan in costante lotta per il potere. A partire da quello che sembra un normale incarico, avranno inizio una serie di indagini, interrogatori e pedinamenti che, pian piano, alzeranno il sipario sul mondo sotterraneo della città, svelando i segreti del passato di Yagami e offrendo uno spaccato del lato più oscuro di Kamurocho.

Insomma: anche se gli asset e l'ambientazione sono esattamente gli stessi incontrati in Yakuza, la produzione è intenzionata a percorrere un sentiero completamente diverso, assumendo le tinte del legal thriller e fornendo un punto di vista inedito su tutti gli elementi della vicenda criminale. Inaspettatamente, Judgment è a tratti Yakuza, a tratti LA Noire, pesca da True Detective e non dimentica quella vena comica che da sempre caratterizza la serie originale, dando vita a uno scatolone adatto ad ogni genere di videogiocatore, anche e soprattutto a coloro che non fossero particolarmente attratti dalla cultura nipponica.

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Il gameplay segue l'onda della narrativa, trasformando l'apparato esplorativo in un circo ludico a tutto tondo: tra ristoranti etnici, night club, chat virtuali e sale giochi arcade, Kamurocho è il classico microcosmo fatto di personalità dirompenti volenterose di metterci alla prova con le più assurde missioni secondarie e, nel caso di Judgment, anche con indagini parallele a quella principale. È impossibile annoiarsi passeggiando per le coloratissime strade: non ci si sente al sicuro nemmeno quando si compra qualcosa da mettere sotto i denti, perché qualche novello criminale potrebbe aver qualcosa da ridire.

Il titolo si apre con una modesta, seppur ben realizzata missione di pedinamento, e in men che non si dica spalanca le porte su un fantastico inseguimento che sfocia nel primo scontro dell'opera. Insomma, la varietà del gameplay la fa da padrone fin dai primissimi istanti di gioco, e ogni segmento può contare su un livello di cura più che soddisfacente. Il sistema di combattimento, ad esempio, riprende da vicino quello incontrato in Yakuza 0, ed è possibile variare tra lo stile della Gru, adatto ad affrontare gruppi di avversari, e quello della Tigre, utile per mettere fuori combattimento i nemici più coriacei.

Tra improbabili attacchi finali e splendide scene di intermezzo, spicca l'apparato di potenziamenti che mette sul piatto una straordinaria mole di combo, senza disdegnare le interazioni con lo scenario: biciclette e coni stradali si trasformano spesso in armi perfette per abbattere i teppistelli, mentre Yagami non perde occasione per aggiungere un pizzico di carisma durante ogni singolo scambio. Allo stesso modo, Judgment sa benissimo quando è il momento di indossare un abito più serio e professionale, facendo analizzare una scena del crimine nei minimi dettagli o ancora portando a interrogare i testimoni per carpire il più possibile poco prima di varcare la soglia del palazzo di giustizia.

Kamurocho è uno spettacolo per gli occhi, ma anche e soprattutto per il palato: i ristoranti che affollano i vicoli fanno venire l'acquolina in bocca solo a sfogliare i menù.

Senza dimenticare corse di droni, assurdi travestimenti e meticolose raccolte di prove, l'offerta di Judgment si preannuncia decisamente più interessante rispetto a quella, già ottima, incontrata in Yakuza. Lo sappiamo, si tratta di parole grosse, ma non siamo riusciti a scrollarci di dosso la sensazione di trovarci al cospetto di un titolo decisamente più innovativo e maturo rispetto alla serie originale: c'è una spolverata di Phoenix Wright (che viene addirittura 'citato'), un pizzico di Sleeping Dogs e quel tanto di Shenmue che basta per rendere il progetto un unicum nella storia del brand di SEGA.

Nonostante la scelta di deviare completamente dai binari del canone attraverso l'introduzione della componente investigativa, la Kamurocho esplorata da Yagami non dimentica di strizzare l'occhio agli stereotipi e alle stramberie tipiche del quartiere a luci rosse, anche se il producer Kazuki Hosokawa ha tenuto a precisare che non dovremo aspettarci di incontrare alcun volto familiare. L'unica pecca, sempre che di pecca si possa parlare, risiede nell'apparente assenza del Karaoke; del resto, è possibile che fosse troppo costoso impiegare il celebre attore Takuya Kimura, interprete di Yagami, per dei semplici segmenti canori.

Il Dragon Engine torna ancora una volta a brillare dopo Yakuza 6, e l'intera esperienza ha fatto tesoro dei piccoli inciampi del passato, specialmente per quanto riguarda il combat system ormai lontano dai ragdoll degli episodi più recenti. In sede di prova, siamo stati messi in guardia sulla stabilità del framerate dal momento che avremmo testato Judgment su PS4 standard, ma in tre ore di gameplay non abbiamo incontrato nemmeno una singola sbavatura, trovandoci invece dinnanzi ad un comparto tecnico quasi impeccabile. Per quanto riguarda l'audio, abbiamo optato per il giapponese originale sottotitolato, ma nel titolo era presente anche il doppiaggio in inglese, pur se decisamente meno carismatico.

Masaharu Kaito è un ex membro della famiglia Matsugane, affiliata al clan Tojo. Sarà lui la spalla di Yagami nel corso dell'avventura, un collaboratore tanto bizzarro quanto simpatico e utile.

Il game director Toshihiro Nagoshi ha iniziato la stesura del titolo ben tre anni fa, e la dovizia dedicata alla narrativa emerge fin dalla proiezione del filmato introduttivo: la trama, in effetti, è l'elemento che fa da collante all'intera opera, permettendo all'amalgama di fare un evidente balzo qualitativo rispetto alla tradizione. Ed è proprio questo il segreto dell'imminente spin off: che conosciate o meno le vicende della Yakuza, che siate o meno appassionati alla vita notturna dell'undergroud nipponico, Judgment ha le carte in regola per prendervi all'amo e coinvolgervi completamente nelle vicende dell'ex avvocato trasformatosi in detective.

Se state cercando un titolo action free roaming capace di indossare il leggero vestito del divertimento senza risparmiarsi la profondità del thriller puro, questo piccolo gioiello fin ora passato inosservato potrebbe fare al caso vostro, specialmente se fate parte di quella frangia di utenti PS4 che ancora non hanno avuto occasione di avvicinarsi alla serie di Yakuza. Se, invece, foste cresciuti assieme alle avventure di Kazuma Kiryu, sappiate che Judgment si è presentato sul nostro banco di prova come un acquisto obbligatorio: dopo aver esordito in terra giapponese verso la fine dello scorso anno, arriverà sui nostri scaffali per l'estate 2019, e ci sentiamo di consigliarvi vivamente di tenerlo d'occhio.

Avatar di Lorenzo Mancosu
Lorenzo Mancosu: Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.
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