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Katamari Forever

La magia ritorna su PS3.

In più di un'occasione m'è capitato di sottolineare quanto detesti i giochi con animaletti pelosi, mattoncini colorati, creaturine indifese e cose così. Non c'è niente da fare: appartengo alla vecchia scuola e la prima domanda che faccio quando mi piazzano in mano un pad, di solito, è "qual è il pulsante per sparare?" Questo non significa, ovviamente, che i miei gusti personali influiscano sulla valutazione di giochi come Katamari, Animal Crossing, Professor Layton o uno qualsiasi dei Mario.

Il mio problema con Katamari, piuttosto, è che in generale lo trovo talmente rilassante e apparentemente minimale da essere quasi zen, una bella fregatura quando si desidera solo far secca della gente. Non sapete esattamente di cosa si tratta? Ve lo spiega lo zio. In un reame governato dal Re del Cosmo, voi siete il Principe cui vengono affidate una serie di missioni, al 99% strampalate. A vostra disposizione non troverete nessuna spada o arma da fuoco, ma piuttosto una bella pallottola appiccicosa che dovrete spingere in giro per gli ambienti di gioco con l'obiettivo di farla crescere in modi diversi.

Katamari non è un trionfo di tecnica, ma di stile.

Lo scopo di base, infatti è banalmente quello di catturare oggetti differenti entro un determinato limite di tempo e che serviranno a farvi raggiungere i vostri scopi. Non è semplicissimo? Solo in apparenza, perchè nel corso della sua lunga vita (il titolo nasce su PS2) Katamary si è guadagnato schiere di fan fedeli prima in Giappone e poi in tutto il mondo.

Trattandosi di un titolo giapponese (fortemente giapponese...), ci si può aspettare che la tradizione sia rispettata fino al limite della noia e che le innovazioni di gameplay possano essere misurate con il contagocce. Katamari Forever non si sottrae a questo teorema e risulta perfettamente in linea con quanto visto finora nella serie, sia a livello grafico che concettuale.

L'estrema pulizia dello stile artistico ricorda i primi video in grafica computer degli anni '80, con variazioni che vanno dai colori pastello a quelli più accesi fino all'assenza totale, bei poligoni in evidenza e tanti oggetti da catturare per far crescere a dismisura il/la prioria/o Katamari. Non so, non ho ancora capito se è maschio o femmina.

Gli oggetti che raccoglierete aumenteranno via via di dimensioni proseguendo ne gioco.

Alla spigollosità dei poligoni fa da contrappunto l'estrema fluidità dei movimenti che appaiono morbidi e fluidi, così come la rotazione della simpatica palla. Come al solito, gli obiettivi vengono fissati dal Re del Cosmo che, di volta in volta si dimentica le cose, perde i colori o vi spedisce a fare le guardie forestali con il compito di rimboschire alcune zone del suo reame rimaste senza fiori e vegetazione.

Uno dei livelli che abbiamo provato prevedeva appunto il ripopolamento floreale di alcune zone e vi posso assicurare che la magia di Katamari, rimasta intatta nel passaggio generazionale da old a next, c'è ancora tutta. La soddisfazione di veder fiorire la terra al proprio passaggio ha un che di mistico e le animazioni che prodotte dalla meccanica sono efficaci e divertenti.

Il comparto sonoro è come sempre gradevolissimo e non ci sono da fare particolari appunti al titolo nel suo complesso, semmai alla filosofia di Namco che ha deciso di lanciare questa nuova iterazione della serie come se fosse un capitolo tutto nuovo quando avrebbe tranquillamente potuto essere distribuita su PSN a un prezzo più che contenuto.

Il problema che sembra affliggere il titolo è quindi è la mancanza di novità in un titolo che (possiamo sempre sbagliare, eh?) ha più i connotati di un'espansione o di un pack di mappe che di un capitolo completamente nuovo. Non siamo riusciti a capire granchè delle modalità multiplayer, ma avendo visto nei precedenti capitoli sia co-op che competitive mod, non ho dubbi che la tradizione sarà rispettata anche in questo caso. Nel complesso, un titolo ipnotico, speciale e, lo ripeto, fortemente giapponese: scegliete ora voi, a seconda della vostra sensibilità e dei vostri gusti l'accezione nella quale prendere l'ultima definizione. io sono rimasto un po' lì, con la testa chinata di lato, più o meno come la mucca quando passa il treno.