L’uomo dietro a FIFA
David Rutter, colui che ha rimesso in gioco EA.
In tutta onestà è una domanda alla quale non ti so dare una risposta precisa, bisognerebbe vedere cosa succederebbe a uscire un anno senza un testimonial sulla confezione. Posso però dirti che il marchio FIFA è ormai così riconosciuto a livello globale che basta il nome in sé per venderlo. Un esempio credo siano gli Stati Uniti, che rappresentano ormai il nostro secondo mercato in termini di vendite, nei quali non c’è forse nessun giocatore così rappresentativo come in Europa al punto da smuovere le masse.
In generale credo che il testimonial sia importante solo per alcuni tipologie di persone. Per i veri appassionati, vedere il loro campione sulla confezione può essere un incentivo all’acquisto. Per gli utenti casual invece, che si interessano poco o nulla di calcio, quel volto in copertina potrebbe non dire nulla, quindi in tal caso credo sia più importante il brand FIFA che non l’immagine del calciatore. Stesso discorso quando pensiamo al gioco in vendita in alcuni paesi dope il calcio non è uno sport conosciuto.
Si tratta comunque di mie considerazioni personali, non avvallate da particolari dati statistici.
Quando abbiamo lanciato la Live Season di FIFA 09 abbiamo trovato in Adidas uno sponsor molto importante. Da quel momento in poi, però, è vero che non si è mosso molto altro. Per quanto ci riguarda non è una cosa che ci interessi particolarmente, in quanto non ha a che vedere con lo sviluppo e non influenza il gameplay. Ammetto però di non avere ben presente che succeda negli altri titoli sportivi di EA, così da avere un termine di paragone per FIFA.