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Lost in Shadow

Ico + Limbo + Miyazaki = Capolavoro?

Lost in Shadow (che in Europa arriverà probabilmente con il titolo, decidamente meno suggestivo, di A Shadow's Tale) è uno di quei giochi di cui senti parlare una volta, ne vedi le prime immagini, magari un trailer e sei per sempre perduto nel suo fascino.

Poi sparisce dai radar, non si capisce bene che fine faccia, temi quasi che sia stato cancellato... finché non spunta fuori di nuovo a pochi mesi dalla sua uscita e la magia ricomincia, come se non si fosse mai interrotta.

Anche la semplice premessa iniziale di questo titolo trasuda originalità da tutti i pori: il protagonista della vicenda, infatti, non è nascosto da qualche parte o inquadrato con una prospettiva ardita... è sparito del tutto e di lui è rimasta solamente l'ombra. Sarà lei che dovremo guidare tra i mille trabocchetti del gioco, che fin dalla sua prima uscita non ha potuto evitare di essere confrontato con l'immortale Ico.

Sono soprattutto le sue atmosfere oniriche e sovraesposte a favorire l'accostamento con il capolavoro Sony, ma nonostante si tratti di due platform/puzzle abbastanza simili, in Lost in Shadow non avremo fanciulle da portarci dietro.

La nostra compagna di viaggio sarà una piccola fata, che farà le veci, in maniera gradevole, del puntatore del Wiimote.

Il nostro obiettivo finale sarà tanto visibile quanto misterioso: una lugubre e mistica torre che si staglierà all'orizzonte fin dai primi istanti di gioco, tanto apparentemente vicina quanto irraggiungibile. Al suo interno, probabilmente, si celano i “perché” della disgrazia che ha colpito il nostro giovane eroe.

La caratteristica che rende Lost in Shadow particolarmente originale consiste nella possibilità di manipolare le ombre che si trovano intorno a noi e di utilizzarle come mezzo per proseguire nel gioco.

In effetti per tutta la durata dell'avventura non si viene mai a contatto con oggetti reali ma solo con le loro proiezioni e vi posso assicurare che la differenza è notevole. Una cosa “fisica” spesso non può essere modificata nella sua forma e sostanza, mentre l'ombra può diventare quello che vogliamo, praticamente senza limiti.

Possiamo farla sparire accendendo una luce, allungarla allontanandoci dalla fonte che la produce, farla “camminare” spostandoci e molto altro ancora. Questo fenomeno basilare, che praticamente ci accompagna ogni giorno per tutta la nostra vita, è la geniale base del gameplay di Lost in Shadow, il che mi fa sorgere una domanda: che fine farebbe il nostro eroe se il tempo diventasse nuvoloso e il sole venisse oscurato?

Ok, scherzi a parte, il concetto di manipolazione (sia del tempo che dello spazio) è stato già usato in varie occasioni in molti titoli del passato più o meno recente, basti pensare a Paper Mario ed Echochrome. Nonostante quest'ultimo gioco si basasse principalmente sui cambi di prospettiva, il risultato finale è molto simile a quello ottenuto in Lost in Shadow.

Lost in Shadow si presenta in questo video.