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Lost Planet 2

Cavallo che vince non si cambia?

La seconda ripercussione è che le foreste tropicali anziché i ghiacci polari, implicano una certa banalizzazione delle ambientazioni, ora fin troppo simili a quelle potute ammirare nel recente James Cameron’s Avatar così come in numerosi altri giochi visti di recente. In tale contesto ci troveremo dunque ad affrontare una campagna in single player da 6 episodi, collegati tra loro e che ci faranno vestire i panni di 5 diversi protagonisti, per una durata stimata di circa 10 ore, stando alle parole dello stesso Takeuchi.

Questo lasso di tempo, benché ormai in molti casi uno standard nel nostro settore, non può chiaramente costituire il piatto forte del gioco, che infatti trova la sua massima espressione nel multiplayer. Questo elemento, che già aveva riscosso un buon successo in Extreme Condition, si espande ora di nuove modalità.

La prima cosa che balza all’occhio è che adesso è possibile disputare la campagna in modalità cooperativa fino a 4 giocatori, in split-screen, System Link od online. Il numero di partecipanti è interessante, anche perché ora si potranno pilotare delle VS nelle quali si potranno accomodare i restanti tre membri della squadra, facendo dei propri mech degli strumenti di morte e distruzione alquanto sfiziosi.

Le armi a disposizione saranno anch’esse gustose, offrendoci mitragliatrici, fucili a pompa, lanciarazzi, laser, fucili da cecchino, granate e altro ancora, e potranno ovviamente essere usate per il multiplayer competitivo che ospiterà fino a 16 giocatori in contemporanea, così come il primo Lost Planet.

Se è vera la legge secondo la quale il doppiaggio riflette le aspettative di vendita, il fatto che il gioco sia solamente sottotitolato in Italiano lascia intuire previsioni modeste per il nostro territorio.

L’attenzione riposta verso il multiplayer la si nota anche nelle numerose opzioni di customizzazione dei propri alter ego digitali, che potranno andarsene in giro agghindati nei modi più improbabili (posso confermare di avere visto uno giocare co un mattoncino della Lego al posto della testa), nonché nelle svariate mosse a disposizione con le quali mostrare agli altri partecipanti i propri stati d’animo. Anche le armi, infine, potranno essere customizzate, il che ci porta alla conclusione che ogni giocatore potrà godere di una sua inequivocabile fisionomia sul campo di battaglia.

Le opzioni di tipo estetico, è giusto ricordarlo, saranno appannaggio del multiplayer grazie al semplice editor che ci verrà messo a disposizione, laddove in single player giocheremo coi personaggi previsti dalla sceneggiatura. Le armi e le abilità saranno invece modificabili anche nel single player. Una volta dunque che avremo selezionato dalla lobby le skill e l’equipaggiamento che vorremo usare, saremo pronti a gettarci nella mischia.

Va poi detto che sia in modalità cooperativa che competitiva, alla fine delle nostre performance ci verranno assegnati dei punteggi basati sulle nostre prestazioni. Uso volutamente il plurale perché sono due e si suddivideranno in punti Battaglia e punti Good Job, e serviranno a sbloccare nuovi achievement e personalizzazioni di sorta.