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Shadows of the Damned

Suda51 + Mikami + Yamaoka = follia.

Nella maggior parte dei casi l'origine dell'energia nera sono delle teste di caprone (ovviamente vive e vegete) appese alle pareti (spesso nei luoghi più assurdi), che devono essere trovate e distrutte con un colpo di luce ben piazzato della propria arma. In altri casi, tuttavia, può trattarsi di altri oggetti più difficili da raggiungere e, soprattutto, da disattivare.

Questa dinamica di luce e ombra svolgerà un ruolo centrale nel gameplay di Shadow of the Damned, ma avrà bisogno di un attento lavoro di bilanciamento per funzionare nel migliore dei modi. Mikami e Suda dovranno trovare il giusto equilibrio per divertire il giocatore facendolo sentire messo alla prova, senza però calcare troppo la mano lasciando spazio alla frustrazione.

Nei livelli da noi provati capitava in più di un'occasione di dover necessariamente passare attraverso zone di oscurità, dovendo così sacrificare parte dell'energia di Garcia prima di riuscire a dissipare le tenebre e farsi largo fra i nemici. Visto che nella demo la barra dell'energia non calava mai, non abbiamo avuto modo di capire l'entità dei danni causati dal fluido mortale, elemento che si rivelerà determinante per la riuscita del gameplay di Shadow of the Damned.

Ciò detto, comunque, va sottolineato quanto l'esagerazione dell'ultima fatica di Grasshopper Manufacture riesca da sola a reggere la scena e a catturare l'attenzione del giocatore. Ogni singolo elemento di Shadow of the Damned è volutamente portato all'eccesso, un po' come accade in quel genere di film che fa dell'andare sopra le righe il proprio punto di forza.

Nonostante si trovi costantemente in pericolo all'interno di un territorio ostile, infatti, Garcia non perde mai occasione per snocciolare battute sensazionali. Immaginate la scena: il protagonista e Johnson approdano in un cimitero, dove il teschio parlante si mostra giustamente sorpreso, visto che stiamo pur sempre parlando dell'inferno. Quale dialogo accompagna la sequenza? Johnson: "Da quando in qua i demoni hanno bisogno di un cimitero?". Risponde Garcia: "Da quando sono arrivato in città".

Ecco...questo è un esempio di ciò che dobbiamo aspettarci dalla folle unione di Mikami e Suda51. Nei livelli da noi affrontati abbiamo combattuto con un massiccio boss in cui era necessario usare sapientemente ogni attacco a propria disposizione per scoprirne il punto debole posto sulla schiena; abbiamo scambiato quattro chiacchiere con un negoziante completamente folle che cercherà di non far rimpiangere quello di Resident Evil 4 (Welcome!); abbiamo visto la povera Paula (l'amata di Garcia) decapitata, squartata o usata come capo d'abbigliamento da demoni vogliosi; abbiamo sparato a decine di barili infiammabili e fatto piazza pulita di demoni facendogli saltare la testa, impalandoli o facendoli esplodere in mille pezzi.

Tutto questo, ovviamente, era accompagnato dalle musiche di Akira Yamaoka, molto diverse da quelle che abbiamo apprezzato nei numerosi episodi di Silent Hill, ma non per questo meno piacevoli e curate. Se volete sapere ulteriori dettagli relativi a Shadow of the Damned vi invitiamo restare sintonizzati sulle nostre pagine per non perdere le nostre interviste a Suda 51 e ad Akira Yamaoka, in arrivo nei prossimi giorni.