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World of Warcraft: Mists of Pandaria - preview

Panda e Pokémon nel futuro di Blizzard.

Mists of Pandaria offre cinque macro-livelli dalle ragguardevoli dimensioni, composti a loro volta da cinque aree differenti che faranno da teatro alle gesta del giocatore nella sua ascesa verso il level cap (fissato a 90). Proprio come Northrend, Pandaria appare come un enorme continente contiguo ed omogeneo, fatto di risaie e giungle marine, di enormi birrerie (ai Pandaren piace molto mangiare e soprattutto bere) e di templi eleganti, di foreste pluviali lussureggianti e guglie rocciose.

Tutte le azioni del giocatore vengono premiate con un corrispettivo di Valor Point, utili nel gioco per comprare equipaggiamenti o per accedere sia a nuove quest, sia agli Scenari. Questi ultimi rappresentano uno degli aspetti più interessanti dello sviluppo di Mists of Pandaria, e si configurano come dei "Battleground PVE" a metà tra la quest pubblica di Warhammer Online e Rift, e la celebre Schermaglia di Lord of the Rings Online.

Il regno di Pandaria potrà godere di una Auction house, di una banca e di un centro di commercio: serve forse altro?

A mo' di rimpiazzo delle quest di gruppo, queste avventure in miniatura sono eventi dinamici multiplayer articolati su più livelli a portata di ogni tipo di giocatore, anche del meno esperto, che non si troverà costretto a cercare mostri del combattimento, curatori o esperti del corpo a corpo per progredire nell'avventura.

Se gli Scenari, le quest e il tanto divertente quanto sorprendente sistema di pet-battling non dovessero bastarvi, Mists of Pandaria offrirà parecchie opzioni anche agli appassionati dell'endgame stanchi (o spaventati) dalla routine dei vari raid. Gli irriducibili dei dungeon potranno invece divertirsi con una nuova e parecchio impegnativa Challenge Mode.

Quest'ultima si articola su diverse prove a tempo che traggono ispirazione dalla famosa "Baron Run" di Stratholme (che richiedeva di uccidere il boss finale in meno di 45 minuti, più facile a dirsi che a farsi). Il tutto sarà condito dalle immancabili medaglie di bronzo, d'argento e d'oro e dalle varie classifiche online.

Cosa più importante, un sistema automatico provvederà a normalizzare l'equipaggiamento di ciascun giocatore a un livello predeterminato, garantendo così un campo di battaglia equilibrato e rendendo le skill e la predisposizione al lavoro di squadra gli unici fattori determinanti nella gara.

Dove Mists of Pandaria zoppica, incredibile a dirsi, è proprio nella sua più grande novità. La nuova classe del monaco è un combattente ad armi bianche ibrido, che può essere specializzato anche in altri rami quali cura, danno o tanking. Per la prima volta in WOW, tale classe sarà priva del cosiddetto auto-attack, dovendo corrispondere ogni colpo alla pressione di un tasto.

Flessibile e dinamica, la classe del Monaco offre animazioni semplicemente eccezionali e abilità uniche, come ad esempio il calcio volante a lungo raggio, capaci di soddisfare anche il miglior esperto di arti marziali. I problemi però non tardano ad arrivare e ci si accorge sin troppo presto di quanto il monaco inizi ad arrancare pesantemente in fase di battaglia. Il suo sistema di risorse è piuttosto lento e farraginoso, così come le fasi di combattimento appaiono piuttosto forzate, pesanti e avare in quanto a tattiche. Un risultato ben lontano dall'approccio "alla Street Fighter" dichiarato dagli sviluppatori.

Maggiore varietà e un doveroso aggiustamento arriveranno senza dubbio col procedere dello sviluppo: da che mondo è mondo, Blizzard non ha mai sbagliato una singola classe, e non c'è motivo di credere che voglia iniziare proprio ora. Per lo stesso motivo, la maggiore accessibilità del sistema di talenti non va interpretata come una banalizzazione semplicistica, quanto piuttosto come una sua elegante semplificazione.

La grafica di questa espansione pare essere in grado di dare una rinfrescata a un engine ormai fin troppo datato.

Mists of Pandaria, ad ogni modo, non si esaurisce in questi significativi cambiamenti, né tantomeno nell'introduzione della razza Pandaren o nella rivisitazione del Monaco.

La nuova espansione di WOW mette sul piatto la stessa ricetta segreta che Blizzard aveva già brillantemente utilizzato nella primissima versione della sua IP, e poi perfezionato in Wrath of the Lich King: avventura ed esplorazione. La scoperta di un mondo nuovo e straordinario, da condividere con migliaia di altri giocatori al proprio fianco.

Sarà certamente un'espansione ritagliata per l'Asia, ma allo stesso tempo è rivolta alla silenziosa frangia dei giocatori casual di WOW, che hanno sempre prediletto l'esplorazione piuttosto che la fredda analisi di numeri e statistiche.

Blizzard si è resa conto dell'abbandono di molti hardcore gamer, e ha finalmente capito che il futuro di WOW giace da qualche altra parte. E forse questa è davvero la strada giusta, un'espansione divertente e sagace capace di portare una nuova ventata di ossigeno al gioco.

In questo oceano di incertezze, di una cosa dovete essere certi: non preoccupatevi dei panda e dei Pokémon. Mists of Pandaria non è affatto l'inizio della fine, come potrebbe apparire. I migliori anni di WOW potrebbero avere inizio proprio da lui ma, come tutte le cose belle, ha bisogno di tempo e calma per crescere.