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Kingdom Hearts: Birth by Sleep

C'era una volta... e c'è ancora!

Parliamo di gameplay. Pad alla mano, anzi… console alla mano, Birth by Sleep rimane fedele per il 90% al suo stile, ma aggiunge alcune novità e migliora alcuni difetti delle precedenti uscite. Ho trovato nettamente migliore, ad esempio, il sistema di lock-on dei nemici, anche se bisogna ancora una volta fare un minimo di abitudine alle telecamere, che spesso tendono ad abbassare troppo l’inquadratura.

La gestione dei combattimenti è rimasta praticamente identica. Con la croce direzionale si sceglie il tipo di attacco dal menù in basso a sinistra e con i tasti X e Triangolo si portano rispettivamente gli attacchi normali e quelli speciali, molti dei quali hanno tempi di ricarica molto più lunghi rispetto alla media.

Nella schermata delle opzioni è poi possibile personalizzare la Command Board, non certo una novità per chi segue la serie, ovvero la “lavagna” da cui si possono scegliere attacchi e poteri che verranno poi visualizzati nel menù di gioco.

In questo capitolo Topolino è ancora l’apprendista dello stregone Yen Sid, anche se non c’è traccia di scope animate come nel film Fantasia.

Nuovo è invece il sistema Command Style, che permette di gestire l’evoluzione dei personaggi e di controllare quali mosse vengono sbloccate man mano che si portano a termine determinati sotto-obiettivi del gioco. Tra queste vanno evidenziate le Mosse Finali, che possono essere utilizzate però solo dopo aver riempito un’apposita barra attraverso gli attacchi “normali”.

Fin dal tutorial iniziale è possibile notare una certa differenza tra gli stili di combattimento dei tre protagonisti, cosa che renderà indubbiamente più varia l’esperienza di gioco. In passato molti titoli hanno proposto più personaggi controllabili separatamente, ma nel 99% dei casi le differenze tra questi erano puramente estetiche. In Kingdom Hearts: Birth By Sleep invece no; Terra ad esempio è il più potente del trio ma anche il più lento, mentre Ventus è un fulmine ma decisamente più debole. Aqua, la fanciulla del gruppo, è invece il classico personaggio “di mezzo”, senza particolari pregi ma neanche difetti.

Alla luce di quanto testato in questi 3 giorni, restano solo da verificare le modalità multiplayer del gioco, ma già così Birth by Sleep può tranquillamente posizionarsi fin da ora tra le migliori produzioni mai realizzate su PSP.

Nel gioco sono ovviamente presenti i mondi Disney più classici, dal Bosco dei Nani di Biancaneve al regno della Bella Addormentata.

Dal punto di vista tecnico pochi altri titoli hanno spinto la PSP fino a questo punto (siamo ai livelli dei capitoli PS2, se non oltre) e la longevità è nettamente superiore alla media dei titoli disponibili sulla console portatile Sony.

Ho completato solo la storia di uno dei tre personaggi disponibili e alla fine il counter segnava circa 10 ore di gioco. A meno che le avventure di Terra e Ventus non siano estremamente corte, questa cifra è destinata a triplicare come minimo, visto che non ho neanche perlustrato tutti gli angoli dei livelli alla ricerca di bonus e segreti.

La versione occidentale del gioco conterrà inoltre alcune novità rispetto a quella giapponese. L’estenuante attesa ci ha fatto guadagnare un nuovo livello di difficoltà, un nuovo boss che non ho avuto ancora il piacere d’incontrare e un nuovo elemento di gameplay chiamato Crown Stickers (la versione da me provata non era ancora tradotta quindi non so come si chiamerà in italiano).

L’uscita di Kingdom Hearts: Birth by Sleep in Europa è prevista per il 20 settembre.