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Dead Island

Cartoline dall’oltretomba.

C’è Sam B, un gigante di colore che veste come un pirata ed è abile con le armi da impatto. Abbiamo poi il secondo maschio alpha del gruppo, Logan, ex-quarterback con cresta da mohicano abile invece con le armi da lancio. Ma veniamo al lato femminile di Dead Island, rappresentato dalle avvenenti Purna (tanto bella quanto letale con una pistola in mano) e Xian (viene dall’Oriente e maneggia i coltelli meglio di un preparatore di sushi).

Per la mia partita ho selezionato Logan. Non so perché, forse perché il suo nome è lo stesso del mitico Wolverine o forse perché mi sono sempre piaciuti i personaggi abili nel combattimento a distanza.

Una volta iniziato il gioco si parte dalla stanza d’albergo in cui ci si era addormentati durante il prologo. A meno che non si selezioni diversamente, ogni partita è aperta, ovvero permette ad altre tre persone di entrare in qualsiasi momento per giocare in co-op. Per ovvi motivi io ho potuto provare solo il single-player, ma anche per quest’altra cosa ci sarà tempo.

Si può combattere sia con i tasti che con le levette in stile Fight Night, ma non vi consiglio quest’ultima opzione.
Tra le opzioni del gioco è anche presente la possibilità di pubblicare determinati eventi direttamente su Facebook.

I controlli mi sono subito sembrati semplici, anche se i movimenti del protagonista sono forse un po’ troppo veloci e imprecisi. Fin dall’inizio si può frugare nelle stanze altrui, alla ricerca di oggetti e denaro all’interno di valigie abbandonate e cassetti. Non tutte le stanze sono ovviamente esplorabili, ma alcune possono essere aperte con una sorta di mini gioco che richiede di fermare un indicatore al centro di una barra tramite la levetta analogica sinistra. Più difficile da aprire è la porta (e quindi prezioso il suo contenuto) e più velocemente corre l’indicatore: commettere troppi errori significa rompere la serratura e rendere impossibile l’intrusione.

Un indicatore appare improvvisamente sullo schermo per avvisarmi che la corsa (così come l’utilizzo di calci e pungi) non può essere usata indiscriminatamente. Una volta esaurita la “carica”, che rappresenta la fatica del personaggio, occorre qualche secondo per farla tornare nuovamente disponibile.

Dopo un prologo piuttosto rapido e burrascoso fatto di ascensori che si schiantano al suolo e corse a perdifiato verso una porta che rappresenta la salvezza, mi sono ritrovato in uno stanzino antistante una spiaggia. Dentro c’erano altri superstiti, fuori il primo drappello di zombie che stava per far fuori colui che mi aveva salvato poco prima.

Prendo la prima arma che trovo e mi precipito verso di lui, ma scopro con brutale sorpresa che gli zombie che mi aspettano non sono quelli lenti di Resident Evil. Questi sono della stessa generazione di quelli visti in film come “28 giorni Dopo”: veloci, cattivi e aggressivi. Uno mi spinge via, mi rialzo, ne faccio fuori un paio che stavano addosso al mio amico piantandogli un remo in testa. Il mio compagni mi libera di altri due con una rapidità sorprendente. Il primo spavento è superato, rientriamo nella cabina e io passo di livello per la prima volta. Già, perché Dead Island non è solo il classico action- horror ma ha fortissime contaminazioni da gioco di ruolo, di una profondità che non ci si aspetterebbe in un titolo simile.

Un altro video di gameplay di Dead Island.