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Grand Theft Auto V - review

Ma la vecchia generazione non era finita?

Ogni volta che un prodotto di Rockstar arriva sul mercato l'industria si ferma, i concorrenti spostano le date d'uscita dei loro giochi, i fan cominciano a sbavare incontrollatamente e i giornalisti di videogiochi caracollano senza sosta tra le varie redazioni, nella speranza di vedersi assegnata la recensione o per intercettare il fortunato collega e sottoporlo a un trattamento degno del più truculento Manhunt. Quando poi è un nuovo capitolo di Grand Theft Auto ad uscire non sono solo gli appassionati a fermarsi. Per l'occasione i benpensanti preparano le loro frasi più retoriche, gli statistici snocciolano i numeri da record frantumati durante la produzione e i negozianti si preparano a fare spazio sui loro scaffali per ospitare le quintalate di copie da mettere in vendita.

Giunto all'alba di una nuova generazione di console, Grand Theft Auto V si è caricato del gravoso impegno di rappresentare una sorta di testamento di questa settima e lunghissima generazione di hardware, andando a fondere assieme tutti gli elementi tecnici e stilistici più rilevanti che sono maturati in questi ultimi anni. Nel gioco di Rockstar troviamo infatti gli spazi aperti e la mancanza di caricamenti di Red Dead Redemption, le meccaniche di shooting di Max Payne 3, la fisica di GTA IV, le corse di Midnight Club e il gusto per l'esagerazione e la narrazione de La Ballata di Gay Tony.

In GTA V questi elementi convivono quasi alla perfezione e vanno a comporre un quadro variegato e affascinante, a volte eccessivo, altre un po' grezzo, ma quasi mai banale. Questo cambiamento è possibile principalmente grazie all'introduzione di tre protagonisti molto diversi tra di loro che consentono di vivere Los Santos da tre punti di vista diametralmente opposti, eliminando i tempi morti tra una missione e l'altra, ma soprattutto hanno consentito agli sceneggiatori di trovare l'espediente narrativo per fornire un'esperienza a tutto tondo, in grado di soddisfare praticamente qualsiasi palato.

Gli amanti della serie non faticheranno ad orientarsi, dato che nelle fondamenta Grand Theft Auto V è rimasto un sandbox free roaming che lentamente svela le sue carte e i suoi protagonisti, dando al giocatore la possibilità di scegliere tra tante attività differenti e anche di modulare la progressione ed il ritmo dell'avventura in base alle proprie inclinazioni. Vi troverete alle prese con tre carismatici protagonisti molto diversi tra di loro, accomunati però dall'essere privi di scrupoli e che quindi molto presto cominceranno a fare tutte quelle cose che hanno reso celebre la serie di GTA. Michael, Trevor e Franklin sono tre memorabili antieroi ma non per la loro inclinazione e ostinazione a delinquere o il loro essere 'cattivi', quanto per le loro enormi debolezze e contraddizioni, che li rendono umani.

Alcuni scorci di San Andreas sono davvero suggestivi.

Michael è un ex ladro specializzato in colpi in banca, annoiato dalla sua vita da anonimo cittadino e vessato dalla moglie amante del tennis e dello yoga. Come se non bastasse suo figlio è un ciccione nerd, onanista e debosciato che non perde occasione per ficcarsi nei guai. Non è meglio la figlia maggiorata, costantemente alla ricerca di una scorciatoia per entrare nel magico mondo della televisione. Michael è un personaggio moderno, brillante, umano. È il bianco di mezza età medio, che ha deciso di non seguire la sua vera natura, e rimpiange quella scelta. Va dallo psicologo come Tony Soprano ma non può fare a meno di farsi mettere i piedi in testa dai figli o dagli amici, citare vecchi film di guerra o esplodere improvvisamente in una violenza senza pari, che gli farà perdere il controllo di sé stesso.

"Vi troverete alle prese con tre carismatici protagonisti molto diversi tra di loro, accomunati però dall'essere privi di scrupoli"

Franklin è il classico personaggio del ghetto, tutto musica hip-hop, mitologia 'gangsta' e sogni di grandezza. Killer senza scrupoli e pilota eccezionale, Franklin non può fare a meno di tornare al quartiere natale per aiutare i suoi homie, per quanto idioti essi siano. È il classico duro dal pelo morbido che spesso finirà a fare da cuscinetto tra i suoi due compagni, ma che per questo rischia spesso di essere schiacciato dalla personalità strabordante dei suoi due colleghi. Franklin è il trait d'union tra GTA V e il vecchio San Andreas, il tramite attraverso il quale Rockstar ci racconta che fine hanno fatto i vecchi personaggi e quali sono le loro aspettative nel nuovo secolo.

Trevor è invece il folle del gruppo. Pazzo, sadico e cattivo, il 'miglior amico di Michael' rappresenta il lato trasgressivo ed eccessivo di Rockstar, il veicolo attraverso il quale lo sviluppatore raggiunge la pancia del videogiocatore e le prime copertine della stampa generalista e dei telegiornali, con la sua volgarità e violenza, spesso gratuita e persino un po' troppo fuori le righe. Il suo ingresso nel team porterà il caos ma grazie a lui gli sviluppatori hanno potuto alzare l'asticella e mettere in piedi missioni estreme che vanno dal rubare un sottomarino ad un esercito mercenario, all'abbordare un aereo cargo a bordo di un biplano a motore. È la rappresentazione del cuore selvaggio della vecchia America, restia a venir domata dalle leggi e dalle convenzioni ma che nonostante gli sforzi finisce per essere catalogata e standardizzata.

La loro caratterizzazione non passa solo da un background ben definito, da dialoghi scritti quasi sempre magnificamente e da uno stile in fatto di musica, auto e vestiti molto accentuato, ma anche da un set di animazioni personalizzato. Franklin è giovane, muscoloso ed atletico, ha una camminata sicura e una tecnica nelle risse grezza e potente. Michael porta sul suo corpo gli anni di inattività, è un po' sovrappeso, goffo e non è più agile e veloce come in passato. La mente e la lingua rimangono comunque taglienti come ai bei tempi. Trevor è invece pazzo in ogni sua manifestazione. Forte come un bue, ha una camminata un po' dinoccolata, uno sguardo allucinato e gesticola furiosamente quando le cose vanno male.

Cover image for YouTube videoGrand Theft Auto V - recensione
La nostra recensione video di Grand Theft Auto V.

Il lavoro svolto dagli sceneggiatori per dare uno spessore ai loro personaggi è esemplare e lo si capisce quando, passando da un protagonista all'altro, li coglierete nei momenti di vita privata. Trevor è quasi sempre sbronzo marcio a dormire in un improbabile angolo della regione o intento in atteggiamenti equivoci con uno dei suoi tanti collaboratori. Franklin mantiene la sua compostezza e spesso lo troverete a giocare con Chop, il suo mastino, o a lavare la macchina nel vialetto di casa. Michael è invece un uomo di mezza età sull'orlo di una crisi di nervi e lo scoprirete a rimpiangere il passato chiuso in una stanza, senza però riuscire a gestire il presente.

"Il sistema di statistiche dei personaggi si è rilevato meno impattante del previsto"

Questa marcata differenziazione doveva passare anche attraverso un sistema di statistiche di cui ognuno di questi personaggi è dotato che però, alla prova dei fatti, si è rilevato meno impattante del previsto. Un alto punteggio nel volo influenzerà davvero poco la vostra capacità di pilotare un aereo, così come una scarsa abilità con le armi da fuoco non vi impedirà, soprattutto mantenendo attivata la mira automatica, di far fuori tutti i nemici o mirare alla testa con un fucile da cecchino.

Decisamente più incisivi sono i poteri di cui sono dotati i tre personaggi. Michael è in grado di rallentare il tempo in qualsiasi momento, cosa che gli consente di osservare il mondo per alcuni secondi in slowmotion e prendere le decisioni con calma. Anche Franklin potrà rallentare il tempo, ma la sua capacità è limitata alla guida di un veicolo. In questi momenti guadagnerà anche un bonus sul controllo degli stessi, consentendogli di uscire illeso dalle situazioni più disperate o di freddare senza problemi un bersaglio anche durante un inseguimento. Trevor invece, da animale qual è, potrà attivare il suo potere solo durante le sparatorie. In questi frangenti riuscirà a sopportare meglio il dolore e a infliggerne di più, oltre che muoversi per il campo di battaglia osservando tutto rallentato.

Questa è la differenziazione principale che vi spingerà a scegliere, quando consentito, un personaggio rispetto a un altro. La libertà promessa dagli sviluppatori di saltare da un protagonista all'altro in realtà è molto più pilotata di quanto preventivato. Fuori dalle missioni potrete decidere autonomamente chi controllare ma una volta accettato un incarico spesso sarà il gioco a decidere chi dovrete comandare. In questo modo scoprirete che anche questa sbandierata novità sarà più funzionale alla narrazione che al gameplay, eliminando i tempi morti, ma soprattutto dando un taglio molto più moderno e cinematografico alle diverse missioni.

Travis è senza dubbio pazzo. Anzi no, forse è più folle!

Per esempio, durante un colpo con Michael farete scattare l'allarme di una banca. A questo punto passerete automaticamente a Franklin che gli coprirà la fuga freddando tutte le guardie accorse sul luogo con un fucile da cecchino. Dopo alcuni istanti salterete a Trevor che a bordo di un elicottero cercherà di estrarre i compagni dal luogo del furto. Infine tornerete a controllare Michael, che terrà lontani i mezzi della polizia sparando dal velivolo. La struttura non sarà dunque libera come preventivato ma finirà per essere comunque decisamente funzionale al divertimento.

"Decisamente più incisivi sono i poteri di cui sono dotati i tre personaggi"

Lo stesso principio vale anche per l'altra novità parzialmente disattesa da GTA V, ossia la libertà nel pianificare le proprie missioni. I vari colpi che vi troverete a portare a termine, infatti, saranno organizzati per voi da Lester, lo stratega della banda. Al termine del filmato di briefing vi verrà chiesto semplicemente di decidere l'approccio alla missione tra i due disponibili ed eventualmente i membri di supporto da coinvolgere nel colpo, in cambio di una quota del bottino. Per il resto la preparazione sarà sempre piuttosto pilotata e a voi non rimarrà altro che eseguire diligentemente il piano.

Poi, come abbiamo già detto, quando vi troverete a pilotare un elicottero che trasporta un sottomarino che serve per recuperare dell'equipaggiamento militare top secret dal fondo dell'oceano, non vi importerà più molto di chi abbia deciso cosa. In altre parole la sceneggiatura e il design delle missioni di Rockstar colmano abbondantemente le eventuali carenze di originalità o libertà. Il vero pregio di Grand Theft Auto V è infatti la sua capacità di catturare il giocatore e trasportarlo in un universo parallelo e perfettamente coerente, nel quale verrà subissato di cose da fare, mail da rispondere o luoghi da visitare.

Oltretutto abbiamo il sospetto che le rapine e i compagni troveranno la loro reale dimensione in GTA Online, la componente multigiocatore del gioco in arrivo il primo ottobre come DLC gratuito del gioco e che tratteremo separatamente.

Vi sarete accorti, però, che ci siamo dimenticati di parlare di un altro protagonista del gioco: stiamo ovviamente parlando di San Andreas, lo stato fittizio di cui fa parte la città di Los Santos. Come in tutti i Grand Theft Auto la metropoli, in questo caso la regione, è una parte fondamentale dell'alchimia che gli sviluppatori vogliono creare tra gameplay, storia e divertimento.

Chiunque sia stato a Los Angeles non faticherà a riconoscere diversi luoghi simbolo della città, dal molo di Santa Monica all'Aeroporto Internazionale, passando dalla Muscle Beach di Venice a Hollywood fino ad arrivare al Figueroa Hotel, il celebre edificio che ospita sulle sue tre facciate le gigantesche pubblicità dei videogiochi durante l'E3. Chi ha girato la città degli angeli non faticherà molto ad orientarsi e a riconoscere le diverse zone della città. Ovviamente non tutto ha trovato posto all'interno della mappa: sono stati tagliati via senza rimpianti decine di chilometri di quartieri-ghetto che infestano L.A., ma la Los Santos di GTA V mantiene inalterato quel misto di ammirazione, sgomento, fascino e repulsione che fa di Los Angeles una della città più famose al mondo. Inoltre fuori dai confini della città si trova un territorio vasto, selvaggio e affascinante, nel quale i deserti si alternano ad alte montagne o rigogliose pianure. Qui la vita è più semplice e i cittadini si raccolgono intorno a tipiche cittadine costruite intorno al fast food e si occupano della terra.

"Chiunque sia stato a Los Angeles non faticherà a riconoscere diversi luoghi simbolo della città"

Molto spesso vi fermerete incantati ad ammirare un tramonto sulle esclusive colline di Vinewood, così come tornerete con un po' di nostalgia e timore a frequentare i 'gangsta' di Grove Street, passeggerete tranquilli tra le magnifiche architetture di Rockford Hills, così come frequenterete le feste e i luoghi dove le star del cinema si mescolano coi peggiori criminali.

L'ultima fatica di Rockstar è come al solito infarcita di citazioni più o meno dirette al mondo del cinema o a quello dei videogiochi, così come rappresenta una critica feroce alla società moderna che ha in Los Angeles la sua esemplificazione più efficace. Ragazzi del ghetto che diventano improvvisamente stelle della televisione e della musica, campi da golf costruiti di fianco a baraccopoli, giovani starlette che davanti alle telecamere fingono innocenza e in realtà si preparano alla pubblicazione del loro primo film porno, agenti del governo che credono di essere intoccabili e si fanno beffa di qualsiasi legge scritta o morale.

Come al solito lo spaccato della società americana che ci viene offerto è cinico, graffiante ed eccessivo, dato che costringe il giocatore a prendere parte attiva in azioni davvero molto, forse troppo, forti. Un pugno nello stomaco a tutti i benpensanti, che però ci spingono a ricordare come GTA V sia un prodotto che va dato in mano a persone con più di 18 anni. Non fatevi ingannare dall'ironia e dal nonsense che pervade l'opera: per essere apprezzato e non travisato Grand Theft Auto V va giocato nella sua interezza e contestualizzato al pubblico di riferimento.

Nonostante l'apparenza piuttosto comune, Michael è uno dei personaggi più caratterizzati e meglio riusciti del mondo dei videogiochi.

Questo perché si va oltre al classico andare in giro a rubare le macchine e rapinare i passanti tipico delle prime fasi di gioco dei precedenti capitoli. Michael, Trevor e Franklin sono infatti, ognuno nel proprio campo, dei professionisti già avviati, con un passato con cui fare i conti e delle prospettive ben differenti. I problemi toccati sono quelli della crisi della terza età, della depressione economica, della politica internazionale, del labile confine tra il bene ed il male, del non voler abbandonare le proprie radici, nonostante queste costringano ad essere quello che non si è più. In altre parole sono tutti argomenti che solo persone adulte possono comprendere, apprezzare e rielaborare nella loro complessità, in modo da andare oltre la patina superficiale di ultraviolenza e comprendere il messaggio di Houser e soci.

"Per essere apprezzato e non travisato GTA V va giocato nella sua interezza e contestualizzato al pubblico di riferimento"

Questo però non ha impedito agli sviluppatori di mantenere saldamente le loro origini videoludiche, di riempire il loro prodotto di tante di quelle attività secondarie, in questo caso quasi accessorie, con le quali perdere letteralmente decine di ore di gioco. Ognuno dei tre protagonisti avrà degli hobby più o meno confacenti al proprio stile di vita, anche se non sarete limitati ad essi nel caso in cui vogliate cimentarvi con un altro personaggio.

Michael sarà più attratto dal tennis, dallo yoga o dal golf, ma potrà persino andare in seduta dal suo terapista. Trevor potrebbe preferire la caccia, le freccette, le gare sui quad o qualche simpatica missione di traffico internazionale di stupefacenti. Franklin potrebbe voler insegnare a Chop nuove mosse, andare a divertirsi in un night club o vedere un film al cinema. Senza considerare che potrete comprare nuovi vestiti, andare dal parrucchiere, personalizzare il vostro arsenale, acquisire nuovi rifugi o attività commerciali attraverso le quali incrementare il vostro budget od ottenere nuove missioni. Potrete anche giocare in borsa, navigare su internet o perdere la vostra vita all'interno di un social network virtuale.

In altre parole lo stato di San Andreas è infarcito di posti da scoprire, missioni secondarie e persone da conoscere. Per tacere del semplice piacere di "recuperare" una Infernus, una moto da cross o un aeroplano e scorrazzare liberamente per la regione, alla ricerca di un qualche scorcio mozzafiato da condividere con gli amici attraverso i social network reali o una delle tante chicche che Rockstar ha infilato nel suo gioco. In altre parole del tipico GTA Moment.

Il trailer ufficiale di Grand Theft Auto V.

L'interazione tra mondo virtuale e quello reale non si limita certo alla condivisione di qualche screenshot, ma penetra a più livelli tra le maglie del gioco. Grazie a un'applicazione per cellulare potrete personalizzare per esempio la targa della vostra macchina o insegnare a Chop nuove abilità. Queste vi consentiranno di sfruttare il cucciolone per trovare i collezionabili sparsi per la città, oltre che insegnargli nuovi attacchi da utilizzare durante le missioni che lo vedranno coinvolto. Infine iscrivendovi al Social Club di Rockstar potrete confrontare i punteggi e i tempi conseguiti durante le missioni con i vostri amici, spingendovi così a rigiocare gli incarichi più spettacolari solo per migliorare la vostra classifica online.

"In mezzo ad un tale quantitativo di contenuti è anche lecito aspettarsi qualche calo di qualità"

In mezzo ad un tale quantitativo di contenuti è anche lecito aspettarsi qualche calo di qualità. Non tutte le missioni secondarie saranno memorabili o le attività ben rifinite, ma d'altro canto non sarà un caso se Top Spin e PGA Tour sono dei giochi a sé stanti. Complessivamente il risultato ottenuto da Rockstar è però impressionante, soprattutto se si va a considerare la fisica che muove Grand Theft Auto V. Ogni veicolo ha un suo carattere specifico e si comporterà su strada in maniera completamente diversa che sullo sterrato, senza considerare un modello dei danni che si fa beffa di quello di un qualsiasi Gran Turismo. Oltretutto Grand Theft Auto V non ha nemmeno le velleità simulative del titolo di Yamauchi, dato che potrete controllare la vostra macchina in salto o correre su di un treno con un enduro. In poche parole gironzolare per San Andreas è sempre un piacere. Lo stesso discorso vale poi anche per gli aerei, gli elicotteri, le motociclette e le navi, che subiranno l'influenza di onde e perturbazioni e si differenzieranno pesantemente a seconda del modello pilotato.

Similmente anche la gestione dei corpi è fenomenale. Rockstar è riuscita a padroneggiare l'Euphoria Engine in maniera encomiabile, rendendo i vari protagonisti credibili, fisici, viscerali. Sbagliare un salto vi consentirà di vedere il protagonista inciampare e spiaccicare la faccia sull'asfalto, così come se colpirete un'altra persona da dietro questa crollerà a terra in maniera realistica. La varietà delle animazioni e la loro fluidità è davvero notevole e solo raramente osserverete delle reazioni non in linea con le aspettative.

Le rapine in banca andranno pianificate con attenzione e preparate nelle missioni precedenti.

Questi due elementi sono solo il fiore all'occhiello di un comparto tecnico realmente impressionante, capace di farci chiedere se davvero ci sia bisogno di una nuova generazione di console dato che, evidentemente, nessuno oltre a Rockstar ha ancora capito come sfruttare appieno la potenza di PlayStation 3 e Xbox 360. Grand Theft Auto V è uno spettacolo per gli occhi, ricco di dettagli microscopici, con una gestione delle luci sensazionale e una linea dell'orizzonte vastissima. Tutto questo annullando quasi completamente difetti tipici di questo genere di giochi come il pop-up o i rallentamenti.

"L'impressionante comparto tecnico ci fa chiedere se davvero ci sia bisogno di una nuova generazione di console"

Nelle situazioni più concitate potrebbe capitarvi di notare la perdita di qualche frame o saltuariamente potrebbe capitarvi di assistere a qualche problema di caricamento delle texture o di alcuni oggetti, ma nulla che infici il risultato globale. Anche perché la città scorrerà sotto i vostri occhi senza soluzione di continuità, annullando praticamente ogni caricamento a parte quello lungo iniziale e quello necessario per il passaggio da un personaggio all'altro al di fuori delle missioni. Il tutto al costo di una lunga ed estenuante installazione obbligatoria sul vostro hard disk.

A nostro avviso, oltretutto, il lavoro svolto sotto il profilo audio è persino migliore. La quantità di brani originali è enorme e spazia nei generi e negli anni, senza considerare il quantitativo maniacale di giornali radio, pubblicità o programmi che sono stati inseriti tra una canzone e l'altra. E poi c'è il doppiaggio. Ogni personaggio è interpretato magistralmente da un attore in grado di coglierne perfettamente lo stile ed il carattere. Steven Ogg è un genio nel dare la voce a quel pazzo maniaco di Trevor, ma anche Ned Luke e Shawn Fonteno sono perfettamente a loro agio con Michael e Franklin.

Coloro che hanno familiarità con l'inglese noteranno la cura nel replicare il linguaggio, la pronuncia e l'intonazione tipici di ogni etnia e zona degli Stati Uniti, e il certosino lavoro svolto da Rockstar anche sotto questo punto di vista. Coloro che invece non hanno familiarità con la lingua d'Albione faticheranno non poco a capire lo slang utilizzato da Franklin e dai suoi 'homie' o a seguire Trevor durante le sue farneticazioni. Soprattutto durante le missioni, quando sarete impegnati a fare tutt'altro che leggere i sottotitoli.

Grand Theft Auto V ci presenta Michael, Franklin e Trevor.

Questo diventa un problema quando alcune indicazioni fondamentali per lo svolgimento della missione vi verranno date a voce, soprattutto perché il piccolissimo font utilizzato per i dialoghi non aiuta a rendere più leggibili i sottotitoli. Vista la cura riversata da Rockstar in ogni aspetto dei propri giochi, sarebbe auspicabile anche una maggiore considerazione per i non anglofoni, nella speranza che prima o poi si decidano ad investire nell'adattamento internazionale.

"Che GTA V sarebbe stato un gioco incredibile lo sapevamo tutti ma possiamo realmente parlare di capolavoro? "

Concludiamo questa lunga recensione trattando il cuore del problema: che GTA V sarebbe stato un gioco incredibile lo sapevamo tutti ma possiamo realmente parlare di capolavoro? Sicuramente la perfezione non gli appartiene, dato che nelle 100 e passa ore di gioco potenziali i più tignosi troveranno alcune sbavature, i più delicati inorridiranno di fronte ad alcuni dialoghi o a certe scene e i più hardcore troveranno troppo classiche e abusate le meccaniche di gestione del sospetto, un po' basso il livello di difficoltà e superficiali alcuni aspetti del gioco come la gestione della furtività o la componente ruolistica.

Inoltre Grand Theft Auto V perde l'occasione di rinnovare la serie nella sua struttura di base, nella stretta divisione in missioni precostruite e pilotate, nel suo perdersi a voler stupire per forza il giocatore con frasi ad effetto o scene di impatto, dimenticandosi oltretutto di alcuni degli aspetti più geniali e riusciti, come il rapporto tra Michael e la sua famiglia o di Trevor e i suoi amori.

Ma è possibile che tutti questi elementi sbiadiscano di fronte ad un affresco così potente della società occidentale moderna o si perdano all'interno di questo manifesto interattivo dell'attuale generazione di console? Secondo noi sì, anche perché volente o nolente di Grand Theft Auto V se ne parlerà negli anni a venire come l'ultimo grande gioco di PlayStation 3 e Xbox 360, un gioco completo ed impressionante sotto tutti i punti di vista, capace di entrare nella testa e lasciare ricordi indelebili.

Michael e Trevor sono destinati ad essere ricordati tra i più carismatici protagonisti dei videogiochi di sempre e Los Santos non è mai stata così ricca di cose da fare e segreti da scoprire. Una volta impugnato il pad non lo abbandonerete fino ai titoli di coda, perché guidare non è mai stato così divertente, sparare e fare a pugni ben implementato e i tramonti in riva all'oceano o nel mezzo del deserto con un bel classico suonato alla radio, beh, vanno 'vissuti'.

Sotto tanti, troppi punti di vista Grand Theft Auto V è il nuovo metro di paragone di questa industria e detta nuovi standard che sarà difficile superare. Per questo motivo non possiamo che premiarlo con la valutazione più alta.

10 / 10

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Luca Forte

Contributor

Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.

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