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The Last Guardian

Un animale gigantesco e il suo amico bambino.

La differenza, ovviamente, è che stavolta il compagno è una belva mitologica alta 10 metri (Ueda lo chiama Trico, che era anche il nome in codice del gioco) e somiglia ad una sorta di cucciolo di Chimera. Sarà necessario sfruttare la forza e le dimensioni di Trico per progredire, utilizzandolo come una sorta di piattaforma senziente mentre ci si arrampica sulle sue piume per raggiungere aree sopraelevate, proprio come si farebbe con gli enormi golem di granito in Shadow of the Colossus.

La demo inizia con la profonda voce di un anziano narratore che spiega la trama in giapponese, mentre si vede il ragazzino vicino alla creatura dormiente. I suoni sono familiari, come l'eco del vento attraverso canyon scavati dall'uomo, così come familiare è l'impatto visivo di minacciose rovine monolitiche adornate da dettagli raffinati e leggiadri.

Ma The Last Guardian non ha quell'aspetto opaco, quasi monocromatico dei suoi predecessori. Gli è stato donato un look più vivido con gruppi di farfalle colorate che volano tra effetti particellari, e con riflessi di luce estremamente luminosi e contrastati che scorrono lungo la schiena della creatura mentre si aggira nell'ombra. Inoltre l'alta risoluzione di PS3 e la sua capacità di calcolare gli ambienti in estrema lontananza, contribuiscono a rendere il tutto estremamente più definito.

Il ragazzino tocca l'orecchio di Trico per svegliarlo (ne parliamo al maschile anche se Ueda è stato attento a non fornire alla creatura un sesso preciso) e la loro piccola avventura ha inizio. Trico si stiracchia, sbadiglia e si desta dal suo riposo, impacciato come un micetto ma con poderosi effetti sonori ad accompagnarne i movimenti, per dare l'idea delle sue enormi dimensioni e del suo peso.

Le sue animazioni sono incredibilmente realistiche, così come l'energia e i movimenti dinoccolati del bambino, finora il personaggio più giovane e più verosimile creato da Ueda. Lottando contro i mulini a vento, il Team Ico si rifiuta di utilizzare qualsiasi tipo di motion-capture ricorrendo invece ad animazioni realizzate a mano passo dopo passo.

I talentuosi animatori del team uniscono i piccoli, pregevoli particolari che potreste vedere in un film di Miyazaki a complessi modelli 3D e a un'intelligenza artificiale. Il risultato ottenuto è impressionante.

"Di recente il mocap è diventato sempre più popolare ma i benefici del sistema keyframe è che puoi effettivamente controllare i movimenti visualizzati," spiega Ueda. "Credo che questo sia il vantaggio, specialmente in questo gioco perché abbiamo Trico che è una combinazione di diversi animali, e a volte hai movimenti tipici di un gatto, mentre altre quelli di un cane. Insomma, non esiste alcun animale che si possa utilizzare per il motion capture in questo caso!"

Inoltre Ueda dice che, al contrario dell'obbediente Yorda in Ico e di Agro (il cavallo) in Shadow of the Colossus, Trico ha una volontà tutta sua. Tanto per cominciare, il bambino dovrà trovare dei modi per attirare la bestia e farsi seguire; successivamente la loro relazione si svilupperà quindi Trico lo ascolterà in maniera più diretta, e il protagonista potrà anche elaborare degli strumenti per comandarlo. "Qui ci troviamo verso l'inizio del gioco... la relazione tra Trico e il ragazzino è molto labile, quindi Trico tenderà a non interagire col giocatore," spiega.

Osservando l'immensa creatura che si gira nervosamente, sospira e rovista in giro in una grossa stanza come se fosse intrappolata in una gabbia, cominciamo a capire perché questo titolo abbia richiesto così tanto tempo per essere realizzato.

Presentare questo essere al giocatore come una creatura viva, realizzando i suoi comportamenti con una cura tale che sia possibile capire il suo stato d'animo e le sue intenzioni, e nel frattempo programmare la sua IA e il suo orientamento basandosi il meno possibile sugli script, è stato una sfida monumentale, come ammette lo stesso Ueda. "La cosa più difficile è ottenere un personaggio così grande gestito da un'intelligenza artificiale che si muove come si deve anche in spazi ristretti."