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Risen 2: Dark Waters

Una nuova rotta per l'eroe senza nome.

Anche il vostro alter-ego è molto cambiato. L'aver scoperto che i propri sforzi sono stati pressoché inutili, e che il mondo è sostanzialmente condannato a subire la furia dei Titani, lo ha reso un personaggio dalle tinte molto più dark rispetto al passato, che dovrà scendere a patti con criminali, tagliagole e filibustieri, e imparare a comportarsi e combattere come loro, per cercare di salvare il salvabile.

I fanatici dell'esplorazione avranno pane per i loro denti con Risen 2. Essendo ambientato in un arcipelago di isole tropicali, ognuna caratterizzata in maniera differente a livello di popolazione, cultura e architettura, potrete perdervi in centinaia di quest, sottoquest, storie secondarie e luoghi curiosi, e perfino imparare le professioni di ogni abitante dell'isola, che vi torneranno estremamente utili per crearvi nuovi parti dell'equipaggiamento.

Il fulcro dell'avventura sarà il vostro vascello, vera è propria base operativa da cui pianificare le mosse future, e dove parlare con la ciurma e gestirne l'equipaggiamento (ancora una volta il paragone con Mass Effect e la Normandy torna a farsi sentire).

Sui moschetti potrete perfino montare una baionetta per il corpo a corpo.

Purtroppo, in barba a tutto ciò che caratterizza la vita del corsaro, non sarà possibile solcare fisicamente i mari, né eseguire abbordaggi o scontri navali. "L'esperienza e il feedback ricevuto, ci hanno insegnato che è meglio non inserire troppe caratteristiche diverse tutte insieme, il rischio è che nessuna di esse venga sviluppata in maniera adeguata compromettendo l'esperienza di gioco", spiega Oberlerchner.

Questo potrà far storcere il naso a quanti avrebbero desiderato ardentemente ripetere le gesta di Sir Francis Drake, ma l'osservazione di Oberlerchner è sostanzialmente fondata. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un RPG, non di una simulazione navale, e non ho ancora sentito nessuno lamentarsi dell'impossibilità di utilizzare la Normandy per le battaglie nello spazio profondo...

Tecnicamente parlando Risen 2 rappresenta un evidente e auspicato passo in avanti rispetto al suo predecessore. Non solo la palette grafica è molto più colorata e sgargiante, ma anche il motore è apparso decisamente più performante, e in grado di gestire ambienti complessi senza cali di frame rate o caricamenti di sorta, fermo restando che ignoriamo l'hardware su cui girava la demo.

Sul tavolo rimane l'incognita per quanto riguarda le versione console, che al di là della nota positiva riguardante lo sviluppo in parallelo, dubito fortemente possa stabilirsi sui 30 frame al secondo senza sacrificare qualcosa nella resa visiva, visto che potrà contare su un hardware che ha ormai cinque anni suonati.

Aldilà dei dubbi e delle perplessità, Risen 2: Dark Waters rimane comunque un titolo sviluppato da un team che ha saputo ascoltare le critiche, capire i propri errori e che sta cercando di migliorarsi (anche perché su console era obiettivamente difficile fare peggio).

È ovviamente troppo presto per dare un giudizio più completo ma l'ambientazione e le meccaniche di gioco potranno senza dubbio incontrare il favore di chi cerca qualcosa di diverso rispetto al solito GDR. Non resta che aspettare la Gamescom, dove i Piranha Bytes forniranno ulteriori dettagli, sopratutto sulla versione console, e ci permetteranno magari di farci un'idea più approfondita sul loro titolo, atteso per la prima metà del 2012.