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Battlefield 3 - analisi comparativa

Il Digital Foundry mette a confronto le versioni console e PC.

Allo stato attuale ci sono un sacco di feature fuori dalla portata dei chip grafici console che elevano il PC ben oltre le capacità della concorrenza, l'antialias su tutte. Per quanto riguarda i filtri post processo, l'FXAA di Nvidia permette di ottenere una ripulitura delle scalettature qualitativamente superiore rispetto a quella console. Per chi vuole la perfezione, e dispone di una scheda video di altissimo livello, è possibile sfruttare la potenza del multisample antialias. Al prezzo di un calo delle prestazioni più consistente, si ottiene una qualità dell'immagine in grado di arrivare al multisample antialias 4X che porta sulla luna il livello visivo di un gioco già di per sé fuori parametro.

Anche la possibilità di attivare la Screen-Space Ambient Occlusion (SSAO) e la più leggera Orizon-Based Ambient Occlusion (HBAO) contribuiscono al raggiungimento di una qualità dell'immagine nella gestione dell'illuminazione di livello assoluto in https://www.eurogamer.net/videos/battlefield-3-xbox-360-vs-pc-video. L'adattamento del livello di dettaglio in tempo reale è praticamente impercepibile grazie alle texture in alta risoluzione, che permettono transizioni costanti e fluide. Le DirectX11 entrano in gioco con le tecniche di tassellazione del terreno e i render di pulviscolo ed effetti atmosferici come acqua e fiamme che su console sono quasi assenti.

Un altro confronto tra il motion blur su PC e quello realizzato su Xbox360.

Prendete tutto questo ben di Dio tecnologico, sparatelo a una risoluzione elevatissima senza perdere un grammo in prestazioni o quasi e vi rendete conto di come il risultato tecnico di Battlefield 3 sia assolutamente rimarchevole sotto un'infinità di punti di vista. Si tratta senz'ombra di dubbio della rappresentazione visiva più vicina a quello che sarà il livello qualitativo della grafica ottenibile con le console di prossima generazione per videogiochi ambientati in scenari di vaste dimensioni.

Possiamo quindi considerare Battlefield 3 come il futuro o solo un'anticipazione di quello che ci aspetta? Per capirlo, questa frase di John Carmack è sicuramente molto esplicativa a riguardo: "Attualmente si possono percorrere due strade: la prima è quella di disegnare un gioco sulle specifiche di un computer di fascia alta e lasciare che le console falliscano nel restituire una rappresentazione all'altezza di quello che è stato fatto su Windows. La seconda è quella di adattarsi alle limitazioni imposte dall'architettura ormai obsoleta di Sony e Microsoft e fare in modo che la versione PC fornisca un livello qualitativo incrementalmente superiore. Noi abbiamo scelto la seconda".

Anche DICE ha fatto lo stesso? Da quello che abbiamo potuto vedere, probabilmente ha fatto entrambe le cose grazie alla duplice natura di Battlefield 3. Se il single player si può considerare un ottimo showcase delle capacità dell'engine su console, è in multiplayer che le sue potenzialità esplodono grazie agli spazi aperti e al numero di giocatori in azione.

In questo caso le differenze prestazionali tra PC e console saltano immediatamente agli occhi a causa dei livelli di dimensioni superiori e del numero di giocatori gestibili dal server, per non parlare della qualità dell'immagine. Rimane comunque in evidenza l'achievement tecnico della software house di Stoccolma nel proporre un gioco apprezzabile su Xbox 360 e PS3 e caratterizzato da una solidità nella performance del frame rate che non siamo sicuri altri studi di sviluppo, magari più titolati, avrebbero potuto garantire.

Tutto è bene quel che finisce bene. La bruttezza della beta presentata al Jimmy Fallon Show ha messo in evidenza il lavoro che rimaneva da fare per rifinire il look del gioco, con risultati molto evidenti nella versione definitiva.

Raramente ci è capitato di dirlo in occasione dei vari confronti fatti in passato ma per il lavoro svolto con la versione Windows del gioco non possiamo avere che parole di apprezzamento per ogni singolo aspetto tecnico di Battlefield 3: nulla è poco curato o fuori posto e il risultato finale è assolutamente sbalorditivo.

Vale quindi la pena spendersi in comparazioni con il prossimo Call of Duty che certa stampa ha alimentato strumentalizzando le campagne di marketing di EA e Activision? Decisamente no, perché possiamo tranquillamente considerare Battlefield 3 e Modern Warfare 3 come due prodotti assolutamente complementari nel loro genere.

Infinity Ward (o quel che ne resta) ha proseguito lungo la strada dello sparatutto arcade estremamente fluido e frenetico, quel genere di gioco pensato per prendere in mano immediatamente l'utente e gettarlo nell'azione grazie a mappe di dimensioni contenute e un gameplay con bassissimi tempi di risposta.

DICE non ha fatto assolutamente nulla per contrastare questa scuola di pensiero e ha proseguito lungo la strada della giocabilità massiva concepita fin dai tempi del suo primo mod in ambientazioni altrettanto vaste anche a discapito di una leggera latenza nel sistema di controllo.

Battlefield 3 insomma, ed è un gioco che ogni fan degli sparatutto non dovrebbe lasciarsi scappare, a prescindere della piattaforma utilizzata.