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"Un possibile lato positivo del gaming in streaming: potrebbe innescare una rivoluzione creativa"

Amy Hennig si lancia in un paragone con Netflix.

Nelle ultime settimane Amy Hennig (Uncharted, Jak & Daxter, Legacy of Kain) ha espresso opinioni molto interessanti sullo streaming legato al mondo dei videogiochi. L'universo PlayStation e quello Xbox stavano già guardando a questa tecnologia (PlayStation Now e Project xCloud) ma l'annuncio di Google Stadia ha inevitabilmente acceso le discussioni sull'impatto che potrebbe avere sul gaming.

Dopo aver parlato del possibile cambiamento radicale che lo streaming potrebbe portare per i videogiochi, la Hennig ha discusso anche di un possibile effetto positivo e lo ha fatto all'interno di un'intervista con Eurogamer.net. La veterana dell'industria si è lanciata in un paragone sicuramente interessante con Netflix. La qualità dei prodotti proposti dalla nota piattaforma streaming non è di certo sempre eccelsa ma è indubbio il fatto che abbia permesso la nascita di progetti diversi e creativamente unici che rischiavano di non trovare spazio nella classica industria dell'intrattenimento.

"Ciò che vedrete sono decisioni meno rischiose all'interno dei giochi perché se ti sbilanci e non convinci a livello di pubblico allora perdi parecchio denaro. Questo è anche il motivo per cui i giochi stanno diventando un po' più simili, perché le persone stanno cercando di fare cose già testate e che risultano efficaci.

"Questo è l'opposto di ciò che stiamo vedendo su servizi come Netflix, dove c'è questa incredibile cornucopia di fiction e non-fiction, commedie e prodotti drammatici. Dobbiamo fare la stessa cosa, dobbiamo essere certi di creare una varietà molto più ampia di esperienza interattive. Quindi quando guardo a dove ci stiamo dirigendo e vedo un assottigliamento, un diventare sempre più grandi e spaventosamente mastodontici a livello di dimensioni ma anche ristretti in termini di inventiva allora sono eccitata all'idea di ciò che lo streaming potrebbe sbloccare".

Vi sembra un ragionamento condivisibile? Lo streaming potrebbe effettivamente alimentare la voglia di sperimentazione?